Puglia - Linea Andria - Corato - Interrogatorio del Caposatzione di Andria |
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Scritto da Redazione |
Martedì 19 Luglio 2016 09:22 |
L'uomo ha disconosciuto l'alterazione fatta a penna sul registro di partenza del treno dalla stazione di Andria. Lo si apprende dal difensore, Leonardo De Cesare. L'alterazione riguarda l'orario di partenza del treno da Andria (alle 10.58) che si è scontrato con quello proveniente da Corato. Quello che è scritto sotto la modifica fatta a penna sul registro cartaceo non è leggibile.
La presunta alterazione riscontrata dagli investigatori, che indagano sul disastro avvenuto il 12 luglio in Puglia che ha provocato 23 morti e 50 feriti, riguarda i registri di viaggio della stazione di Andria e, in particolare, l'annotazione, modificata a penna in modo "evidente", dell'orario di partenza del treno ET1021, che si è poi scontrato con quello proveniente da Corato ET1016. L'alterazione è stata riscontrata dagli investigatori che indagano sullo scontro dei due treni in Puglia che ha provocato 23 morti. Gli inquirenti tranesi hanno quindi avviato accertamenti per capire se si sia trattato di un tentativo di almeno un ferroviere di coprire l'errore compiuto che ha portato al disastro.
La ricostruzione, errore ad Andria per due treni fermi - Il fatto di avere due treni fermi in stazione, ad Andria avrebbe indotto ad un automatismo il capostazione andriese, Vito Piccarreta, che ha ammesso davanti ai pm di aver fatto partire il treno ET1021 diretto verso Corato, che si è poi scontrato con il treno ET1016. Lo si apprende da fonti investigative al termine dell'interrogatorio di Piccarreta. Il convoglio fermo ad Andria e diretto verso Corato - secondo le indagini - non doveva partire perché Piccarreta sapeva che da Corato era in arrivo un altro convoglio, che lui stesso stava aspettando in stazione. Piccarreta, quindi, dopo l'arrivo in ritardo di 23 minuti ad Andria del primo treno proveniente da Corato (l'ET 1642), avrebbe agito in base ad un automatismo generato dal fatto di avere due treni fermi in stazione: ha alzato la paletta e ha fatto partire tutti e due i convogli, il primo verso Corato, l'altro verso Barletta. Questo alle 10.59. Attorno alle 11.07, un minuto circa dopo il disastro, risulta dai tabulati acquisiti dalla polizia, il capostazione di Andria ha chiamato il collega di Corato e lo ha avvertito di aver dato la partenza al treno. A quell'ora nessuno dei due capistazione sapeva che c'era stato il disastro ferroviario.
I funerali "Temiamo che per troppi anni e per tante persone queste terre siano state considerate le periferie dell'Italia, quelle periferie alle quali il nostro Papa Francesco ha fatto tante volte riferimento", ha detto il vescovo di Andria, mons.Luigi Mansi. "Speriamo che si sospenda questo fare", ha aggiunto. "Le nostre coscienze sono state addormentate da prassi che ci sembrano normali ma non lo sono: quella prassi dell'economia in cui non si pensa alla vita delle persone ma alla convenienza e all'interesse", ha affermato il vescovo.
Prima dell'inizio delle esequie Mattarella si è fermato per qualche minuto in raccoglimento dinanzi alle bare e ha poi raggiunto i parenti per rivolgere una parola di conforto a ciascuno di loro.
Si indaga su fondi europei e raddoppio tratta - La Guardia di Finanza di Bari ha avuto la delega ad acquisire atti presso Ferrotramviaria, Regione Puglia e "ovunque essi si trovino" sull'erogazione e la gestione dei finanziamenti europei e regionali relativi anche al mancato raddoppio della tratta Corato-Andria sui cui è avvenuto il disastro ferroviario. |