Parigi - Il mistero dietro l'identità dell'uomo col coltello ucciso ieri |
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Scritto da Redazione |
Venerdì 08 Gennaio 2016 11:57 |
Il nome di Sallah Alì, 20 anni, marocchino, diffuso dopo la sua morte, è quello che l'uomo fermato per furto nel 2013, comunicò alla polizia.
Ma il testo di rivendicazione a nome di Daesh, trovatogli in tasca, comincia con la frase "Je suis Abou..." (Io sono Abou...),e poi si legge un nome diverso, Tarek B., e alla terza riga si parla della città di "Tunisi". Sallah Alì, presunta identità alla quale corrispondono le impronte digitali del cadavere, aveva detto nel 2013 all'epoca del fermo di essere marocchino, nato nel 1995 a Casablanca, in Marocco, e in quel momento senza fissa dimora. Ma tale identità non è ancora confermata.
Ad un anno dalla strage di Charlie Hebdo, l'ennesimo episodio che sconvolge Parigi. Un giovane uomo, 20 anni, armato di coltello e con una finta cintura esplosiva è stato ucciso dalla polizia davanti al commissariato La goutte d'or, vicino Montmartre. Aveva un coltello da macellaio. L'arma, che alcuni testimoni affermano di non aver visto in mano all'uomo, già noto alla polizia per essere stato arrestato dopo un furto commesso nel 2013, è visibile in una fotografia scattata da una giornalista che abita di fronte e che ha immortalato la scena. Il grosso coltello appare abbandonato vicino al corpo dell'uomo ucciso, nel canaletto di scolo fra il marciapiede e la strada. Non sarebbe stata una falsa cintura esplosiva a spingere i poliziotti a fare fuoco oggi a Parigi su un uomo ritenuto un possibile kamikaze ma - secondo fonti dell'inchiesta - "una pochette dalla quale spuntavano fili elettrici".
L'uomo ucciso aveva disegno con bandiera Isis e una rivendicazione manoscritta in arabo, dove si legge di "atto per vendicare i morti in Siria", e dove l'uomo giura fedeltà all'autoproclamato califfo dell'Isis, Al-Baghdadi. Testimone, uomo ucciso aveva le mani alzate L'uomo ucciso davanti al commissariato di polizia a Parigi indossava una cintura esplosiva finta. Lo riferiscono i media francesi che citano fonti degli inquirenti.
15 anni a reclutatore legato attacco Charlie Il super-ricercato francese Salim Benghalem, uno dei dieci uomini più pericolosi dell'Isis secondo le autorità Usa sospettato di essere uno dei mandanti dell'attacco a Charlie Hebdo, è stato condannato in contumacia dal tribunale di Parigi a 15 anni di reclusione per il suo ruolo di reclutatore di combattenti verso Siria e Iraq.
Il portavoce del ministero dell'Interno, che da subito si era mostrato cauto limitandosi a dire che l'uomo indossava "un dispositivo che potrebbe essere una cintura esplosiva", ha spiegato che "secondo le prime informazioni che ci sono state riferite, l'uomo avrebbe agito da solo". Sull'accaduto, ha aggiunto, "bisogna essere estremamente prudenti, è presto per parlare di atto terroristico".
L'uomo ha anche gridato "Allahu Akbar", "Allah è grande": è quanto riferisce il ministero francese dell'Interno.
Hollande, "Sulla Francia pesa una minaccia spaventosa" "Il terrorismo non ha smesso di far pesare sul nostro Paese una minaccia spaventosa": lo ha detto il presidente francese, François Hollande, nel corso della cerimonia di auguri di inizio anno alle forze dell'ordine nel giorno del primo anniversario della strage alla redazione di Charlie Hebdo. "Spesso la Francia ha dovuto combattere da sola. Ma ora tutte le capitali sono diventate consapevoli del pericolo" "Sul fronte esterno - ha affermato Hollande rivolgendosi alle forze dell'ordine nella storica sede della prefettura di Parigi - rispondiamo con le nostre forze armate che lottano al fianco dei nostri alleati contro la barbarie dell'Isis". "Sul fronte interno - ha continuato - rispondiamo braccando i terroristi, smantellando le loro reti, prosciugando le loro fonti di finanziamento". Ma anche "bloccando la loro propaganda di radicalizzazione".
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