La Grexit è evitata, ma la Grecia non è ancora salva - Syriza si spacca |
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Scritto da Redazione |
Martedì 14 Luglio 2015 11:07 |
Mercoledì stesso, dopo il voto del Parlamento greco, si riunirà un nuovo Eurogruppo per giudicare il lavoro dei deputati e venerdì sull'intesa voterà il Bundestag. L'ok a negoziare il terzo salvataggio all'Esm si avrà quindi solo a fine settimana. L'accordo per avere gli aiuti è costato molto a Tsipras, più di quanto credesse dopo l'euforia post-referendum. E' stato costretto ad accettare il 'catalogo delle atrocità', come l'ha definito lo Spiegel: dal ritorno della Troika alla cessione di asset pubblici per rimborsare i creditori, difendendo quel poco di positivo che ha ottenuto e che può provare a vendersi a casa. Come l'apertura sul 'riscadenzamento' del debito, una misura che sarà considerata solo una volta che saranno rispettate tutte le condizioni. Tsipras ha lottato per 17 ore, soprattutto contro la Germania di Angela Merkel e Wolfgang Schaeuble, ma la sua posizione dopo il referendum era drasticamente più debole. "L'avevo detto che sarebbe uscito indebolito", spiega il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, che non vede "né vincitori né vinti" in questa partita finita all'alba del giorno dopo e giocata nel vertice più lungo che la storia europea ricordi. Velenoso l'ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis: "Avevo un piano" ma Tsipras ha ceduto ai creditori, è la stoccata. Syriza si spacca. Varoufakis attacca Tsipras, ha ceduto
Dopo la guerra di Bruxelles, quella di Atene. Appena raggiunto il fragile accordo che impone una maratona parlamentare per convincere i falchi di Berlino, Alexis Tsipras finisce sotto il fuoco amico. Il primo siluro lo lancia il ministro dell'Energia, Panagiotis Lafazanis, leader dell'ala radicale di Syriza: "Accordo umiliante", spara in rete. Poi arriva la vendetta di Yanis Varoufakis. Il centauro trendy sceglie una testata britannica per dire che aveva "un piano" per il dopo-referendum, ma Tsipras "ha scelto di non sfidare i creditori". E dunque ha ceduto. In serata si sfila anche Panos Kammenos. Il ministro della Difesa e leader dei nazionalisti di Anel - alleati di governo di Syriza - annuncia che in Parlamento il suo partito non sosterrà Tsipras. In sostanza, Syriza perde l'ala radicale e lo 'junior partner' di governo.
Rimpasto, governo di minoranza con appoggio esterno o nuovo incarico per un esecutivo di unità nazionale: le ipotesi 'tecniche' sono tutte sul tavolo. Il futuro di Tsipras resta una scommessa. In gioco, la credibilità personale ed il destino di un intero Paese. Con il 'ragazzo' in camicia bianca - o meglio con l'accordo che ha firmato a Bruxelles - si schierano i democristiani di Nea Demokratia ed i socialisti del Pasok, proprio quelli che hanno governato la Grecia per 40 anni e l'hanno portata nel baratro, e i centristi di To Potami, considerati emissari degli interessi di armatori e 'tycoon' televisivi. Un abbraccio che rischia di essere mortale agli occhi di chi continua a considerare il premier l'unico "uomo nuovo" nella Grecia post-dittatura. Oggi, appena rientrato al Maximou dalla notte bianca bruxellese, Tsipras ha incontrato tutti i suoi ministri. Per domani è in programma la riunione con i deputati di Syriza.
I 'lealisti', come Iorgos Chondros, assicurano che il partito terrà. Ma il percorso è da incubo: 48 ore per passare la riforma delle pensioni (su cui pendono giudizi di legittimità costituzionale), quella dell'Iva (che già ha messo in agitazione i sindaci delle isole), le norme per garantire l'indipendenza dell'istituto di statistica e la creazione del Fiscal Council (l'organo di sorveglianza dei bilanci previsto dal Fiscal Compact). Cose che ovunque richiederebbero anni. Per accelerare i tempi, Euclid Tsakalatos è tornato di corsa ad Atene. Ma la presidente del Parlamento, Zoe Constantopoulou, altra esponente dell'ala radicale, potrebbe provare a rallentare la calendarizzazione. Ha già votato contro venerdì notte. Secondo Kathimerini pensava di dimettersi, lei ha smentito.
Ma Tsipras potrebbe usare il pugno duro. Ha il diritto di chiederne la 'sfiducia', spiegano alte fonti giuridiche. E la presidenza passerebbe al 'fedele' vicepresidente Alexis Mitropolous. Il colpo politicamente più duro è comunque stato quello di Varoufakis. Al 'New Statesman' l'ex ministro ha raccontato che l'Eurogruppo "è un'orchestra diretta dal ministro Schaeuble". E a quell'orchestra Tsipras ha deciso di piegarsi. E mentre il sindacato dei dipendenti pubblici ha annunciato uno sciopero di 24 ore per mercoledì, le banche resteranno chiuse anche domani, ha fatto sapere il ministero delle Finanze, senza dire però quando riapriranno. |