Coronavirus - Il Papa celebra la Via Crucis per la prima volta dopo 56 anni in una Piazza San Pietro vuota - Video |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Venerdì 10 Aprile 2020 23:35 |
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Dopo 56 anni, dal 1964 per la prima votla il Papa non celebra la Via Crucis al Colosseo, il luogo simbolo del martirio di tanti cristiani nei tempi delle persecuzioni, ed altrettanto luogo simbolo della Romanità nel mondo. Già il 27 marzo 2020 il Papa aveva dato la Benedizione Urbi et Orbi da una piazza San Pietro vuota e sotto la pioggia, un evento unico nella storia della Chiesa, ed anche oggi abbiamo visto un evento unico: La Via Crucis in Vaticano, con solo il Papa ed alcuni esponenti della Polizia, medici, detenuti.
E' la Via Crucis della nostra società, dove 4 MLD di persone in tutto il pianeta sono attualmente in lockdown. Anche il Santo Sepolcro a Gerusalemme, che sempre in questo giorno è gremita di persone, oggi, come nel resto del mondo, è chiuso. "Dov'è Dio?" è la domanda che riecheggia nel pianeta. E non possiamo non ricordare le parole di Papa Benedetto XVI quando si recò in visita ad Auschwitz, come figlio del Popolo Tedesco che aveva attuato il piano più diabolico della storia. Ed è la stessa domanda che ci facciamo noi stasera, in questa quarantena. Ed il paradosso è che lo potremmo vedere come la risposta di Friedrich Nietzsche, dove Dio, inteso come la divinità di origine giudaico-cristiana protagonista della storia dell'Occidente a partire dal trionfo del cristianesimo con la caduta dell'Impero romano d'Occidente in poi, essendo stato per duemila anni il principio supremo a cui erano soggetti tutti i valori dell'Europa, ha perso il suo significato e la sua importanza con l'avvento della modernità, insieme allo sviluppo della scienza e della tecnologia che questa ha portato con sé. Scomparso l'ordine divino che sorreggeva la società cristiana del Medioevo, sono spariti anche tutti gli altri valori dell'Occidente, che devono ora essere rivalutati, aprendo quindi la strada al nichilismo. Oppure possiamo affidarci alle parole di Papa Benedetto XVI ad Auschwitz: "Dove era Dio in quei giorni? Perché Egli ha taciuto? Come poté tollerare questo eccesso di distruzione, questo trionfo del male? Ci vengono in mente le parole del Salmo 44, il lamento dell'Israele sofferente: “…Tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli e ci hai avvolti di ombre tenebrose… Per te siamo messi a morte, stimati come pecore da macello. Svégliati, perché dormi, Signore? Déstati, non ci respingere per sempre! Perché nascondi il tuo volto, dimentichi la nostra miseria e oppressione? Poiché siamo prostrati nella polvere, il nostro corpo è steso a terra. Sorgi, vieni in nostro aiuto; salvaci per la tua misericordia!” (Sal 44,20.23-27). Questo grido d'angoscia che l'Israele sofferente eleva a Dio in periodi di estrema angustia, è al contempo il grido d'aiuto di tutti coloro che nel corso della storia – ieri, oggi e domani – soffrono per amor di Dio, per amor della verità e del bene; e ce ne sono molti, anche oggi. Noi non possiamo scrutare il segreto di Dio – vediamo soltanto frammenti e ci sbagliamo se vogliamo farci giudici di Dio e della storia. Non difenderemmo, in tal caso, l'uomo, ma contribuiremmo solo alla sua distruzione. No – in definitiva, dobbiamo rimanere con l'umile ma insistente grido verso Dio: Svégliati! Non dimenticare la tua creatura, l'uomo! E il nostro grido verso Dio deve al contempo essere un grido che penetra il nostro stesso cuore, affinché si svegli in noi la nascosta presenza di Dio – affinché quel suo potere che Egli ha depositato nei nostri cuori non venga coperto e soffocato in noi dal fango dell'egoismo, della paura degli uomini, dell'indifferenza e dell'opportunismo. Emettiamo questo grido davanti a Dio, rivolgiamolo allo stesso nostro cuore, proprio in questa nostra ora presente, nella quale incombono nuove sventure, nella quale sembrano emergere nuovamente dai cuori degli uomini tutte le forze oscure: da una parte, l'abuso del nome di Dio per la giustificazione di una violenza cieca contro persone innocenti; dall'altra, il cinismo che non conosce Dio e che schernisce la fede in Lui. Noi gridiamo verso Dio, affinché spinga gli uomini a ravvedersi, così che riconoscano che la violenza non crea la pace, ma solo suscita altra violenza – una spirale di distruzioni, in cui tutti in fin dei conti possono essere soltanto perdenti. Il Dio, nel quale noi crediamo, è un Dio della ragione – di una ragione, però, che certamente non è una neutrale matematica dell'universo, ma che è una cosa sola con l'amore, col bene. Noi preghiamo Dio e gridiamo verso gli uomini, affinché questa ragione, la ragione dell'amore e del riconoscimento della forza della riconciliazione e della pace prevalga sulle minacce circostanti dell'irrazionalità o di una ragione falsa, staccata da Dio." Forse è solo il tempo del passaggio, come del resto è il simbolo stesso della Pasqua, in ricordo di quella fuga dall'Egitto ad opera di Mosè, così oggi dobbiamo passare il tempo sospeso per capire dove siamo e dove andare quando tutto sarà finito e si dovrà ricostruire, ed il come lo si dovrà fare, seguendo la metodologia usata fin'ora, oppure cambiare passo usando altre metodologie, altri valori che non siano solo il profitto
Video - La Via Crucis di Papa Francesco in Vaticano
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