Oggi ricorre il 10° anniversaerio della morte di Indro Montanelli, maestro di giornalismo, di umanità ed indipendenza.
Ciò che ricordo con particolare affetto fu la brevissima epopea del suo ultimo giornale, La Voce, omaggio a Giuseppe Prezzolini.
Più che la prosopopea troppo spesso abusata per i Grandi, vorrei riportare alcune sue testimonianze, in una sorta di Stanza Virtuale in omaggio alla sua arguzia e sagacia.
Dalla cena che ebbe con Papa Giovanni Paolo II in Vaticano nel 1986:
«La sera che cenai col Papa [...] cenai praticamente da solo [...]. Per la prima volta, nella mia lunga carriera d'inappetente sempre in imbarazzo per ciò che rifiuta, mi sentivo in colpa d'ingordigia. [...] Quando ci alzammo da tavola, lui che c'era rimasto seduto quasi due ore a veder noi mangiare, mi accompagnò lungo il corridoio. Ma, passando davanti alla cappella, mi toccò il braccio e con qualche esitazione, come avesse paura di apparirmi indiscreto, mi disse: «So che sua madre era una donna molto pia. Vogliamo dire una piccola preghiera per lei?». C'inginocchiammo l'uno accanto all'altro. Ma quando, nel congedarmi, accennai a un inchino, me lo impedì serrandomi il polso in una morsa di ferro, e mi abbracciò accostando due volte la tempia alle mie. Come faceva mio padre, che baci non ne dava.»
Quando rifiutò la poltrona di Senatore a Vita
«Non è stato un gesto di esibizionismo, ma un modo concreto per dire quello che penso: il giornalista deve tenere il potere a una distanza di sicurezza.»
e ancora:
« Purtroppo, il mio credo è un modello di giornalista assolutamente indipendente che mi impedisce di accettare l'incarico. »
Chiudo con il necrologio che egli stesso scrisse e che fu pubblicato dal Corriere della Sera il 23 luglio 2011:
«Mercoledì, 18 luglio 2001 - ore 1.40 del mattino. Giunto al termine della sua lunga e tormentata esistenza - Indro Montanelli - giornalista - Fucecchio 1909, Milano 2001 - prende congedo dai suoi lettori ringraziandoli dell'affetto e della fedeltà con cui lo hanno seguito. Le sue cremate ceneri siano raccolte in un'urna fissata alla base, ma non murata, sopra il loculo di sua madre Maddalena nella modesta cappella di Fucecchio. Non sono gradite né cerimonie religiose, né commemorazioni civili.»
Ciao Indro,
ovunque tu sia