Microprocessore, i suoi primi 40 anni |
Scritto da Giovanni Di Cecca, acm, ieee |
Martedì 15 Novembre 2011 02:42 |
Lo abbiamo in tutti gli oggetti tecnologici della nostra vita.
Dal telecomando per l’apertura del cancello, alla radio, al cellulare, al PC (e tanti altri oggetti che sarebbe troppo lungo elencare).
Ebbene, non tutti sanno che l’oggetto simbolo della tecnologia dell’ultimo squarcio del XX Secolo e dei primi dieci (e sicuramente più) del XXI, è un prodotto Made in Italy.
Infatti il suo inventore è un italiano nato Vicenza e si chiama Federico Faggin.
Un Microprocessore è una implementazione fisica di una CPU in un singolo circuito integrato. Un parolone da Informatico per dire semplicemente che un microprocessore altro non è che un sistema di calcolo completo, ovvero un sistema composto da un sistema di calcolo vero e proprio chiamato ALU (Unità Logico Aritmentica, che esplosa raggruppa una serie si sotto strutture), una CU (Unità di Controllo) che ha il compito di leggere dalla memoria le istruzioni da eseguire, i dati eventuali, passarli all’ALU per eseguire il calcolo, e dopo scrivere il risultato o in memoria stessa, oppure in una piccola memoria interna alla CPU chiamato registro, dove il dato può essere eventualmente ripreso e riusato per altri calcoli.
In una CPU, inoltre, dal 1993 esiste un modulo per il calcolo per i dati in virgola mobile (una FPU=Floating Point Unit) integrato direttamente nella CPU (Intel 80486 DX2) che gestisce in dati decimali (termine usato impropriamente per semplificare il concetto) in modo autonomo, sgravando l’ALU dal compito piuttosto complesso.
Prima del 1993 (e del 1989, anno in cui fu introdotta l’innovazione non molto funzionante) esisteva un microprocessore a parte che svolgeva questo compito.
Verso la fine del 1969 un gruppo di ingegneri della Busicom, società giapponese interessata a sviluppare una calcolatrice da tavolo di tipo programmabile, andò in California per chiudere rapporti commerciali con una società americana che avrebbe dovuto produrre un gruppo di sette chip (Consolidated Highly Integrated Processor =Processore consolidato altamente integrato) che servivano allo scopo.
L’accordo fu siglato con l’allora startup (società da poco avviata) Intel, fondata da Gordon Moore (famoso per aver creato la Legge di Moore, ovvero le prestazioni dei processori, e il numero di transistor ad esso relativo, raddoppiano ogni 18 mesi).
Dei sette chip tre dovevano essere il fulcro del sistema di calcolo, la CPU.
Il progetto, si fermò, finché Federico Faggin, assunto dalla Intel come capo progetto designer dei chip, non riprese in mano il progetto.
Al suo fianco c’era Masatoshi Shima della Busicom.
In soli nove mesi, Faggin, Shima, Ted Hoff, e Stanley Mazor produssero il primo microprocessore della storia, l’Intel 4004, commercializzato il 15 novembre 1971.
Successivamente Faggin, lasciò la Intel nel 1975 per fondare la Zilog, e con Shima e Ralph Ungermann, progettarono il processore Zilog Z80, compatibile con le istruzioni dell’Intel 8080.
Per chi ha qualche anno, come chi vi scrive, lo Z80 era il microprocessore dei primi home computer casalinghi come lo Spectrum ZX80 della Sinclair, il Sega Master System, il Nintendo Game Boy (nella versione Sharp LR35902).
Tra i premi ed i riconoscimenti ricevuti da Federico Faggin, il più importante è la National Medal of Technology and Innovation, consegnata dal Presidente USA Barack Obama il 19 ottobre 2010.
Per i curiosi riporto di seguito due link:
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