Controversia sull'invito di papa Benedetto XVI alla Sapienza |
![]() |
![]() |
Lunedì 11 Febbraio 2013 19:25 | ||
Il 20 novembre 2007 il rettore dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" invitò papa Benedetto XVI affinché inaugurasse l'anno accademico, il 17 gennaio. Contro la decisione del rettore nacque una controversia sull'opportunità dell'invito. A seguito delle proteste espresse da numerosi docenti e studenti la Santa Sede decise di declinare l'invito.
I fatti
Già il 14 novembre, a seguito della notizia del probabile invito del papa alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico, fu redatta una lettera di protesta[1] dal docente Marcello Cini, pubblicata dal quotidiano il manifesto. A questa lettera seguì, il 23 novembre, una lettera ad uso interno indirizzata al rettore e firmata da 67 docenti (su circa 4.500) dell'Università, sottoscritta successivamente da altri 700 tra professori e scienziati, italiani e non[2]; tale lettera divenne di pubblico dominio nel mese di gennaio, a ridosso della cerimonia.[3]
Nella prima lettera Cini, con aspri toni, faceva riferimento alla Lectio magistralis tenuta a Ratisbona e accusava, erroneamente, il Pontefice di appoggiare la teoria del "Disegno intelligente" e criticava in particolar modo la scelta del rettore di non aver discusso l'invito con il Senato accademico. Nella seconda lettera i docenti condividevano l'intervento del Cini e aggiungevano inoltre un riferimento ad una citazione di Feyerabend su Galilei fatta alla Sapienza il febbraio 1990 dall'allora cardinale Ratzinger.[4][5].
Con l'avvicinarsi dell'evento, si verificò una lunga serie di manifestazioni[6] da parte di numerosi studenti dell'Ateneo contrari all'invito al Pontefice, al sindaco di Roma Walter Veltroni ed al ministro dell'Università Fabio Mussi, culminata con l'occupazione della sede del Senato Accademico[7] e del rettorato.[8]
Il 15 gennaio 2008, come conseguenza dei fatti di seguito riportati, la Santa Sede declinò l'invito del rettore dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" a papa Benedetto XVI perché inaugurasse l'anno accademico, il 17 gennaio. Il discorso inaugurale del papa[9] fu comunque letto dal prorettore.
Diversi esponenti del mondo politico e istituzionale italiano espressero solidarietà al Papa e condanna per i 67 docenti e gli studenti contestatori, accusati di intolleranza[10]. Il mondo culturale espresse posizioni più variegate sull'interpretazione dei fatti e dei contenuti delle lettere in questione; vi fu un pubblico appello di solidarietà ai 67 docenti promosso dalla rivista Historia Magistra [11] come pure pubblici appelli di solidarietà al Papa promossi dal quotidiano on line L'Occidentale [12] e dall'associazione culturale EURESIS.[13]
Il discorso tenuto da Joseph Ratzinger a "La Sapienza" nel 1990
Un discorso fu tenuto all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" il 15 febbraio 1990, dall'allora cardinale Ratzinger[4].
Tali parole sollevarono forti polemiche nel mondo scientifico, in particolar modo per una citazione del filosofo della scienza Paul Feyerabend che dava un positivo giudizio dell'operato della Chiesa cattolica relativamente al processo a Galileo Galilei. Alcuni[14] dissero anche che Ratzinger avrebbe interpretato male, e quindi usato a sproposito, il pensiero di Feyerabend, spiegando che l'affermazione citata sarebbe stata tratta da un discorso per assurdo del filosofo, che quindi sarebbe stato contro il processo a Galilei.
Ma i dubbi sulla correttezza dell'interpretazione di Ratzinger sono fugati dallo stesso Feyerabend, che nel 1990 commentò personalmente il discorso del cardinale in un'intervista al settimanale Il Sabato, affermando che[15]
Sul processo, dopo che papa Giovanni Paolo II ebbe auspicato un "riconoscimento leale dei torti, da qualunque parte essi vengano", venne aperta una commissione di studio.[16] È controverso se Ratzinger fosse d'accordo con le citazioni riportate o meno. In un articolo[17] de il Giornale si affermò che la presunta cattiva interpretazione fu causata da un'incompleta citazione delle parole di Ratzinger di Wikipedia. Secondo l'articolo le parole conclusive mancanti su Wikipedia mostrano come Ratzinger «ritiene «assurdo» appropriarsene [della citazione di Feyerabend] per sostenere che la Chiesa con Galileo avrebbe avuto ragione».
Uno dei sottoscrittori della lettera, il fisico teorico Giorgio Parisi, aveva risposto in precedenza a critiche simili, riportando anche la parte dell'intervento non presente precedentemente su Wikipedia. Parisi evidenzia come il futuro Papa "non si distanzia dall’affermazione di Feyerabend [...] Conclude dicendo di non voler usare questo testo per una “frettolosa apologetica”, ma non ne nega la validità".[14]
Secondo un articolo de L'Osservatore Romano,[18] la prova che i docenti avrebbero sbagliato a causa di Wikipedia sarebbe la coincidenza tra la data ed il luogo da loro riportata e quella riportata al tempo da Wikipedia, i quali erano entrambi errati.
Ulteriori ricadute della controversia
Un ulteriore sviluppo della polemica riguardò il fisico Luciano Maiani, che l'8 gennaio aveva ottenuto dal Consiglio dei ministri la ratifica della nomina alla direzione del CNR. Dal momento che Maiani risultava fra i firmatari della lettera dei 67, la Commissione Cultura del Senato nella seduta del 16 gennaio bloccò temporaneamente la nomina. In tale occasione il senatore Franco Asciutti giudicò che l'adesione di Maiani ad un appello «contrario alla presenza del Pontefice in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico» fosse «incompatibile con un atteggiamento equilibrato e laico».[19] La nomina fu sbloccata solo circa un mese più tardi (29 gennaio da parte del Senato, 1º febbraio da parte del Governo), quando il clamore mediatico si era ormai placato.
Reazioni del mondo cattolico
Il mondo cattolico, alla notizia dell'annullamento della visita, reagì con indignazione parlando di «libertà di espressione negata», sebbene tale annullamento fosse stato deciso dalla Santa Sede. Il giorno successivo, studenti cattolici della Sapienza, espressero la loro solidarietà al Papa partecipando all'udienza del mercoledì. Il cardinale Ruini, all'epoca vicario di Roma, organizzò invece una manifestazione la domenica successiva all'Angelus a Piazza San Pietro che doveva avere un ruolo di «riconciliazione fra la città di Roma e il Papa», alla quale parteciparono rappresentanti di tutte le associazioni cattoliche oltre ad esponenti della politica.
Durante la cerimonia d'inaugurazione, studenti di Comunione e Liberazione vi parteciparono con la bocca imbavagliata, esponendo cartelli sulla presunta «mancanza di libertà all'interno del mondo universitario italiano».
Il giornalista Giuliano Ferrara propose a tutti gli intellettuali che si erano laureati alla Sapienza di restituire provocatoriamente la loro laurea. Nessuno diede seguito all'appello.
Note
|