Coronavirus - Si chiude il primo giorno di lockdown |
![]() |
Scritto da Giovanni Di Cecca |
Lunedì 16 Novembre 2020 00:51 |
A pochi giorni dalla fine dell'anno mi sto chiedendo in questa notte stranamente silenziosa, di una giornata estremamente silenziosa dopo il grande traffico di Sabato, che cosa ci rimarrà di questo 2020. Strano a chiedersi con tutto il calmore, il dolore, le immagini indelebili di questa pandemia che in questa fase sembra farci piombare indietro nel tempo ai giorni tristi e bui di Marzo ed Aprile.
Troppo semplice per una riflessione notturna da primo giorno di lockdown (o semi-lockdown visto che a differenza del primo da domani, comunque, molte attività saranno aperte). Se la prima ondata tutto sommato ci ha colti tutti di sorpresa, questa seconda era molto prevedibile (e pure su queste colonne qualche avviso lo avevamo lanciato a tempo molto debito) ma come al solito se per le emergenze non esiste paese al mondo capace di reagire tempestivamente come il nostro, altrettanto non abbiamo la capacità (o semplice volontà) di prevenire. Eppure la forma ed il tipo di virus che ci ha attaccati, almeno nella versione europea, lo avevamo scoperto per primo e, sorpattutto negli ospedali del Nord avevamo capito molto bene come agire pe cerare di curare i malati in primis ed i contagiati in seconda battuta. Ciò che fa male è sentire a Mezz'ora in più che i dati forniti dal Ministero a enti come l'Accademia dei Lincei o l'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), un paio di enti che il mondo ci invidia e che hanno coadiuvato a scoperte importanti nel mondo scientifico, sono incompleti e che analizzati forniscono non valori precisi con scarti millesimali, ma con forchette abbastanza ampie, beh l'idea che il telespettatore italiano ed estero che vede un fatto simile non può non pensare che stiamo navigando a vista, o peggio, non abbiamo idea di cosa stia letteralmente accadendo lì fuori. Anche lo stesso Governatore De Luca, sempre stasera a Che tempo che fa, di Fazio si è posta la stessa domanda che ci stiamo facendo in Regione: com'è possibile che in capo a 72 ore si può far passare una regione da Giallo a Rosso senza passare per l'Arancione, quando, stando ai dati ufficiali, sembra che la curva stia degenerando verso il basso. Insomma stiamo per avviarci all'uscita della seconda ondata. E' evidete che molte cose non tornano, ma ciò che torna è il grido di dolore e di allarme che si erge dalle popolazioni, non solo campane che la chiusura forzata sta facendo emergere. Il dato più interessante lo ha dato Marco Ferrigno intervistato dai colleghi de IL MATTINO, in cui nel momento cloud dell'anno, questi giorni, per i pastorari di San Gregorio Armeno il fatturato rispetto al 2019 è sceso del 90%, in pratica è come se si passasse dal 2019 al 2021 senza che quest'anno sia esistito. Eppure gli indicatori con le attuali restrizioni, cioè quelle pre zona rossa, davano un discreto valore discendente (al netto di picchi fisiologici) nella curva dei contagi:
Ma se scatta la zona rossa, è evidente che i dati forniti non sono stati del tutto precisi, e quindi si naviga a vista (deduzione popolare) La photo copertina che ho scelto per questa riflessione notturna, è quella del Panaro Solidale, invenzione che ha consentito di poter dare sussistenza ai concittadini che si sono trovati in grave crisi economica durante il primo lockdown. Ha fatto il giro del mondo e la stessa popstar Madonna lo ha ripostato su i suoi canali social. Ecco, forse Napoli è ancora l'ultimo baluardo della solidarietà di quel vicinato attivo che, pare, esiste ancora solo qua. Ma è ovvio che non si può scaricare solo sulla solidarietà tra cittadini il carico di tutto, e la mala gestione dell'estate dove era ovvio che o numeri fossero bassi, e soprattutto la mancata analisi del contact tracing hanno innescato questo nuovo turbinio infernale. Forse, ma è un mio parere, se si faceva botta durante l'estate, in questi giorni tutta la filiera del Natale ne avrebbe tratto giovamento ed avremmo potuto dire con certezza: "Non ce ne coviddi!!!" |