David Coppola, energia tra le note |
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Scritto da Ciro Lucci |
Mercoledì 07 Gennaio 2015 11:09 |
Un ragazzo che denuncia l’attuale situazione cultural e che nel frattempo penso già al suo secondo album. «L’ispirazione nasce dalle esperienze personali». Ciao Davide, puoi cominciare col presentarti ai nostri lettori? «Sono David Coppola, nome d’arte di Davide Coppola, cantautore e musicista di 19 anni, nato a Noventa Vicentina».
Il titolo del tuo primo disco è Run Away, ma da cosa stai fuggendo?
«Come si può dedurre dai testi dei miei brani, cerco di scappare da una società corrotta e imperfetta, dove giustizia, rispetto e onestà sono valori privi di significato. Cerco di scappare da un mondo popolato da persone che non vivono, bensì trascinano la loro vita, e che continuano a reggere un sistema basato sull’apparenza e sull’esibizionismo sfrenato».
E anche il titolo del tuo primo singolo... una canzone piena di energia che denuncia un mondo che muore lentamente. Mi viene quasi spontaneo chiederti, in tutto questo secondo te la musica che ruolo può avere?
«La musica può avere un ruolo chiave nella formazione del pensiero e del carattere di una persona: basti pensare al genere Punk, che a partire dagli anni ’70 ha generato opinioni contrarie al sistema e atteggiamenti ribelli, diventando un vero e proprio movimento culturale. E così voglio che diventi la mia musica: un atto di ribellione, in grado di spingere la gente ad assumere un atteggiamento attivo, volto a migliorare non solo se stessi, ma anche la società».
L’esteriorità nell'epoca moderna ha preso il sopravvento, oramai la gente tende a guardare prima un paio di jeans e poi un paio di occhi. In "Never Listen" canti di qualcuno che è stato vittima di tutto questo, sei tu? puoi dirci di più su come è nato questo splendido brano?
«Come gran parte delle canzoni, traggo l'ispirazione dalle mie esperienze personali: mi capita spesso di entrare in conversazioni, in cui si giudica una persona dal suo abbigliamento e dal taglio di capelli, senza tener conto che può esserci una certa spiegazione dietro a tale apparenza. L’idea del brano mi è venuta in mente passeggiando di sera per le strade del mio paese ed entrando in alcuni locali molto affollati: ciò che mi era balzato subito all’occhio è stato il conformismo nell’abbigliamento di tutti i giovani, oltre al loro identico modo di atteggiarsi e di esprimersi. Al contrario, io ho sempre manifestato la mia originalità e la mia ribellione agli schemi comuni, nonostante le critiche degli altri “lupi” del branco».
Il tema della fuga via da tutto e tutti ritorna in "Say Goodbye". Da quale desiderio nasce questa tua voglia di scappare dalla routine di tutti i giorni?
«Con “Say Goodbye” espongo la mia concezione ideale di vita: essere libero, senza alcun vincolo nei confronti di persone o impegni di qualunque genere. Per la composizione del brano, ho tratto ispirazione dalla mia vita frenetica di tutti i giorni. Università, studio, musica, interviste, lezioni di ripetizione, esercizio fisico … occupano interamente ogni mia giornata, con poche rare occasioni di svago: da qui nasce il mio desiderio di mollare tutto e dedicarmi a ciò che amo di più, la musica».
Con "Just Do It" arriva un altro messaggio forte e di grande ispirazione. Hai composto questo disco con queste idee già in mente in attesa di essere sviluppate o ti sono venute solo nel momento della scrittura?
«Ebbene sì: le idee contenute all’interno di “Just Do It” erano già premeditate e si sono consolidate con la scrittura del brano. Con questo brano, metto in luce l’irrazionale timore della gente nel compiere atti che, a mio parere, non necessitano di alcuna esitazione: l’idea mi era balzata in mente osservando il comportamento di alcuni miei amici, che si vergognavano di svolgere determinate azioni oppure erano indecisi nella scelta di agire o meno. Quindi, esprimo chiaramente la mia posizione contraria alla paura, frutto di pensieri senza logica e che impedisce di ottenere ciò che si desidera».
Ritornando a "Just Do It" , durante i primi anni del tuo percorso musicale, hai avuto difficoltà a portare avanti questa passione? ci sono stati momenti in cui avresti voluto mollare? ci sono persone lì fuori che lasciano anche ciò che meglio sanno fare solo per la pressione e per lo scoraggiamento continuo che ricevono dalla società…
«Ho avuto molti momenti in cui ho desiderato di poter tornare indietro e impedire a me stesso di intraprendere questa strada: infatti, ho avuto molte delusioni finora, incontrate durante il periodo in cui facevo parte di un gruppo rock locale e, molto spesso, dovute allo scoraggiamento subito da parte di molti miei conoscenti, tra cui anche i miei genitori. Contrariamente a quanto fanno molti musicisti emergenti, che dopo le prime critiche e i primi fallimenti decidono di mollare e dedicarsi ad altro, i vari ostacoli che ho incontrato per la mia strada mi hanno reso più forte e determinato a raggiungere obiettivi sempre più elevati, con la consapevolezza che in futuro la difficoltà sarà sempre maggiore».
Sappiamo che sei un grande appassionato di cinema, in che modo questo ha influito sul tuo comporre musica?
«In quei pochi momenti di svago, adoro rilassarmi con qualche film di azione, di avventura o una commedia, oppure con una serie tv. Il cinema svolge un ruolo talvolta decisivo nella composizione dei miei brani, sia nella parte strumentale, sia nel testo. Infatti, pongo sempre una particolare attenzione alla colonna sonora dei film, immaginando come potrebbe essere trasformata in una canzone rock, inserendo chitarra, batteria, voce. Per quanto riguarda il testo, spesso la stessa trama del film mi dà l’ispirazione per la scrittura testuale del brano, oppure alcune particolari frasi accendono la lampadina che ho in testa e vengono inserite nei miei testi».
La musica contenuta in "Run Away" sembra essere profondamente influenzata da rock band come i Sum 41, Simple Plan e altri. Rientrano questi gruppi tra i tuoi gusti musicali? c'è qualcuno che vorresti segnalare nella lista delle tue più grande ispirazioni musicali?
«Sicuramente il genere Punk rock e, più specificatamente, Alternative hanno un ruolo predominante nelle mie canzoni: aggiungo anche i Green Day, le cui canzoni mi hanno accompagnato fin dalle prime bozze musicali scritte anni fa. Altri artisti che non possono essere trascurati nella lista delle grandi ispirazioni musicali sono Ligabue, Vasco Rossi e soprattutto i Muse, i quali mi hanno affascinato con il loro timbro vocale melodioso e la grinta dei loro accompagnamenti».
Puoi dirci qualcosa sul futuro della tua carriera musicale? Quali sono i tuoi progetti per il 2015?
«Metto subito in chiaro che “Run Away” rappresenta solamente il primo album: ora che ho gettato le basi del mio futuro musicale, posso proseguire con nuovi brani, sperando anche di trovare il tempo per alcuni live. Quindi, chi crede che io mi accontenti di aver pubblicato un album si sbaglia di grosso: la scalata è appena cominciata».
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