Grecia il Referendum della Verità |
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Scritto da Redazione |
Domenica 05 Luglio 2015 11:46 |
E i greci in fila per esprimere il voto nel referendum, per dire sì o no al piano di rientro del debito ellenico che i creditori internazionali hanno proposto ad Atene. Promotori dell''OXI' e del 'NAI', del sì e del no, continuano a distribuire materiale anche davanti ai seggi per convincere gli indecisi che - secondo i sondagisti - risulteranno determinanti per la vittoria. Il premier greco Alexis Tsipras arrivato al suo seggio elettorale è stato accolto da una folla enorme di giornalisti e curiosi. Camicia bianca, sorridente, il primo ministro è entrato a votare senza rilasciare dichiarazioni. "Oggi è un giorno di festa, perché la democrazia è una festa", ha detto Tsipras dopo aver votato, "perché si può ignorare la decisione di un governo, ma non la decisione di un popolo". "Da domani apriamo la strada per tutti i popoli d'Europa. Oggi la democrazia batte la paura", ha detto ancora Tsipras uscendo dal seggio, dove ha scherzato con gli scrutatori perché non riusciva a piegare la scheda.
Vota Varoufakis, oggi gente risponde a ultimatum - Il ministro delle finanze Yanis Varoufakis ha votato a Faliro, sulla costa ateniese, anche lui accolto da una grande folla. "E' una celebrazione della democrazia - ha dichiarato - Gli enormi fallimenti dell'Eurogruppo hanno portato a un ultimatum al quale la gente non ha potuto rispondere. Oggi può dare la sua risposta". Gli aventi diritto al voto sono circa 9,8 milioni - dei quali 108.371 votano per la prima volta - e i seggi quasi 19mila. Gli elettori riceveranno due schede: la prima contiene una domanda relativa al referendum con due caselle che dovranno essere contrassegnate da una croce sul 'sì' o sul 'no' e l'altra in bianco. Il quesito su cui i greci sono chiamati a dire sì (nai) o no (ochi) è il seguente: "Referendum del 5 luglio 2015. Deve essere accettato il progetto di accordo presentato da Commissione europea, Bce e Fmi nell'Eurogruppo del 25 giugno 2015, composto da due parti che costituiscono la loro proposta? Il primo documento è intitolato 'Riforme per il completamento dell'attuale programma ed oltre' ed il secondo 'Analisi preliminare per la sostenibilita' del debito'". Non sono previsti exit poll e le prime proiezioni attendibili dovrebbero essere disponibili attorno alle 21 locali. Affinché il risultato del referendum sia valido è necessario che vi prenda parte almeno il 40% del corpo elettorale. Ex premier Karamanlis tra i primi leader a votare - Tra i primi leader politici a votare c'è stato l'ex premier Kostas Karamanlis, tornato in questi giorni sugli schermi tv per un forte appello a votare Sì. L'esponente di Nuova Democrazia ha votato nel quartiere di Agios Elefterios a Salonicco. Karamanlis, che alcuni vedono come possibile candidato a guidare un ipotetico governo di unità nazionale, non ha rilasciato alcuna dichiarazione.
Renzi: da domani tutti attorno a un tavolo - Qualunque sia il risultato del referendum greco, da domani "si dovrà tornare a parlare e la prima a saperlo è proprio Angela Merkel". Così il premier Renzi, in un'intervista al Messaggero. Dopo "la discussione greca, ci occuperemo di crescita e investimenti" in Europa. I Mercati attendono il responso Fine degli appelli, degli slogan, delle minacce: i greci votano per decidere se dire sì o no ad aiuti in cambio di altra austerità o forse, come dicono i sostenitori del Sì, se continuare il loro cammino nella moneta unica. Gli occhi dell'Europa e dell'intero mondo sono ora su Atene: in ballo non c'è solo il futuro della Grecia, ma anche la tenuta dell'euro e forse dell'intera Ue. I seggi chiuderanno alle 18 italiane ma i primi risultati indicativi - i sondaggi indicano la quasi parità dei due schieramenti - si sapranno attorno alle 20, in quanto non ci saranno exit poll.
Una vigilia referendaria drammatica in un paese diviso, anche se per i turisti in giro in questo caldo sabato ateniese tutto sembra in ordine, dal Partenone alle spiagge e alle taverne affollate. Un popolo greco sul quale, in queste ore, pesa soprattutto la vicenda delle banche elleniche, che in assenza di un intervento lunedì della Bce, avranno problemi di liquidità a partire da martedì. E sui greci grava anche un'altra incognita, quella di un prelievo forzoso 'alla cipriota' previsto dal Financial Times (30% sui depositi di oltre 8.000 euro), ma smentito seccamente sia dal ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, sia dalla presidente dell'Unione delle banche elleniche Loukas Katseli, che ha parlato di un ''piano inesistente, anche a livello di ipotesi'', ma ha confermato il pericolo-liquidità da martedì in poi. Elementi che potrebbero influire sul voto, naturalmente. E proprio Varoufakis è stato uno dei protagonisti di questa giornata di tensione con parole di fuoco: ''Quello che i creditori stanno facendo con la Grecia ha un nome solo: terrorismo'', ha detto in un'intervista a El Mundo.
''Quello che posso dire è che tutto quello che sta accadendo in Grecia in questi giorni lo avevano preparato fin dall'inizio, che già 5 mesi fa era pronto un piano per farla finita con un governo che non accettava di farsi ricattare 'dall'establishment' europeo''. Nella lunga intervista concessa al quotidiano iberico il ministro dell'Economia ha ribadito la sua convinzione che se vincerà il 'no' il primo ministro Alexis Tsipras si recherà lunedì a Bruxelles, firmerà un accordo - ''non fantastico ma migliore di quello proposto - e ''martedì riapriranno le banche''. ''Questa Europa - ha poi sottolineato Varoufakis - non ama la democrazia. Se ci avessero concesso una piccola estensione al programma di aiuti avremmo svolto il referendum con le banche aperte, invece ci hanno costretto a chiuderle. E perché lo hanno fatto? Per instillare la paura nella gente. Questo fenomeno si chiama terrorismo. Però io confido che la paura non vincerà''.
Di diverso avviso l'ex premier Antonis Samaras per il quale la vittoria del Sì serve ad avviare il riscatto del popolo greco. In un'intervista a RealNews, il leader di Nea Dimokratia attacca: ''Il governo ha convocato un referendum-parodia su una proposta che non è più sul tavolo. Per respingere un pacchetto di austerità che lui stesso aveva già approvato. Il No taglierebbe tutti i ponti con l'Europa. Il Sì ci fa restare nella Ue e mantiene prospettive aperte per il Paese, e servirà a sanare in poco tempo l'enorme danno fatto da Syriza negli ultimi cinque mesi''. E dalla Germania si fa sentire anche il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble - il volto più odiato dalla campagna per il No - il quale non esclude un'uscita di Atene dall'euro in seguito al voto, ma aggiunge: ''Una cosa è certa, non abbandoneremo il popolo greco''. Paura - una delle parole chiave di questa campagna referendaria - è stata usata anche da Matteo Renzi. ''Gli italiani non devono avere paura'' della crisi greca, ha affermato il presidente del Consiglio al Tg5, aggiungendo: ''L'Italia non ha paura di conseguenze specifiche sul nostro Paese''.
Se prima Italia e Grecia ''erano compagni di sventura, ora non è più così''. ''Noi siamo quelli che risolvono i problemi, non il problema''. Per tutta la giornata i greci, in fila al bancomat, in ogni vagone della metro, ogni ristorante e probabilmente ogni casa, hanno proseguito con le discussioni accese, rabbiose. Ora tocca solo a loro scegliere tra l'OXI e il NAI.
LA REPLICA DI VAROUFAKIS - "L'articolo del Financial Times su un possibile prelievo forzoso dei conti si basa su voci maliziose che l'Associazione delle Banche Greche ha smentito questa mattina". Così il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, su Twitter.
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