Probabilmente tra qualche anno ci chiederemo dov'eravamo al fischio finale di Udinese - Napoli che ha dato la matematica certezza del 3° scudetto della storia Azzurra.

In molti probabilmente diranno Stadio Diego Armando Maradona, dove i biglietti a 5€ per vedere la partita dagli 8 + 2 maxi schermi  dello Stadio sono andati polverizzati in poco tempo (quelli rimasti disponibili erano quelli a 100€ della tribuna), ma il resto, tutto il resto di Napoli e Provincia probabilmente si strigeranno in un abbraccio in pub, bar, e soprattutto nell'immancabile abbraccio di Piazza del Plebiscito che accoglierà i tifosi che riusciranno in qualche modo ad arrivare in piazza.

Il nodo trasporti è quello più cruciale, poiché l'ordinanza messa in campo domenica, ieri sera, oggi e sicuramente anche domenica prossima, di fatto vieta il transito a tutti, vieta i caroselli, vieta quel colorare di Azzurro il Lungomare, altro luogo di ritrovo simbolo della Città nei momenti di festa (e che dalla settimana prossima si tingerà di rosa per la seconda volta consecutiva per il Giro d'Italia).

C'è una differenza sostanziale con 33 e 36 anni fa, i due scudetti di Maradona, e di una Napoli affamata di vittoria e di riscatto sociale di quei anni bui segnati dalla Camorra (in particolare dalla N.C.O. di Cutolo) e dai postumi del Terremoto 1980, da 11 anni, dal primo trofeo dell'era De Laurentiis, ci siamo mentalizzati nell'essere una squadra di vertice, di essere competitiva, e soprattutto i 4 trofei conquistati (3 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italia), 1 semifinale di Europa League e i quarti di Champions ci hanno mentalizzato che vincere si può senza sperare troppo nei miracoli di San Gennaro e (San) Diego Armando Maradona.

Per carità, oggi come allora, l'Osservatorio Vesuviano (a via Diocleziano) registrerà segnali di terremoto con epicentro il Maradona, ma sarà (1 punto non credo sia un'impresa impossibile agli azzurri stasera) un "Terremoto di Gioia" atteso da più di 3 decenni.

E volendo parafrasare il monologo dell'Enrico V di Shakespeare:

Chi vedrà questo giorno e arriverà alla vecchiaia, ogni anno, alla vigilia, festeggerà coi vicini, dicendo: “Oggi è il giorno di San Ciriaco!”. (l'originale era San Crispino, oggi 4 maggio, San Ciriaco)

[...] I vecchi, si sa, dimenticano; e lui dimenticherà tutto il resto, eppure ricorderà, con fierezza, le gesta di quel giorno.

[...]

Saranno allora i nostri nomi che lui avrà sulle labbra, come persone di famiglia: SPALLETTI, OSIMHEN, KVARATSKHELIA, RASPADORI, SIMEONE, ZIELINSKI, OLIVERA, KIM, SIMEONE, LOZANO, DEMME, ELMAS, ANGUISSA, RRAHMANI, Juan JESUS, DI LORENZO, MERET, saranno evocati nei suoi brindisi. E questa storia ogni brav’uomo insegnerà a suo figlio; e il giorno di San Ciriaco non passerà mai, da questo giorno sino alla fine del mondo, senza che in esso ci si ricordi di noi.

Ricordatevi questo giorno poiché esso sarà tramandato nei decenni e nei secoli, ricordatevi con chi lo passerete, perché quando sarete vecchi forse dimenticherete tutto, ma questo giorno sarà scolpito nelle Vostre menti per sempre

Aggiornamento

Di seguito è riportato la rilevazione sismografica (0,5 Magnitudo) del gol di Osimehn e dei festeggiamenti a fine partita Udinese - Napoli 1 a 1 (Clicca qui per vedere i datti dell'Osservatorio Vesuviano)