Coronavirus - L'Europa vittima e carnefice di se stessa - Il Punto del Direttore |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Venerdì 17 Aprile 2020 12:00 |
Ieri il Presidente della Commissione Europea ha fatto le sue scuse all'Italia: «È vero che molti erano assenti quando l'Italia ha avuto bisogno di aiuto all'inizio di questa pandemia. Ed è vero, l'Ue ora deve presentare una scusa sentita all'Italia, e lo fa. Ma le scuse valgono solo se si cambia comportamento. C'è voluto molto tempo perché tutti capissero che dobbiamo proteggerci a vicenda. Ma ora Ue è il cuore pulsante dell'Ue»
Per carità meglio tardi che mai, soprattutto se detto da contanta voce autorevole. Al netto delle scuse, che in questa fase contano come aria nel vento, i veri problemi sul tavolo sono quelli più concreti: €uro. Si perché di proclami dal 22 febbraio ad oggi se ne sono fatti a iosa, ma di fatto lo stallo alla messicana cui siamo davanti non risolve assolutamente niente. In primo luogo il Covid-19 ha colpito nel momento più propizio per mettere a nudo la vera faccia della Politica Internazionale e Nazionale Europea, che è stata nelle parole aperta, nei fatti Si salvi chi può Il caso mascherine e ventilatori ne è stato il momento più importante e palese. Potremmo fare un lungo elenco di colpe, su chi doveva fare cosa nella finestra di 2-3 settimane adeguata a raccogliere questi oggetti sul mercato o convertire attuali produzioni (poi di fatto dopo in piena emergenza) in quelle più importanti per la salute pubblica italiana. Ma è altra storia, e si è anche facili profeti di inchieste e controinchieste che probabilmente alla fine di questa tempesta perfetta, prima o poi, si apriranno. Il Covid-19 è capitato nel momento delle elezioni nazionali di alcuni tra i più importanti paesi europei Germania in testa dove nei vari lander si votava per le amministrative locali, o si andrà a votare, con la sorpresa che il partito del Cancelliere Merkel, la CDU, non è più la corazzata inaffondabile che sembrava essere. Se l'Europa era nata con l'idea di essere più di uno spazio economico, per altro afflitto da leggi che favoriscono di fatto la Germania e consentono ad altri paesi come l'Olanda di avere politiche fiscali troppo vantaggiose rispetto ad altri paesi dell'Unione, sia il periodo più grave sull'immigrazione che il nostro paese ha dovuto gestire tutto sommato da solo e con ingenti spese, sia questo caso della SarsCov2 (o Covid-19 come si preferisce) è stata usata come arma di attacco economico, politico e psicologico, quando poi, alla fine tutta Europa vi è caduta dentro con gravi perdite umane. Poi si può fare un discorso a parte su come sia stata gestita la faccenda in Italia, soprattutto al Nord, dove nonostante il grandissimo numero di contagiati (circa il 38% del totale al 15-04-2020), ci sono evidenti spinte a voler far ripartire buona parte del settore industriale (che di fatto non ha chiuso del tutto), vanificando quanto fatto, stando a quanto ci viene riferito quotidianamente riferito dall'ISS sul distanziamento sociale. In sostanza è lo stesso problema della Germania, infatti in Italia si voterà (chissà quando) per il rinnovo delle seguenti amministrazioni Regionali: Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche, Puglia e Valle d’Aosta. E qui chi sa che deve andare a chiedere conto agli elettori ha applicato soluzioni più o meno stringenti per cercare il consenso, come, rimanendo in casa nostra, il Governatore De Luca ha fatto con i suoi modi coloriti (famoso il "lanciafiamme alle feste di laurea" di qualche discorso fa, ripreso anche da Naomi Campbell). Ma tornando all'Europa, come detto, che fosse destinata a crollare, era chiaro già dal referendum del 2005 in Francia, dove prevalse il No per il 55%, ma era periodo di vacche molto grasse. Ma è stato poi il 2008 con la crisi finanziaria che si sono scatenate le accuse reciproche e ci sono voluti 4 anni perché con Mario Draghi alla guida della BCE, potesse usare quel minimo sindacale di autonomia per salvare Europa ed €uro dall'immobilismo politico basato sul convenientismo di alcune nazioni. Ora, alla prova suprema sull'esistenza stessa della UE, con la Gran Bretagna che ha deciso di propria sponte l'abbandono, per far ripartire il super turbo dell'Economia Europea, si usano mezzucci non opportuni come il MES che ha dato più danni che soluzioni quell'unica volta che è stato applicato alla Grecia e che, seppur a parole, senza grandi condizioni, come allora, non risolve e lascia lo stigma di paese sciupone e in bancarotta. La diffidenza ed i pregiudizi (o solo pregiudizi di convenienza) ri-hanno bloccato la UE sui CoronaBond che poterbbero essere un metodo di condivisione del rischio, come poi fanno gli Stati Uniti da sempre. Se questo non è la fine dell'Europa ed il ritorno agli Stati Nazionali, come di fatto sta accadendo, dove i governatori sono più preoccupati di assecondare gli umori interni, come la sfiducia verso gli altri paesi non di stampo teutonico, la non applicazione fiscale del distanziamento sociale per evitare contraccolpi alla psiche ed all'economia di queste nazioni (si potrebbe quasi applicare Nietzsche e la teoria del SuperUomo) piuttosto che pensare globalmente in ottica di componenti di uno stato sovranazionale, il passo verso la fine è veramente breve. Se prevarrà questo stato delle cose, l'Europa è morta (un'espressione geografica usando la terminologia del Principe di Metternich) con buona pace di tutti noi e somma gioia di Stati Uniti, Cina e Russia che vederebbero riaffermarsi come Super Potenze. Se si cambia passo, forse il progetto della CEE/UE non è morto e si può ripartire, dalle stesse fondamenta di una Costituzione Europea e Leggi Federali, che con l'€uro fanno i tre pilastri del concetto di Stato. |