Vaticano - Papa Francesco «Perché ho scelto il nome Francesco» |
Scritto da Giovanni Di Cecca, inviato presso la Santa Sede |
Sabato 16 Marzo 2013 13:55 |
Presso al Sala Nervi in Vaticano si è tenuto oggi l'Udienza, la Prima Udienza Generale del nuovo Pontefice, ed i primi ad aver avuto accesso siamo stati noi della Stampa. Una lunghissima attesa dove non sono mancati scambi di foto e di interviste tra di noi stessi (circa 6.000 i giornalisti, tele-cineoperatori e fotografi di 81 paesi) Di seguito c'è il video integrale ed il testo del discorso di Papa Francesco, dove personalmente spiega le motivazioni per la scelta del nome, primo Papa dalla morte del poverello di assisi nel 1226 ad assumere questo nome. Scherzando il Pontefice ha ricordato come qualche Cardinale gli abbia detto di chiamarsi Clementi XV, per vendicare l'Ordine dei Gesuiti cui appartiene della chiusura voluta da Clemente XIV. Ma lui, in quel momento di particolare ha pensato ai poveri e spera in una chiesa povera.
Qualche collega dlla stampa ha paragonato Papa Francesco a Papa Giovanni XXIII, soprattutto nel concetto di una nuova aria fresca che sta entrando nel Vaticano.
I passi simbolici del nuovo Papa, in appena tre giorni dall'elezione, sono stati, considerato il ruolo, passi da gigante, fatti come un umile francescano (anche se Gesuita) Solo il tempo potrà dire se sono giusti o meno. Da quello che ho visto, più che un parallelo con il Papa Buono, io vedo sempre più un ottimo parallelo con Papa Luciani, Giovanni Paolo I, anche lui primo ad usare due nomi nella storia, e fare a della semplicità il suo punto di forza. Purtroppo, la morte improvvisa (e secondo alcuni non naturale) dopo 33 giorni dall'elezione ci hanno negato la verità delle azioni che si sviluppano durante la storia.
"Cari amici, Un ringraziamento particolarmente sentito va a quanti hanno saputo osservare e presentare questi eventi della storia della Chiesa tenendo conto della prospettiva più giusta in cui devono essere letti, quella della fede. Gli avvenimenti della storia chiedono quasi sempre una lettura complessa, che a volte può anche comprendere la dimensione della fede. Gli eventi ecclesiali non sono certamente più complicati di quelli politici o economici! Essi però hanno una caratteristica di fondo particolare: rispondono a una logica che non è principalmente quella delle categorie, per così dire, mondane, e proprio per questo non è facile interpretarli e comunicarli ad un pubblico vasto e variegato. La Chiesa, infatti, pur essendo certamente anche un’istituzione umana, storica, con tutto quello che comporta, non ha una natura politica, ma essenzialmente spirituale: è il Popolo di Dio. Il Santo Popolo di Dio, che cammina verso l’incontro con Gesù Cristo. Soltanto ponendosi in questa prospettiva si può rendere pienamente ragione di quanto la Chiesa Cattolica opera. |