LIBERTÀ
EGUAGLIANZA
MONITORE NAPOLETANO
Fondato nel 1799 da
Carlo Lauberg ed Eleonora de Fonseca Pimentel
Anno CCXXV

Rifondato nel 2010
Direttore: Giovanni Di Cecca

Salviamo la Società Napoletana di Storia Patria Stampa
Scritto da Giovanni Di Cecca   
Martedì 03 Maggio 2011 22:50

La Società Napoletana di Storia Patria, come riportato da Wikipedia, è una società storica privata che promuove gli studi di storia e storiografia del Mezzogiorno, cura edizioni di fonti e di studi specializzati. È diretta da un Consiglio formato da un Presidente, un Vicepresidente, un Tesoriere, sette Consiglieri, due Sindaci, eletti ogni tre anni dall'Assemblea dei Soci. Il Sindaco di Napoli è Presidente onorario.

La Società nasce nel 1875, data dello Statuto, approvato il 5 gennaio 1876. In tale data i soci promotori si adunarono per la prima volta, nel gabinetto del sindaco Antonio Winspeare, ed elessero il Consiglio Direttivo, che era costituito da Scipione Volpicella (presidente), Bartolommeo Capasso (vicepresidente), Vincenzo Volpicelli (tesoriere), Giuseppe De Blasiis (segretario), Roberto Barracco, Giuseppe Carignani, Giulio Minervini, Camillo Minieri Riccio, Luigi Riccio.

Scopo della Società era quello di pubblicare i documenti inediti di storia napoletana e di promuovere gli studi storici dell'Italia meridionale. L'istituzione si proponeva, inoltre, di pubblicare i Monumenti di storia patria delle provincie napoletane e l'Archivio storico per le provincie napoletane.

La biblioteca della Società conserva un patrimonio bibliografico, di interesse meridionalistico, costituito da circa 350.000 volumi monografici a stampa, da periodici e opuscoli, manoscritti, pergamene, stampe e disegni.

Dal 1997 ha preso in custodia il materiale dell'Archivio storico di Eduardo De Filippo, documenti della vita del Teatro San Ferdinando, a partire dal 1954, anno di inaugurazione della gestione di Eduardo De Filippo, fino ai primi decenni del Novecento. L'Archivio viene ordinato e catalogato a cura dell'Associazione Voluptaria.

Dal 1980, la società, che in passato ha avuto al suo vertice Ernesto Pontieri, è stata presieduta da Giuseppe Galasso.

Dal 4 maggio 2010 ne è presidente Renata De Lorenzo.

Come è noto, a causa dei problemi di bilancio del nostro Stato, molti enti non grandi come questa Società stanno subendo tagli su tagli.

Il Corriere del Mezzogiorno, versione Web, ha pubblicato un sondaggio nel quale sono mostrati alcuni dei più importanti tesori custoditi da questa società, tra i quali uno dei primi libri a stampa del mondo. Si tratta delle Confessioni di Sant'Agostino.

Per poter aiutare questo altro pezzo di storia napoletana, figlia della grande cultura che questa città ha sempre posseduto, oltre alla sottoscrizione è possibile donare anche il 5 per 1000.

Abbiamo riportato anche il calendario degli eventi del Maggio dei Monumenti promossi dalla Società Napoletanta di Storia Patria

 

Sempre sul Corriere del Mezzogiorno è stato pubblicato un articolo di Natascia Festa, che illustra alcuni di questi tesori possduti dalla Società.

Riportiamo di seguito l'articolo pubblicato il 18 aprile 2011 sul Corriere del Mezzogiorno Web:

La Società che conserva la memoria meridionale rischia di chiudere. Unione Industriali, banche e Provincia hanno detto no ai fondi. L'istituto lancia nuove iniziative

Logo dell'iniziativa «Abbracciamo la cultura» (Daniela Pergreffi)

Logo dell'iniziativa «Abbracciamo la cultura» (Daniela Pergreffi)

 

NAPOLI - La distanza tra le «cose» della cultura e ampie fasce della società passa spesso per una reciproca non conoscenza. Come due persone che forse si ameranno, ma che non possono farlo finché qualcuno non li presenta. A Napoli, il divario tra i due potenziali amanti è proporzionale alla ricchezza del patrimonio cultura: enorme. Per fortuna ogni tanto qualcuno fa da «ruffiano» per così dire, e cerca di creare incontri d’amore tra i napoletani e la sua bellezza.

In questo solco s’iscriveva l’iniziativa «Abbracciamo la cultura», promossa da Legambiente con una rete di associazioni e il Corriere del Mezzogiorno. La seconda fase è tutta dedicata alla Società di Storia Patria che, beffa, proprio nel centocinquantenario dell’Unità rischia di chiudere per mancanza di fondi. Non tantissimi - circa centocinquantamila euro, dice la storica Renata De Lorenzo che presiede la Società - ma fondamentali. Dopo i no incassati da Unione industriali, Banco di Napoli e altri istituti, ora si aggiunge quello della Provincia.

La rete di associazioni, coordinata da Legambiente, lancia dunque una controffensiva «dal basso»: l’adozione di una delle rarità che raccontano l’identità cittadina (che in molti casi coincide con la storia europea). Adozione simbolo: basta scegliere con un clic tra dieci cimeli segnalati da un nuovo sondaggio sul sito del nostro giornale. Adozione reale: un euro da versare in salvadanai che saranno distribuiti nelle librerie del centro e in altre sedi, o sul conto corrente. Non solo. Che c’è di meglio di una visita per favorire un incontro? Ci penseranno un gruppo di docenti universitari che, in occasione di Maggio dei Monumenti, guideranno gratuitamente i lettori nella torre di Castel Nuovo, alla scoperta dei tesori di Storia Patria. Ogni visita sarà un viaggio nel passato di Napoli e del Mezzogiorno a partire da manoscritti, documenti, libri e altre fonti (ingresso da 10 euro a salire, in base alle tasche, e il ricavato sarà interamente devoluto alla Società). Il sondaggio sul nostro sito offre invece, per sintesi internettiana, una sorta di Top Ten del patrimonio conservato nelle belle sale del castello. Eccoli.


L’AUGUSTALE DI FEDERICO II - L’augustale è una moneta d’oro, della grandezza di 20 centesimi di euro, coniata nel 1231 per ordine di Federico II di Svevia, imperatore germanico e re di Sicilia. La moneta non era solo un mezzo di pagamento, che testimonia peraltro l’enorme sviluppo dei commerci nel Duecento, ma è anche un segno del potere. L’imperatore, definito Cesare nella legenda, è raffigurato come un antico romano: in effetti egli si richiamò costantemente agli imperatori romani, come se ne fosse il successore, come se la sua politica di potenza non fosse che un ristabilimento dell’ordine antico. La Società di Storia patria possiede un’importantissima collezione di circa 2000 monete di tutti i tempi, donata da Bartolomeo Scacchi nel 1926.


MANOSCRITTO DI CASTEL DELL'OVO (423) - Nell’isolotto di Castel dell’Ovo si trovava nel Medioevo il monastero femminile di San Pietro ad Castrum (al castello), oggi scomparso. Ci è rimasto questo manoscritto in pergamena, di cui vediamo le prime pagine. Si tratta in realtà di un atto notarile, rogato dal notaio Ruggero Pappansogna il 9 aprile 1423, e confezionato nella forma di un fascicoletto reso solenne dalla miniatura di San Pietro, circondato da stemmi nobiliari, tra i quali c’è quello degli Angiò-Durazzo, re di Napoli. Il manoscritto è importante per la storia dell’arte e per la storia religiosa ed economica di Napoli: esso contiene infatti un inventario di tutti i beni posseduti dalle monache nella città e nei suoi dintorni (botteghe, terreni ecc.). È solo uno dei 30.000 manoscritti posseduti da Storia patria.


UNO DEI PRIMI LIBRI A STAMPA DEL MONDO - Ed eccoci a una delle prime opere stampate in Italia dopo l’invenzione di Gutenberg, la rivoluzionaria tecnica dei caratteri mobili. Questo incunabolo, come vengono chiamati i libri a stampa del ’400, contiene un’opera di Sant'Agostino (De Civitate Dei) e fu prodotto a Subiaco il 12 giugno del 1467 dai proto-tipografi Corrado Sweynheym e Arnaldo Pannartz. L’esemplare è miniato in rosso con fregi che incorniciano alcune parti. Esso appartenne, tra gli altri, al marchese de Sterlich, nobile abruzzese, filosofo e intellettuale, vissuto nel XVIII secolo (si vede la nota di possesso in fondo alla pagina). La Società possiede alcune decine di incunaboli, oltre a migliaia di volumi del ’500: in Campania è la collezione più importante di libri antichi dopo quella della Biblioteca Nazionale di Napoli.


UN DIPLOMA DI LAUREA DEL 1566 - Ancora oggi, il diploma di laurea viene comunemente chiamato pergamena, anche se è stampato su carta. Questa che vediamo è davvero una pergamena di laurea, abbellita da splendide miniature. In basso si trovava un grande sigillo pendente, oggi scomparso. Il diploma, in lingua latina, fu emesso da don Innico d’Avalos d’Aragona, cardinale di Sant'Adriano, gran cancelliere del regno di Napoli (il nome è in lettere capitali al principio) in favore di Cesare Palazzo di Cosenza, proclamato dottore in diritto canonico e civile il 1 ottobre 1566, dopo un esame che è definito «rigoroso e tremendo», e che consistette in una lezione pubblica tenuta nel Duomo di Napoli. Questa è solo una delle 3200 pergamene possedute da Storia Patria.


MANUALE DI CATERING DEL 1694 - Da sguattero a scalco, ovvero a maggiordomo, passando per aiuto cuoco e trinciante. Dal cardinale romano Antonio Barberini al vicerè Carrillo y Salsedo, Antonio Latini (1642-1696) percorre rapidamente tutte le tappe fino a consacrare la sua fama dando alle stampe Lo Scalco alla Moderna (1692-1694): nei due volumi, (il secondo interamente dedicato alle vivande di magro), si leggono consigli per cuochi e dispensieri, spenditori e bottiglieri, raccomandazioni ai trincianti, suggerimenti ai padroni su come comportarsi con la servitù; indicazioni su come imbandire le tavole (vedi foto) e realizzare i trionfi; ricette di arrosti, bolliti, stufati, fritti, brodi, minestre, pasticci, pizze, salse, aceti profumati, conserve, sciroppi e sorbetti. Non mancano un’appendice con liste di banchetti e ricette per convalescenti e un catalogo dei prodotti gastronomici d’eccellenza e dei migliori vini del Regno di Napoli. È solo uno dei 350.000 volumi di Storia Patria.


INCISIONE: CARNEVALE IN VIA TOLEDO - Carnevale in via Toledo (1778) 22 febbraio 1778, sfilata di Carnevale in via Toledo. Si tratta di una delle dodici tavole incise da Raffaello Morghen per ricordare la “cavalcata turca” di quell’anno. A Napoli, a partire dalla metà del ’700, le feste di ispirazione orientale erano diventate molto popolari, anche in seguito agli accordi diplomatici e commerciali fra Ottomani e Regno di Napoli. Le feste, organizzate per le celebrazioni religiose e per magnificare i fasti della corte, celebravano le virtù dei principi e dello Stato e assicuravano il consenso del popolo attraverso magnifiche costruzioni scenografiche con apparati, cuccagne e trionfi barocchi, puntualmente “fotografati” dai più brillanti incisori dell’epoca. Questa è solo uno degli oltre 3500 fogli di disegni ed incisioni conservati a Storia patria.


LA FOTO DEL BRIGANTE DI GE' - Un brigante apprezzato da Giustino Fortunato. Nella foto è ritratto il brigante Michele Di Gè di Rionero in Vulture. La foto si trova oggi nel fondo Fortunato (libri, manoscritti e carte varie) custodito da Storia patria. Essa documenta l'interesse di Giustino Fortunato (1848-1932), storico e politico, per il Mezzogiorno. Condannato all'ergastolo nel 1869, Di Gè, che non era colpevole di omicidio, fu scarcerato nel 1894; per «restare un ricordo» stampò nel 1911 un'autobiografia, che Fortunato e lo storico Gaetano Salvemini considerarono una rilevante testimonianza dei tempi del brigantaggio. La foto del pastore diventato brigante figura tra le migliaia di documenti che, grazie a storici e filologi, diventano “parlanti” e, attraverso vicende individuali minori, permettono di conoscere meglio gli eventi della grande storia.


ACQUERELLO DEL COSTUME DI FAUST PER IL SAN CARLO 1838 - Il disegno, acquarellato a colori vivaci, è uno studio per il costume di scena dei protagonisti di una pantomima, probabilmente il Faust di Salvatore Taglioni (1789-1868), ballerino e coreografo siciliano, che, stabilitosi a Napoli, lavorò a lungo per il San Carlo, di cui fu direttore dei balli dal 1817 al 1860. La pantomima fu rappresentata nel 1838: i costumi riecheggiavano gli abiti medievali, ma erano chiaramente influenzati dalla moda ottocentesca, con la gonna gonfia e decorata e la pettinatura alla tedesca. È solo uno dei 400 disegni di opere, pantomime e balletti di epoca borbonica presenti nella Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria.


UNA LETTERA DI DARWIN - La lettera fu spedita da Charles Robert Darwin il 25 luglio 1853. Darwin ringrazia Alexis Perrey per alcuni resoconti scientifici ricevuti. È solo uno dei preziosi documenti contenuti nel Fondo Sismico della Società Napoletana di Storia Patria. Il sismologo francese A. Perrey (1807-1882) raccolse una ricchissima biblioteca di documentazione di fenomeni sismici, vulcanesimo e manifestazioni ad essi connessi, che fu acquistata dalla Sezione napoletana dl Club Alpino, e da questa affidata in via definitiva alla Società nel 1894. Il Fondo, con i suoi documenti, libri, periodici, ritagli di giornale, incisioni, fornisce una mappatura pressoché completa, sul piano nazionale e internazionale, degli eventi sismici e vulcanici.


FOTO DELL’ACQUA SULFUREA DI SANTA LUCIA - Cinque adulti e un ragazzino a piedi nudi raccolgono nelle mummere l’acqua sulfurea di Santa Lucia. Si trovano in una grotta sotto il livello della strada, ai primi del secolo scorso. La foto è tratta dalla Raccolta di Fotografie di Napoli dell’800, ne’ suoi monumenti, nei suoi costumi, nella sua vita, donata alla Società da Gennaro D'Amato (1857-1947), giornalista, illustratore, fotografo e pittore. L’album (160 fogli con oltre 400 fotografie) documenta paesaggi, ambienti, trasformazioni del tessuto urbano, fatti di cronaca, feste popolari (Madonna dell'Arco, Montevergine, la corsa dei Gigli di Nola). Le foto vanno messe in collegamento con la stagione del verismo artistico e letterario, che fa capo a protagonisti come Vincenzo Gemito, Vincenzo Migliaro e Matilde Serao.

 

Natascia Festa

 

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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011
ISSN 2239-7035 (del 14 luglio 2011)
Direttore Responsabile & Editore: GIOVANNI DI CECCA


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