Coronavirus - ALLERTA ALTA - 5.724 in 24 ore in Italia - ALLARME LOMBARDIA: 1.140 casi in 24 ore - 677 in Campania e 2 decessi |
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Scritto da Redazione |
Domenica 11 Ottobre 2020 00:23 |
Che la situazione sia al limite del fuori controllo è abbastanza palese, ed è complice anche la circolazione indiscriminata che si sta avendo da mesi, dalla riapertura del nostro paese sia internamente che esternamente. Se per alcuni giorni la Campania è quella che ha fatto segnare il punto più alto dell'asticella dei contagi, già da ieri la Lombardia, dove il virus, stando ai dati, gira e gira ancora molto bene, ha fatto segnare due valori considerevoli: 983 casi ieri (09-10-2020) e 1.140 casi oggi 10-10-2020.
Insomma Lombardia e Campania sono le zone dove il virus corre di più e sta facendo segnare molti più valori. Ma ai valori, va anche detto non sono registrati ospedalizzazioni tali da destare allarmi ingiustificati. Circa il 90% dei nuovi casi è in quarantena fiduciaria e tempo 14 giorni dovrebbe passare tutto.
Il bollettino della Campania Positivi del giorno: 664
Totale positivi: 17.897
Deceduti del giorno: 2
Guariti del giorno: 68
Report posti letto su base regionale:
Posti di terapia intensiva disponibili: 110
Posti letto di degenza disponibili: 820
Dal Governo Covid, il ministro della Salute Roberto Speranza stamani è tornato ad affermare che l'Italia «non è fuori dalla fase difficile. Serve un 'patto Paese' per il nostro futuro». Il ministro Speranza, in un intervento video ai lavori conclusivi dell'incontro su 'La sanità post Covid-19' al teatro Bellini di Catania, conferma, dunque, che «non siamo ancora fuori dalla fase più difficile. Bisogna mantenere con forza tutte le misure di sicurezza con determinazione, per poter continuare ad avere ancora numeri meno alti di quelli che si registrano in altri paesi europei». Riunione urgente Cts con Speranza
Una riunione urgente del Comitato tecnico scientifico, alla quale dovrebbe partecipare anche il ministro della Salute Roberto Speranza, è stata convocata per domani. Sul tavolo degli esperti, secondo quanto si apprende, ci sarebbe l'impennata dei contagi dell'ultima settimana e la capacità del sistema di testare i casi.
Il ministro e gli esperti, anche alla luce di quelli che saranno i dati del bollettino di oggi, faranno il punto della situazione con l'obiettivo di individuare azioni e procedure per tentare di frenare la crescita della curva del contagio. Misure più rigorose di quelle attuali che saranno adottate con il Dpcm entro il 15 ottobre e che prevederanno una serie di restrizioni. «Prima di arrivare - viene sottolineato - a decisioni radicali» che inciderebbero pesantemente sulla vita sociale ed economica del paese e che allo stato nessuno nel governo vuole prendere. Il ragionamento che, numeri alla mano, gli esperti stanno facendo in queste ore, è semplice: la situazione rischia di sfuggire di mano e, considerato che si è solo ad ottobre e non si è ancora entrati nella stagione influenzale - che potrebbe avere il picco tra febbraio e marzo - potrebbero servire misure per 6 mesi. Dunque serve muoversi ora, con interventi «mirati e localizzati» che prevedono la creazione di 'zone rosse' locali, lo stop agli eventi di massa, e misure progressive per locali, trasporti, lavoro, attività sportive in modo da evitare chiusure generalizzate. L'altro punto fondamentale che verrà affrontato nella riunione è la capacità del sistema di testing di reggere l'urto dell'aumento dei casi. Già da giorni, infatti, si registrano in molte città diverse difficoltà per l'effettuazione dei tamponi, con migliaia di cittadini in attesa per ore degli esami e giorni per avere l'esito. Andrà dunque valutato come potenziare il sistema ed evitare che vada in sovraccarico, a partire dalla possibilità di utilizzare a fini diagnostici anche i test rapidi. «Credo che sia indispensabile tenere il massimo livello di attenzione. Io ho tenuto la stessa linea anche nei giorni in cui la curva sembrava molto più bassa. Abbiamo superato i mesi di marzo e aprile, ma il virus continua a circolare e la battaglia non è mai stata vinta in maniera definitiva». Lo ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza nel suo intervento alla manifestazione 'Sanità: pubblica e per tutti!' promossa da Cgil e Funzione Pubblica Cgil in piazza del Popolo a Roma. «In tutte le Regioni è ripresa una circolazione significativa del virus, abbiamo bisogno di alzare il livello di guardia e di un coordinamento ancora più forte con le Regioni», aggiunge. |