Tempio dei Dioscuri di Napoli |
Giovedì 10 Gennaio 2013 20:22 | ||
Il tempio dei Dioscuri è un tempio romano di Napoli sulle cui rovine sorge la basilica di San Paolo Maggiore in piazza San Gaetano.
Cenni sui Dioscuri
Nell'Odissea di Omero, Castore, domatore di cavalli, e Polluce, valente pugilatore, sono indicati come figli di Leda e di Tindaro. Secondo altre tradizioni erano figli di Zeus e per questo motivo chiamati Dioscuri, che in greco significa proprio figli di Zeus. Il culto dei due eroi costretti a vivere e morire ciascuno a giorni alterni era molto diffuso in Grecia, soprattutto a Sparta, ma anche nelle colonie della Magna Grecia e della Sicilia. I Dioscuri erano considerati numi della poesia, della musica e della danza, e nelle pòleis dell'Italia meridionale venivano venerati come protettori dei naviganti.
Del resto in una città marinara come Neapolis, era naturale che accanto ad Apollo e a Demetra Attica figurassero tra le patrie divinità anche i due intrepidi gemelli, legati al mare e cari a Poseidone.
Storia
Il tempio venne probabilmente costruito inizialmente all'epoca della fondazione della città [1], come sembra provato dai resti di fondazioni attribuite al V secolo a.C., e fu dedicato ai Dioscuri, Castore e Polluce.
Fu ricostruito nella prima età imperiale, probabilmente sotto Tiberio (14-37 d.C.), nel quadro di una nuova sistemazione urbanistica dell'area del foro napoletano: il culto dei Dioscuri si era trasformato in un culto di tipo dinastico, strettamente collegato ai membri della casa imperiale destinati alla successione.
L'iscrizione della facciata riportava il seguente testo:
I finanziatori dell'opera furono dunque due liberti imperiali, di origine orientale.
Il tempio tra l'VIII e il IX secolo venne inglobato nella chiesa di San Paolo, conservando inalterata la facciata, con l'iscrizione dedicatoria incisa sul fregio e la decorazione del frontone. Un disegno dell'artista portoghese Francisco de Hollanda riprodusse la fronte dell'edificio nel 1540, con particolare cura per le figure del frontone e per l'iscrizione che i finanziatori dell'opera avevano voluto porre a ricordo.
Tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento la chiesa, inserita nel convento istituito da san Gaetano di Thiene, fu ricostruita da Francesco Grimaldi, sempre lasciando in facciata l'antico pronao del tempio.
I terremoti del 1686-1688 causarono gravi danni alla facciata: soltanto quattro delle otto colonne corinzie erano rimaste in piedi con due basi. Gli elementi crollati, lasciati sulla strada, andarono dispersi con il tempo[2]. Altre due colonne furono rimosse nei primi anni del Settecento.
Nel 1972, proprio sotto le statue di san Pietro e san Paolo, simmetricamente disposte sulla facciata, incastrati in due nicchie, sono stati rinvenuti due torsi di marmo più grandi del vero, identificati come statue di Castore e di Polluce e oggi conservati al museo archeologico dopo il restauro.
Decorazione del frontone
La decorazione del frontone [3] del tempio dei Dioscuri è stata ricostruita attraverso il disegno del 1540 di Francisco de Hollanda. Le figure convergono al centro del frontone, dominato dai personaggi principali, i Dioscuri e la personificazione della pòlis. Agli antoli sono dei tritoni, e le personificazioni della Tellus (la dea Terra) e di Oceanus, accanto ad Apollo e Diana.
Le due colonne superstiti che oggi caratterizzano al facciata della basilica di San Paolo Maggiore sono di ordine corinzio.
Note
Bibliografia
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