6° Giorno di guerra |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Venerdì 25 Marzo 2011 11:11 |
Dalla riunione del Consiglio Atlantico di Bruxelles è uscita questa decisione: alla NATO il comando della no-fly-zone, mentre alla Coalizione restano le altre operazioni. Il Segretario Generale della NATO Anders Fogh Rasmussen, nella conferenza stampa di ieri sera ha nella conferenza stampa ha date le seguenti dichiarazioni: «L'alleanza «agirà per proteggere i civili contro il regime di Gheddafi». Quindi la Nato avrà il comando delle operazioni necessarie a imporre e mantenere la no-fly zone sulla Libia. Ma non assumerà il comando completo delle operazioni. E Rasmussen ha aggiunto che «a questo momento ci sarà ancora un'operazione della coalizione e una Nato». Un esempio della distinzione lo offre lo stesso Rsamussen: «La coalizione sta colpendo anche obiettivi che non sono assetti aerei, come per esempio carri armati e convogli. Il mantenimento della no-fly zone, invece vuol dire solo neutralizzare gli assetti aerei di Gheddafi. Questo serve a contribuire alla difesa dei civili» Il passaggio del comando della no-fly-zone passerà alla NATO di Napoli tra lunedì e martedì. Ma non è tutto. Pur con una certa riluttanza della Francia, e per favorire l’intervento della Lega Araba, le operazioni della NATO sono guidate politicamente dal cosiddetto gruppo dei volenterosi (Francia, UK, USA), ma, sul modello della missione ISAF in Afghanistan, permette l’allargamento delle decisioni anche a paesi non NATO, come alla già citata Lega Araba. Il Ministro degli Esteri Frattini in una intervista afferma «Era esattamente quello che l'Italia chiedeva e anche se si tratta di un'intesa politica preliminare il nostro giudizio è certamente positivo perchè - si osserva - si tratta di un comando unico che evita una moltiplicazione di comandi». Anche la cancelliera Tedesca Angela Merkel ha ribadito la necessità di un embargo “ermetico” alla Libia ed al petrolio Libico, ma stando alle parole dell’ammiraglio di divisione Rinaldo Veri, Comandante delle Forze Navali NATO nel Mediterraneo, gli uomini e i mezzi ci sono. Rimangono differenze sull'interpretazione della risoluzione 1973 dell'Onu che autorizza la coalizione anti-Gheddafi a muovere contro il regime e di conseguenza sulla struttura a cui affidare il coordinamento politico dell'azione. A Bruxelles restano irrisolte le questioni sulla relazione tra assicurare il rispetto della no fly zone sui cieli libici e le operazioni militari per proteggere i civili e l'ampiezza della missione. La Francia e in parte gli Stati Uniti danno un'interpretazione più estensiva della missione rispetto a quella più restrittiva fatta da altri Paesi, tra cui l'Italia. Per ora, la Nato ha ultimato i propri piani militari, ed è diventata operativa la missione per fare rispettare l'embargo delle armi, alla quale partecipano finora sette Paesi con sedici navi. Intanto i Raid sulla Libia non si fermano… |