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La tregua di Natale del 1914


La tradizione del Natale
tra leggenda e storia

 

 

Scritto da Giovanni Di Cecca, inviato presso la Santa Sede  
Giovedì 08 Maggio 2025 22:00

Scorrono veloci le rotaie sotto il treno, come il tempo che è passato dalla morte di Papa Francesco e l'elezione di Papa Leone XIV.

Due giornate particolari, quella dell'elezione dei due pontefici, per me, che ho avuto occasione di essere presente, ma sempre seconde a quelle che ho visto e vissuto a Castel Gandolfo, testimone dell'evento del XXI Secolo: la rinuncia di Benedetto XVI.

Il detto morto un Papa se ne fa un altro sembra semplice, e forse cinicamente da secoli lo è.

Tutti noi in fin dei conti siamo di passaggio, ma la differenza tra essere di passaggio come accade a molte persone ed essere testimoni del proprio tempo, è la cifra che ho sempre messo avanti all'essere giornalista e di conseguenza osservatore, per certi versi privilegiato, della Storia quando diventa con la S maiuscola.

In primis, devo riconosce, sono stato spiazzato in un modo che non mi sarei mai immaginato.

Del resto Bergoglio lo avevo indicato nella mia ipotetica tris papale 12 anni fa.

Oggi no.

Oggi alle parole del Cardinale Dominique Mamberti: "Dominun Robertum Franciscum, Cardinalem Prevost" ho avuto lo stesso smarrimento che ebbero i fedeli a Piazza San Pietro all'epoca di Wojtyla che in molti immaginavano un Papa africano.

Eppure da poche ore abbiamo un Papa Statuintense.

Sia chiaro, dopo uno che i Cardinali lo erano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, Chicago, a confronto, è tutto sommato dietro l'angolo o quasi.

Eppure la cifra stilistica che ha usato è stata completamente dirompente anche rispetto a tutti gli altri.

Tutti i pontefici, almeno da Giovanni Paolo I in poi (andare troppo indietro significa anche andare in un tempo molto distante socioculturalmente dal nostro) hanno sempre avuto i peso dell'approvazione dei fedeli ai quali si presentavano sia da vicino che in collegamento Eurovisione o tramite satellite (come si diceva una volta) che per chi non fosse il frontman di una rockband è difficile da sopportare.

Nel suo discorso, Papa Leone XIV ha usato sia per l'incipit del suo pontificato che nel discorso (pubblicato qui) la parola Pace per ben 9 volte.

Addirittura la prima parola è stata La pace sia con tutti voi!

Molti anni fa, quando la televisione in Italia era agli albori c'era un prete, Padre Mariano da Torino (che attualmente ha lo status di Venerabile), che aveva l'abitudine di iniziare la sua trasmissione di stampo religioso con "Pace e bene a tutti", che è rimasto un po' nell'immaginario collettivo, di svariate generazioni che hanno avuto occasione di vedere, fosse solo su Techeté della Rai, questo prete come entrava nelle case degli italiani degli anni '50 e '60.

Allo stesso modo, Papa Leone XIV (nome importante ed un po' complesso per chi è rimasto a Giovanni Paolo II) il suo incipit di pontificato è stato sullo stesso stile.

Forse deve essere un mood per tutti gli ordini come i frati cappuccini (padre  Mariano) e gli agostiniani come l'attuale Papa.

Il treno corre veloce, e lo scrivere col portatile sembra quasi una scena da film, lo scorrere dei binari quasi come lo scorrere mentalmente il tempo che si è vissuto.

Ma quasi a Napoli Centrale non posso non domandarmi quali siano le sfide che questo Papa ha davanti a se.

Se dovessi citare la prima, che sembra quasi una sorta di "bestemmia" è quella citazione finale di San Malachia di Armagh, il libro con i motti dei pontefici fino alla fine della chiesa.

Dopo il motto "In persecutione extrema S.R.E. sedebit." che è stato attribuito a Papa Francesco, l'elenco si conclude con il testo:

(latino)

«Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septicollis diruetur, et Judex tremendus iudicabit populum suum. Finis.»

(italiano)

«Pietro Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine.»

Ovviamente da decenni (per non dire secoli) viene considerato un falso del 1590, ed è forse anche basato sul numero finito di medaglioni presenti a San Paolo fuori le mura.

Certo che la sua elezione, che come ricordato dallo stesso pontefice, ricade nella supplica alla Madonna di Pompei (tra le altre cose scritta dal Beato Bartol Longo come adesione all'invito che, nella sua prima Enciclica sul Rosario, Papa Leone XIII aveva fatto ai cattolici, ad un impegno spirituale volto a fronteggiare i mali della società), ma ricade anche nel day after del nuovo fronte di guerra tra India e Pakistan che dura da 70 anni con alterne vicende, con il fronte che da un anno, quasi 2 c'è tra Israele e Gaza, oltre alla visita di Xi a Mosca che sembra rinsaldare il legame con Putin, anche dal punto di vista economico, visto la guerra dei dazi che gli USA con Trump hanno messo al 145%, e ovviamente il conflitto che ormai da tre anni perdura a tra Russia e Ucraina e non vede una fine, alla divisione interna dei cattolici in USA (e non solo).

Senza contare le problematiche finanziare che ha la Citta Stato del Vaticano dovute ad una drastica diminuzone delle donazioni, soprattutto dagli USA e dai risarcimenti che la Chiesa sta affrontando per gli abusi sessuali fatti da alcuni prelati, combattuti anche da Papa Francesco a viso aperto.

Ormai sono in stazione il treno si è quasi fermato, e pure io, ora, non posso far altro premere pubblica e spegnere il portatile.

Le sfide sono tante, ma come si dice in questi casi, Roma non fu edificata in una notte.

 

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