Sirte - Sui muri minaccia a Roma - Copasir: Cresce rischio jihadisti sui barconi |
![]() |
Scritto da Redazione |
Sabato 13 Agosto 2016 19:27 |
L'Isis a Sirte è «al collasso», «accerchiato» e «non può più fuggire né per mare né per terra, tutte le vie di fuga sono chiuse». La battaglia finale per la conquista della città è oramai nella fase finale, hanno confermato le milizie.
Sui muri dell'ormai ex roccaforte dei jihadisti devastata restano le inquietanti scritte del passato: «Questo è il porto marittimo dello Stato islamico, il punto di partenza verso Roma... con il permesso di dio» Un messaggio sinistro impresso in nero a caratteri cubitali su un muro per intimidire ed invogliare a nuove azioni terroristiche. Lo hanno fotografato i miliziani che procedono nell'avanzata eliminando da strade e palazzi le bombe trappola. Sui cieli i bombardamenti americani non hanno concesso tregua: ieri sono stati cinque, 41 dal primo agosto. Ma l'inviato Onu Martin Kobler ha messo in guardia: «I raid aerei Usa non possono sconfiggere l'Isis. La lotta deve essere condotta dai libici e realizzata con truppe di terra», ha avvertito, invitando tutti i gruppi del Paese a sostenere Sarraj. Le testimonianze della battaglia sono immortalate nelle foto dei soldati di Tripoli e Misurata. Ritraggono palazzi distrutti, alcuni pick-up, tank e soldati che marciano equipaggiati con fucili ed in tuta mimetica o mentre festeggiano le aree riconquistate, come la zona del centro Ouagadougou, l'ex quartier generale dell'Isis, ormai distrutto. «Le forze al Bonyan al Marsous proseguono nell'accerchiamento dei quartieri 1, 2 e 3 - ha annunciato il generale Mohamed al Ghasri, portavoce delle milizie - e i guardia coste sono dispiegati sul litorale». La gran parte dei civili ha già lasciato la città e le infrastrutture sono in stato di totale abbandono. Esperti si chiedono quale sarà il futuro di Sirte - una volta cacciati definitivamente i jihadisti - e non escludono che possa riaprirsi una seconda battaglia politica, per il suo controllo. Le divisioni fra le autorità del Paese non aiutano. Tobruk - che sostiene il generale Khalifa Haftar - non ha ancora conferito la fiducia al Consiglio presidenziale di Tripoli, la cui «popolarità - ha ammesso oggi Kobler al giornale "Neue Zercher Zeitung" - si sta sgretolando per le difficoltà crescenti, a partire dai continui blackout e dalla svalutazione della moneta locale che penalizza le importazioni delle materie prime». In questo contesto preoccupano anche le milizie islamiste legate ad al Qaida. A Derna l'esercito libico si scontra quasi quotidianamente con il Consiglio della Shura dei mujaheddin, una coalizione di islamisti vicini alla rete del terrore e che in passato hanno combattuto l'Isis
Allarme del Copasir per jihadisti su barconi verso Roma «Cresce il rischio che dei militanti possano fuggire in Europa anche via mare»: è quanto spiegato all'agenzia Agi da Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, in merito alle minacce Isis alla luce della liberazione di Sirte, in Libia.
Short URL: http://2cg.it/3nu |