3° Giorno di Guerra |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Martedì 22 Marzo 2011 00:55 |
Guerra Lampo? Questo è l’auspicio del Presidente USA Obama! Dopo due giorni di bombardamenti, alla fine del terzo giorno di guerra l’avanzata delle forze di Gheddafi contro Bengasi, Ajdabiya e Misurata «si sono fermate» come conseguenza dell'azione militare delle forze Usa ed Europee. A dare questa affermazione non è un portavoce ufficiale del governo libico, ma un funzionario che ha voluto rimanere anonimo. Come si diceva ai tempi della Cortina di Ferro: giungono voci!
Oggi è stato anche il secondo giorno di appoggio della nostra aviazione militare, che sempre stando alle voci che giungono (questa volta ufficiali) non dovrebbero aver lanciato missili, ma dovrebbero solo aver contribuito al supporto della missione.
Ma se da un punto di vista squisitamente bellico sembra che lo stillicidio delle forse libiche proceda bene, la vera battaglia si gioca sul tavolo delle diplomazie internazionali. Chi comanda la missione, e chi la comanderà? Questa domanda nelle ultime ore è quella che, incredibile a dirsi, sta affliggendo le diplomazie internazionali. Attualmente sono guidate dalle forze USA con Francia ed Inghilterra, ma Obama, anche per non avere problemi di politica interna vorrebbe lasciare il comando delle operazioni… ma a chi? L’Italia vorrebbe che il tutto passasse sotto il comando NATO, ma Alain Juppé, ha dichiarato che «nei prossimi giorni l'alleanza è pronta a venire in sostegno della coalizione», ma non ha mai pronunciato la parola coordinamento e ha ribadito che le operazioni sotto bandiera Nato non sarebbero le benvenute dai Paesi Arabi. «Siamo in un'operazione voluta dalle Nazioni Unite, portata avanti da una coalizione ad hoc, e alla quale la Nato potrebbe eventualmente portare il suo sostegno», ha rincarato il generale francese Philippe Ponthies, portavoce del ministero della Difesa. «Per il momento, tenendo conto che c'è già una coalizione internazionale formata non solo da paesi europei e membri della Nato, ma anche da paesi arabi, sembra che il sentimento prevalente è che la coalizione continui», ha dato man forte il ministro degli esteri spagnolo Trinidad Jimenez, senza escludere un ruolo di sostegno della Nato. Questa posizione però sta facendo già le prime “vittime”. La Norvegia ha dichiarato l’intenzione di voler sospendere la sua partecipazione fintanto che non si chiarisca chi comanda “la baracca”. Intanto, la posizione italiana si è fatto netta: senza il passaggio delle operazioni in Libia sotto l'ombrello Nato, il governo considererebbe l'idea di istituire un proprio comando separato per gestire le attività di comando e controllo. Così recita la nota del ministro degli Esteri Frattini. A sostegno della richiesta italiana si sono schierati il Lussemburgo, Belgio, Danimarca e Romania. Per Frattini, «c'è un consenso crescente» tra i partner Ue. «Mi aspetto una decisione tra martedì e mercoledì», ha detto. La Turchia intanto ha bloccato domenica i piani per un'eventuale missione. Il premier turco Tayyap Erdogan ha espresso irritazione per la posizione assunta dalla Francia. Alle dichiarazioni dell’Alto Comando Italiano di difesa sull’impossibilità del Rais di attaccare l’Italia, si fanno sempre più insistenti voci sulla non conoscenza dell’arsenale bellico di Gheddafi. Va ricordato che dopo l’embargo, molti degli accordi economici erano anche riferite al ramo bellico. Quindi la esclusione totale di un attacco verso Lampedusa, punta estrama Sud o Pantelleria, punta estrema nord, seppur improbabile, potrebbero essere possibili. Ultimo fronte caldo di una primavera di guerra, è la posizione della Russia L’ex Presidente Putin in alcune dichiarazioni in giornata ha rispolverato la bandiera della Guerra Fredda sostenendo che per affrontare le ingerenze USA sarebbe necessario riarmare l’esercito Russo. Per contraltare il Presidente in carica Medeved si è mostrato più aperto al discorso della risoluzione ONU. Intanto alle 23.05 sono re-iniziati i bombardamenti... |