5° Gorno di Guerra |
Scritto da Giovanni Di Cecca |
Giovedì 24 Marzo 2011 00:48 |
La Libia non ha più difesa aerea! Dopo cinque giorni di bombardamenti la difesa aerea Libica è stata completamente annientata: lo ha detto, secondo la Bbc, l'Air Vice Marshal della Raf Greg Bagwell a Gioia del Colle dove sono di base i caccia britannici. «La loro forza aerea non esiste più come forza combattente», ha detto Bagwell: «Il loro sistema di difesa integrata e le reti di comando e controllo sono così gravemente degradate che possiamo operare con relativa impunità sulla Libia». Bagwell ha inoltre aggiunto che le forze aeree della coalizione controllano ed osservano le forze di terra e sono pronte ad attacarle. Se queste voci rispondessero al vero si profila davanti a noi una riedizione della Guerra dei sei giorni. Altra notizia interessante è quella di un contatto tra i fedelissimi di Gheddafi e gli Americani, tra i quali figurerebbe anche il cognato. Ma se da un punto di vista militare le cose sembrano andare bene, il vero nodo si stringe, ancora una volta, su fronte Italo-Francese e sul ruolo della NATO in questa azione militare. Il Ministro Frattini, nella sua relazione al Senato: «era necessario partire con un azione urgente che scongiurasse il massacro dei civili» ma ora «dobbiamo tornare alle regole con un unica catena di comando unificato alla Nato» ha sottolineato Frattini. Bisogna arrivare ad un comando unificato Nato - ha aggiunto il ministro degli Esteri - perché l'Italia non vuole e deve «evitare il rischio di essere corresponsabile di azioni non volute» in Libia da parte di altri Paesi. « Per l'Italia è necessario giungere quanto prima a un "cessate il fuoco" in Libia per aprire una «fase politica» che abbia come sbocco un «dialogo di riconciliazione nazionale» tra tutte le componenti della società. L'unica precondizione posta dalla comunità internazionale è l'abbandono del potere da parte di Gheddafi» ha detto ancora Frattini. «Non si tratta di fare la guerra, ma di impedire la guerra» ha sottolineato ancora Frattini. Pur sorvolando il problema di chi guida la coalizione non possiamo tralasciare almeno due fronti che riguarda la nostra sicurezza nazionale: immigrazione incontrollata e flusso di armi illegali. Se in ottemperanza della risoluzione ONU la no-fly-zone sembra essere raggiunta, il problema che rimane nella risoluzione definitiva di questa Guerra Libica sono l’embargo e una missione di terra. L’embargo come detto in precedenza, ricorda tanto gli assedi medioevali, ma la missione di terra non è prevista dalla risoluzione ONU 1973. Questo punto non è da sottovalutare per le seguenti ragioni: - riprendendo le parole di Frattini, era necessario intervenire per scongiurare un massacro di civili. Ma tale problema non si risolve se non si cerca in un qualche modo di bloccare le truppe cosiddette Lealiste; - come ci insegna la storia recente, gli embarghi non risolvono i veri problemi della popolazione, ma in molti casi la rendono più vicina al loro dittatore per le inevitabili conseguenze economiche e sociali che comporta; - non vengono risolte i problemi di immigrazione incontrollata con la possibilità di infiltrare terroristi appartenenti ad Al Qaeda; - ultimo ma non ultimo, il problema delle Nostre industrie petrolifere che si trovano nell’area, che devono essere salvaguardate. In ultimo, quasi che la Storia si diverta a presentare il conto, in questo 2011 ricorrono i 100 anni della Guerra Libica del 1911, quando l’Italia, seppur in ritardo rispetto alle altre potenze coloniali, si conquistò uno spazio al sole d’Africa. |