FT - L'FMI potrebbe tirarsi indietro dal salvataggio Grecia |
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Scritto da Redazione |
Mercoledì 15 Luglio 2015 08:55 |
Il Fondo Monetario Internazionale, dopo le indiscrezioni pubblicate ieri, ha diffuso un rapporto in cui sottolinea il drammatico deterioramento delle condizioni economiche della Grecia e ribadisce l'insostenibilità del debito ellenico affermando che il Paese fino alla fine del 2018 avrebbe un fabbisogno finanziario stimato in 85 miliardi di euro e che il debito pubblico potrebbe sfiorare il 200% del Pil nei prossimi due anni.
"Il debito greco – sottolinea la nota dell'Fmi – può essere ora reso sostenibile soltanto tramite misure di allleggerimento (relief) del debito che vanno molto oltre quanto l'Europa ha dimostrato di prendere in considerazione finora". In pratica è una bocciatura dell'accordo raggiunto all'Euro Summit che già impone riforme al difficile vaglio del Parlamento di Atene e quindi uno sblocco di finanziamenti fino a 86 miliardi di euro in tre anni che dovrà essere approvato da altri Parlamenti europei.
Anche il Fondo Monetario Internazionale, come il documento finale dell'Euro Summit, non ammette errori nel programma precedente, anzi ribadisce che se esso fosse stato implementato non sarebbero stati necessari interventi sul debito e si sarebbero raggiunti gli obiettivi posti nel novembre 2012 (debito pil al 124% nel 2020 e sostanzialmente sotto il 110% nel 2022).
Tuttavia la significativa interruzione del piano per Atene durante lo scorso anno avrebbe fatto lievitare il suo fabbisogno finanziario di oltre 60 miliardi di euro secondo stime di poche settimane fa portando le valutazioni del rapporto debito/Pil al 2022 a una crescita dal 105 al 142%. Questo in base agli accordi del 2012 avrebbe richiesto ulteriori e significativi interventi per la riduzione del debito facciale.
L'Fmi sottolinea comunque che, visto che gran parte del debito è di creditori europei in termini non di mercato sarebbe possibile evitare l'haircut (il taglio del debito) tramite una significativa ulteriore estensione delle scadenze di tutto il debito in mani europee (GLF, EFSF) e un raddoppiamento dei periodi di grazia e di risarcimento con concessioni simili anche sui nuovi finanziamenti. Questo nella considerazione che il debito non potrà essere ritrasferito a privati finché non sarà molto minore e i tassi prevedibili dunque assai inferiori.
A ciò l'Fmi aggiunge che l'ulteriore danno fornito dalla chiusura delle banche e dalle restrizioni imposte potrebbe portare il debito al 200% del Pil già nei prossimi due anni e al 170% nel 2022 con una crescita del fabbisogno finanziario lordo di Atene. Secondo l'istituzione di Washington inoltre restano pericoli al ribasso dettati dal target dell'avanzo primario del 3,5% del Pil per diversi decenni raramente verificatosi. Inoltre le riforme già attivate sulle pensioni e sui servizi senza altre misure destano dubbi sulla capacità di Atene di raggiungere i target previsti.
Servirebbero riforme forti e strutturali per la crescita e c'è il pericolo che anche il sistema bancario necessiti di ulteriori iniezioni di liquidita.
Il deterioramento della sostenibilità del debito pubblico greco, conclude l'Fmi, va oltre le stime incluse anche nell'ultima richiesta all'ESM (il fondo salvastati Ue) e richiede altre opzioni dall'estensione delle scadenze con forti periodi di grazia (cioè senza pagamenti) dell'ordine dei 30 anni. In alternativa sarebbero altrimenti possibili un haircut del debito o espliciti trasferimenti annuali al budget greco. Short URL: http://2cg.it/1yl |