Hotel Rigopiano - Salvati 4 Bambini - La famglia Parete si riunisce |
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Scritto da Redazione |
Sabato 21 Gennaio 2017 00:13 |
Quattro bambini intrappolati sotto le macerie dell'albergo Rigopiano, distrutto dalla valanga, quattro tirati fuori dai vigili del fuoco. I piccoli sono rimasti per due giorni intrappolati, ma ce l'hanno fatta. Il primo a essere portato in ospedale è stato Gianfilippo, il figlio di Giampiero Parete, l'uomo che è scampato per caso alla valanga e ha dato l'allarme il 18 pomeriggio. Gli altri bambini sono Samuele, il figlio di Dino Di Michelangelo e Marina Serraiocco, Edoardo, il figlio di Sebastiano e Nadia Di Carlo, e Ludovica, la seconda figlia dei Parete.
Video - I Vigili del Fuoco estraggono i primi sopravvissuti
Giampiero e Adriana abitano a Montesilvano (Pescara) ed erano in vacanza con i figli al Rigopiano. Insieme a tutti gli altri ospiti dell'albergo, avevano pagato e avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena fosse arrivato lo spazzaneve. Sono spaventati, ma sono insieme: tutti salvi. Ludovica, "voglio i miei biscotti" - "Voglio i miei biscotti". Questa la prima richiesta di Ludovica, 6 anni, la figlia di Giampiero Parete, l'uomo di 38 anni che per primo ha lanciato l'allarme dall'hotel di Rigopiano. A riferire le parole della bambina, estratta viva questa sera dalle macerie, è Quintino Marcella, amico e datore di lavoro di Giampiero, che ha parlato al telefono con lei. "Ha chiesto i suoi biscotti, i suoi preferiti. La bambina sta bene. Certo, la famiglia Parete è provata, ma Gesù ha riconsegnato loro quello che hanno seminato, perché sono delle persone stupende". Vivi anche Domenico Di Michelangelo, 41 anni, di Chieti, poliziotto in servizio a Osimo (Ancona) ela moglie Marina Serraiocco, 37 anni, di Popoli, genitori del piccolo Samuele. «Bravo Chicco, bravo!», urlano vigili del fuoco e uomini del soccorso alpino al bambino che esce dalla buca dell'hotel Rigopiano, una 'sacca d'arià che lo ha salvato dalla valanga. Un grido liberatorio tra brevi applausi. È uno dei simboli di una giornata che ha visto gli specialisti della neve compiere ciò che ieri sembrava quasi impossibile: salvare vite umane sotto una montagna di bianco e detriti. Se già da ieri erano gli eroi e i protagonisti, oggi sono anche vincenti, perché strappare una decina di vite su trenta alla furia del Gran Sasso accresciuta dal terremoto è impresa non comune. Aveva ragione ancora stamani il portavoce del Soccorso alpino nazionale, Walter Milan, dicendo che «in teoria anche in queste condizioni meteo molto difficili, se si sono create delle 'sacchè di aria dove ripararsi, potrebbero sopravvivere 2 forse 3 giorni, anche se é difficile». Così è stato e a raccontare il primo contatto con i superstiti è il vicebrigadiere del soccorso alpino della Guardia di Finanza Marco Bini «Ci hanno abbracciati - ha detto -, erano contentissimi. È stato un momento bellissimo, sensazioni indescrivibili». «La neve li ha protetti, assieme alla struttura dell'albergo - ha spiegato -. La neve come sappiamo a livello tecnico ti protegge molto». Il finanziere ha aggiunto che anche il forte odore di bruciato che sale dalle macerie dell'hotel Rigopiano - probabilmente piccoli incendi di materiali - e il fumo hanno guidato i soccorritori nei punti dove sono stati trovati i superstiti. «Lì avevamo visto che la neve cedeva e si poteva scavare», ha raccontato. Una volta raggiunta la 'camera d'arià, un ambiente formatosi in locali dell'albergo non travolti dalla valanga,i soccorritori dopo aver messo in sicurezza i primi superstiti si sono mossi dall'interno, in particolare i vigili del fuoco e il soccorso alpino. Con estrema cautela per la pericolosità estrema della situazione.
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