Legge Gasparri |
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Venerdì 14 Dicembre 2012 15:22 |
La cosiddetta legge Gasparri, dal nome del ministro all'epoca responsabile della materia, il deputato Maurizio Gasparri, è la legge n. 112 del 3 maggio 2004 - "Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI - Radiotelevisione italiana S.p.A., nonché delega al Governo per l'emanazione del testo unico della radiotelevisione".
La legge Gasparri è una delle leggi più discusse del Governo Berlusconi II. Si tratta in sostanza di una legge di riforma generale del sistema radiotelevisivo, la terza "legge di sistema" dopo la legge n. 103/1975 e la legge Mammì del 1990. La successiva legge Maccanico del 1997 aveva cercato di rimediare alla carenza normativa della legge Mammì per garantire maggiormente il pluralismo esterno.
L'iter legislativo
La legge, proposta dall'allora ministro delle comunicazioni, Maurizio Gasparri, è stata oggetto di un iter legislativo molto complesso. Approvata dal Parlamento il 2 dicembre 2003, è stata rinviata alle Camere dal Presidente Ciampi il successivo 13 dicembre, con messaggio motivato.
Il messaggio del Presidente ha dei richiami precisi:
La legge definitiva
Per quanto riguarda il primo richiamo mosso dal Presidente col suo messaggio, il Governo si è preoccupato di adottare un decreto legge (il c.d. decreto salvareti), che è poi stato convertito in legge dal Parlamento in data 23 febbraio 2004, aspramente criticato perché di fatto calpestava una sentenza della Consulta che ordinava la messa sul satellite di una rete Mediaset ovvero Rete 4 e la conseguente perdita di pubblicità su Rai 3. Il nuovo testo della legge Gasparri è stato approvato in via definitiva il 29 aprile (dopo 130 sedute e la presentazione di 14000 emendamenti), e promulgato dal Presidente il 3 maggio 2004.
Principi della legge
La legge Gasparri contiene delle novità:
Critiche alla legge
La legge Gasparri è stata criticata per i seguenti motivi:
La Legge Gasparri e la Commissione europea
La Commissione europea era intervenuta con una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia dove si chiedeva spiegazione sulla Legge Gasparri in relazione alle modificazioni del sistema radio-tv, alcune delle quali poi giudicate dalla stessa Commissione incompatibili con il diritto comunitario. Nel luglio 2007 venivano accordati all'Italia due mesi di tempo per correggere i rilievi di problematicità evidenziati dalla Commissione nei confronti della Legge Gasparri nella parte relativa al digitale terrestre.
Tale procedura d'infrazione è stata successivamente sospesa in attesa dell'adozione da parte del Governo Italiano di misure atte a garantire il rispetto del diritto comunitario. Senza la messa a norma conformemente alle decisioni dell'Unione Europea, l'Italia sarebbe stata passibile di una sanzione pecuniaria, inizialmente quantificata dal giornalista Marco Travaglio in 300-400 mila euro al giorno. Tale multa non dovrà pertanto essere pagata se da parte italiana l'azione di recepimento normativo delle richieste promosse in ambito comunitario proseguirà nelle tempistiche garantite dal Governo Italiano alla Commissione europea. In attesa del completamento di questo processo le commissarie competenti, ovverosia Viviane Reding e Neelie Kroes, hanno deciso di non adottare ulteriori passi formali contro l'Italia. |