Coronavirus - Milano - Assalto agli ultimi treni per tornare al Sud |
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Scritto da Redazione |
Sabato 14 Marzo 2020 10:49 |
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Dopo la sospensione dei voli per il Sud e l'Italia ferma, o quasi, non è finita l'idea di tornare al Sud per il Brodino di Mammà!!!
Ancora ieri sera, da Milano c'è stato un mini assalto al treno, unico mezzo di locomozione rimasto in funzione tra Nord e Sud (e non si capisce perché non siano stati sospesi).
A darne notizia dal Nord sono i colleghi de La Repubblica, i quali hanno anche registrato le seguenti denuncie da parte degli operatori:
Il personale viaggiante però denuncia: "Non ci sono garanzie di sicurezza sanitaria, la gente è disposta a viaggiare tutta la notte con persone sconosciute, nella promiscuità obbligata degli spazi di un vagone letto, cioè tre posti, e delle cuccetta a quattro posti". Inoltre, lamenta la mancanza di sicurezza igienica sia per sé che per i viaggiatori: "Noi del personale viaggiante abbiamo un solo paio di guanti e una mascherina per il viaggio di andata e per il ritorno". Stretti i controlli della polizia ferroviaria sugli accessi, gli agenti fanno mantenere rigorosamente le distanze di sicurezza e esigono l'autocertificazione. Ma come diceva uno di loro, "non si capisce perché tutta questa gente possa partire, visto che l'ultima ordinanza ha fermato l'Italia".
In tutto questo ieri il Governatore De Luca, in conferenza Stampa, nel quale si è fatto ormai lo stillicidio dei numeri da Fronte di Guerra (anche se sempre meno drammatici di quelli del Nord), in cui la Campania tutta raggiunge i 284 contagiati. Piccoli numeri che però possono crescere anche in fattore esponenziale. A tal proposito la Regione Campania ha sviluppato una previsione per meglio disporre la possibilità di poter allestire le varie ospedalizzazioni
Le tre curve sono costruite in base all'andamento della registrazione dei nuovi casi ogni settimana e contati giorno per giorno. «Questa modalità di costruzione delle previsione - spiega Conenna - sconta un'approssimazione legata al tipo di selezione dai casi da sottoporre al tampone. Non è una previsione raffinata dal punto di vista epidemiologico ma piuttosto una misura grezza del fabbisogno di posti letto cui andiamo incontro». Nello scenario di incremento dei casi meno grave, al picco del 14 aprile corrisponde dunque un fabbisogno di 101 posti letto di rianimazione che moltiplicati per 4 danno il valore delle degenze totali necessarie dedicate alla cura della malattia che appunto richiede l'ospedalizzazione per il 40% dei casi positivi di cui il 10% circa da assistere in rianimazione. Nello scenario intermedio le unità intensive sono invece attestate su un fabbisogno di 112 letti intensivi e in quello più catastrofico tale quota sale a un valore di 150 letti sempre da tenere pronti entro il picco atteso del 14 aprile.
A partire dai prossimi 10 giorni si faranno sentire le misure di contenimento. «Dobbiamo assolutamente appiattire le curve in modo che lo stesso numero di malati giunga all'attenzione dei medici in un arco di tempo più lungo senza saturare le nostre capacità assistenziali». I posti di rianimazione messi a disposizione della rete sanitaria in questa fase iniziale della guerra è di 45 unità divise tra Cotugno (8) Policlinico (13), Monaldi (16, qui era atteso ieri il deputato salernitano edmondo Cirielli) e il resto negli ospedali di Caserta, Benevento, La Schiana di Pozzuoli. A metà della prossima settimana con l'attivazione dei 12 posti del Loreto mare, gli 8 posti della palazzina intramoenia del Cardarelli riconvertita a cui si aggiungono i 4 di sub intensiva e delle altre unità del piano da riconvertire da quelli oggi disponibili per le attività chirurgiche ordinarie tutte sospese si arriverà a quota 100. Per poi procedere in base alle tabelle di previsione fino agli scenari più catastrofici.
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