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Coronavirus - Variante Delta più contagiosa di quella Alpha Stampa
Scritto da Redazione   
Giovedì 24 Giugno 2021 14:00

Semrpe quando sembra che le cose si stiano mettendo meglio, con l'arrivo della "Bella Stagione", e con le immininenti riaperture, compare all'orizzonte un nuovo ceppo che rimette in dubbio tutto.

Dopo la sua partenza in India, la Variante Delta (o Indiana) è arrivata in Europa ed in Italia che già conta alcuni casi.

 

 

Secondo l'ECDC, il Centro Europeo per il controlle delle malattie, potrebbe diventare dominante in Europa a partire da Agosto, soppiantando la Variante Alpha o Inglese che fino da oggi ha mietuto moltissimi contagi.

La Delta infatti si sta diffondendo nella Penisola con un ritmo esponenziale: dall'1% rilevato il 18 maggio scorso dall'Istituto Superiore di Sanità, fino al 3,4% raggiunto a metà giugno e il 9% di pochi giorni dopo.

Sempre secondo il PHE (Public Healt of England) la variante Delta (o Indiana) porta il 12% dei pazienti ad ammalarsi gravemente entro 3 o 4 giorni dalla comparsa dei sintomi. È cioè più aggressiva dato che con i ceppi fin qui noti, la percentuale era del 2-3% e solo occasionalmente si arrivava fino al 10.

Anche i sintomi sembrano essere cambiati.

Tra i più frequenti si riscontra: mal di stomaco, nausea, vomito, mal di testa, raffreddore, febbre, perdita di appetito e dolori articolari.

In Gran Bretagna, dopo un periodo di calo dei contagi, quest'ultimi stanno risalendo in modo esponenziale al ritmo di 11.000 casi al giorno, come non accadeva da febbraio.

A differenza dell'Italia, però, il 92% della popolazione britannica è stata vaccinata con solo 1 dose (principalmente AstraZeneca), mentre solo ora stanno inziando le seconde dosi.

Da quanto si  appredende dagli istituti di controllo, Pfizer sembrerebbe dare una copertura al 96% (doppia dose) mentre AstraZeneca del 92% (sempre doppia dose)

Sempre nell'ultimo periodo si è sviluppata anche una variante Delta Plus, che sembra schivare la protezione dei Vaccini.

Si tratta di una derivazione delle ormai note Delta e Sudafricana, chiamata semplicemente AY.1. Una mutazione che, in base ai primi e parziali dati raccolti in India dall'Istituto di genomica e biologia integrativa (Igib) del Consiglio nazionale delle ricerche indiano, sembra essere in grado di trasmettersi più facilmente e di legarsi in modo più efficace al recettore che si trova sulle cellule dei polmoni.

Rilevazioni preoccupanti ma basate su una manciata di casi (22) scovati in sei distretti di tre Stati indiani.

Da quanto fino ad ora si è capiuto la mutazione K417N, presente anche nella variante Beta (la Sudafrianca appunto), sembrerebbe "schivare" gli anticorpi prodotti dai vaccini. Un fattore questo che, come sottolineato dal virologo Francesco Broccolo dell'Università di Milano Bicocca, porta a considerare la necessità di rimodulare i vaccini anti Covid esistenti. «Non possiamo escludere - rileva - che arrivino nuove varianti e che alcune di queste non possano 'bucarè il vaccino dal punto di vista virologico, ossia per quanto riguarda infezione e trasmissione, anche se non ancora dal punto di vista clinico, ossia per quanto riguarda la malattia grave e la morte».


In tutto questo, in Italia, la lezione dell'anno scorso sembra essere stata dimenticata.

Forte dei dati discendenti degli ultimi giorni, e con aperture, dismissione di mascherine, assembramenti sempre più frequenti, ed una circolazione inter regionale sempre più libera, lo spettro di quanto accaduto l'anno scorso con aperture indiscriminate a turisti in entrata ed in uscita dall'Italia, che da settembre 2020 ha portato a chiusure forzate e perdita di migliaia di posti di lavoro.

Insomma ancora una volta, "Per un pugno di €uro", parafrasando Sergio Leone, corriamo il rischio di vedere le scene degli utlimi due anni ripetersi con gravissime ripercussioni sull'Economia e sulla salute psicofisica dei nostri concittadini

 

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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011
ISSN 2239-7035 (del 14 luglio 2011)
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