La disumana ingiustizia della pena capitale |
Scritto da Giancarlo Nobile |
Domenica 27 Novembre 2011 23:44 |
Dal granduca Leopoldo di Toscana agli anarchici Sacco e Vanzetti: la disumana ingiustizia della pena di morte
«Dichiaro che ogni stigma e ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti». Con questo proclama ufficiale il 23 agosto del 1977 l’allora governatore dello Stato del Massachussetts, il democratico greco-americano Michael Dukakis, riabilitò ufficialmente la memoria dei due anarchici italiani Sacco e Vanzetti, vittime - cinquanta anni prima - di uno dei casi più gravi di giustizia negata; entrambi barbaramente puniti con la pena di morte.
Bart e Nick, come venivano chiamati, erano partiti agli inizi del secolo scorso dalle campagne di Foggia e dalle valli cuneesi per il Nuovo Mondo: quell’America simboleggiata dal porto di Ellis Island e da quei volti in bianco e nero con valigie di cartone e cappotti sdruciti immortalati nelle foto dell’epoca. Ma il loro pensiero ostinato e contrario, il vivere la loro condizione di cittadini del mondo in uno Stato che ancora non li accettava e le loro rivendicazioni di giustizia sociale li portarono sulla sedia elettrica del braccio della morte del penitenziario del Massachussetts, malgrado prove giudiziarie inconsistenti e contraddittorie, lacunose e la testimonianza di un altro immigrato che li scagionava pienamente. Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti dovevano morire, al di là di ogni ragionevole dubbio sulla loro colpevolezza nella commissione di una rapina con duplice omicidio.
Le idee dei due anarchici italiani andavano bruciate con le fiamme di una scarica elettrica: triste rievocazione di altri roghi; di altre idee scomode e pericolose. Una storia amara, una pagina nerissima scritta dalla non-giustizia e rievocata anche dalla cinematografia impegnata degli anni ’70 del regista Giuliano Montaldo nella celebre pellicola «Sacco e Vanzetti» con Gian Maria Volontè e Riccardo Cucciolla. Magistrale come sempre fu l’interpretazione di Volontè nell’arringa finale di Bartolomeo: un inno alla libertà di tutti gli uomini, alla tolleranza, al rispetto della dignità dell’uomo in quanto membro della società e in quanto lavoratore. Anche quel film e la colonna sonora di Ennio Morricone e di Joan Baez per la Ballata di Sacco e Vanzetti ebbe il pregio di scuotere le coscienze, dando una accelerata alla revisione del processo che culminerà poi nelle scuse ufficiali che gli Stati Uniti faranno solo nel 1977.
E l’occasione di riparlare del caso Sacco e Vanzetti per ribadire con fermezza l’impegno contro la pena di morte e a favore della vita, sarà offerta il 30 novembre prossimo con il convegno in programma al Maschio Angioino di Napoli dal titolo «Insieme per la vita», organizzato dalla Coalizione Italiana Contro la Pena di Morte Onlus nell'ambito del Progetto Giovani ed ILL-Legalità del CSV Napoli. Un momento di riflessione che nasce in sinergia con l'associazione «Sacco e Vanzetti» e la Comunità di Sant'Egidio, promotrice della Giornata Internazionale "Città per la Vita- Città contro la Pena di Morte” che ricorda l'anniversario della prima abolizione della pena di morte dall'ordinamento di uno stato europeo, avvenuta nel 1786 da parte del Granducato di Toscana.
«Le testimonianze di Fernanda Sacco, ultima nipote di Nicola Sacco e autrice di un libro sulla storia umana e giudiziaria dei due anarchici ingiustamente uccisi – come spiegano gli organizzatori – e le testimonianze di Joaquin Josè Martinez, innocente incarcerato per tre anni nel braccio della morte della Florida, la presenza di personaggi sinonimo di cambiamento nella politica, come il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, così come di attivisti simbolo della battaglia in favore della legalità, saranno il motore di un dibattito per il riconoscimento dei diritti umani universali, indispensabili per il raggiungimento dei principi di eguaglianza e legalità». Insieme per ricordare Nicola e Bartolomeo, contro la barbarie della pena di morte.
INSIEME PER LA VITA
Le istituzioni, la chiesa, il volontariato, in favore della legalità e per l'abolizione della Pena di morte
Mercoledì 30 novembre 2011 ore 9.30 Sala dei Baroni - Maschio Angioino, via Vittorio Emanuele III - Napoli
Presentazione dell'evento e Lettura del Saluto di S.E. Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli
On. Luigi De Magistris
L'impegno della Città in difesa della legalità e dei diritti umani nel mondo.
Sen Felice Belisario
Lo Stato (non) uccide: l'abolizione della pena di morte nel mondo, prossimo obiettivo dell'ONU dopo la moratoria
Fernanda Sacco
I miei ricordi di una tragedia familiare
Matteo Marolla
Dalla moratoria all'abolizione della pena di morte: Se non ora quando?
Mario Marazziti
Non c'è giustizia senza vita
Joaquin Josè Martinez
Innocente, incarcerato per 3 anni nel braccio della morte della Florida.
Arianna Ballotta
Da un'esperienza personale, l'importanza della solidarietà concreta ai condannati a morte
Modera: Nello Mazzone de ‘IL MATTINO' premio giornalisti contro la camorra 2011
Seguirà dibattito e risposte alle domande degli intervenuti.
Durante il Convegno sarà presentato il nuovo portale web sulla legalità della Coalit.
Dal granduca Leopoldo di Toscana agli anarchici Sacco e Vanzetti: la disumana ingiustizia della pena di morte
«Dichiaro che ogni stigma e ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti». Con questo proclama ufficiale il 23 agosto del 1977 l’allora governatore dello Stato del Massachussetts, il democratico greco-americano Michael Dukakis, riabilitò ufficialmente la memoria dei due anarchici italiani Sacco e Vanzetti, vittime - cinquanta anni prima - di uno dei casi più gravi di giustizia negata; entrambi barbaramente puniti con la pena di morte. Bart e Nick, come venivano chiamati, erano partiti agli inizi del secolo scorso dalle campagne di Foggia e dalle valli cuneesi per il Nuovo Mondo: quell’America simboleggiata dal porto di Ellis Island e da quei volti in bianco e nero con valigie di cartone e cappotti sdruciti immortalati nelle foto dell’epoca. Ma il loro pensiero ostinato e contrario, il vivere la loro condizione di cittadini del mondo in uno Stato che ancora non li accettava e le loro rivendicazioni di giustizia sociale li portarono sulla sedia elettrica del braccio della morte del penitenziario del Massachussetts, malgrado prove giudiziarie inconsistenti e contraddittorie, lacunose e la testimonianza di un altro immigrato che li scagionava pienamente. Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti dovevano morire, al di là di ogni ragionevole dubbio sulla loro colpevolezza nella commissione di una rapina con duplice omicidio. Le idee dei due anarchici italiani andavano bruciate con le fiamme di una scarica elettrica: triste rievocazione di altri roghi; di altre idee scomode e pericolose. Una storia amara, una pagina nerissima scritta dalla non-giustizia e rievocata anche dalla cinematografia impegnata degli anni ’70 del regista Giuliano Montaldo nella celebre pellicola «Sacco e Vanzetti» con Gian Maria Volontè e Riccardo Cucciolla. Magistrale come sempre fu l’interpretazione di Volontè nell’arringa finale di Bartolomeo: un inno alla libertà di tutti gli uomini, alla tolleranza, al rispetto della dignità dell’uomo in quanto membro della società e in quanto lavoratore. Anche quel film e la colonna sonora di Ennio Morricone e di Joan Baez per la Ballata di Sacco e Vanzetti ebbe il pregio di scuotere le coscienze, dando una accelerata alla revisione del processo che culminerà poi nelle scuse ufficiali che gli Stati Uniti faranno solo nel 1977. E l’occasione di riparlare del caso Sacco e Vanzetti per ribadire con fermezza l’impegno contro la pena di morte e a favore della vita, sarà offerta il 30 novembre prossimo con il convegno in programma al Maschio Angioino di Napoli dal titolo «Insieme per la vita», organizzato dalla Coalizione Italiana Contro la Pena di Morte Onlus nell'ambito del Progetto Giovani ed ILL-Legalità del CSV Napoli. Un momento di riflessione che nasce in sinergia con l'associazione «Sacco e Vanzetti» e la Comunità di Sant'Egidio, promotrice della Giornata Internazionale "Città per la Vita- Città contro la Pena di Morte” che ricorda l'anniversario della prima abolizione della pena di morte dall'ordinamento di uno stato europeo, avvenuta nel 1786 da parte del Granducato di Toscana. «Le testimonianze di Fernanda Sacco, ultima nipote di Nicola Sacco e autrice di un libro sulla storia umana e giudiziaria dei due anarchici ingiustamente uccisi – come spiegano gli organizzatori – e le testimonianze di Joaquin Josè Martinez, innocente incarcerato per tre anni nel braccio della morte della Florida, la presenza di personaggi sinonimo di cambiamento nella politica, come il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, così come di attivisti simbolo della battaglia in favore della legalità, saranno il motore di un dibattito per il riconoscimento dei diritti umani universali, indispensabili per il raggiungimento dei principi di eguaglianza e legalità». Insieme per ricordare Nicola e Bartolomeo, contro la barbarie della pena di morte.
INSIEME PER LA VITA Le istituzioni, la chiesa, il volontariato, in favore della legalità e per l'abolizione della Pena di morte Mercoledì 30 novembre 2011 ore 9.30 Sala dei Baroni - Maschio Angioino, via Vittorio Emanuele III - Napoli
Presentazione dell'evento e Lettura del Saluto di S.E. Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli
On. Luigi De Magistris L'impegno della Città in difesa della legalità e dei diritti umani nel mondo. Sen Felice Belisario Lo Stato (non) uccide: l'abolizione della pena di morte nel mondo, prossimo obiettivo dell'ONU dopo la moratoria Fernanda Sacco I miei ricordi di una tragedia familiare Matteo Marolla Dalla moratoria all'abolizione della pena di morte: Se non ora quando? Mario Marazziti Non c'è giustizia senza vita Joaquin Josè Martinez Innocente, incarcerato per 3 anni nel braccio della Dal granduca Leopoldo di Toscana agli anarchici Sacco e Vanzetti: la disumana ingiustizia della pena di morte
«Dichiaro che ogni stigma e ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti». Con questo proclama ufficiale il 23 agosto del 1977 l’allora governatore dello Stato del Massachussetts, il democratico greco-americano Michael Dukakis, riabilitò ufficialmente la memoria dei due anarchici italiani Sacco e Vanzetti, vittime - cinquanta anni prima - di uno dei casi più gravi di giustizia negata; entrambi barbaramente puniti con la pena di morte. Bart e Nick, come venivano chiamati, erano partiti agli inizi del secolo scorso dalle campagne di Foggia e dalle valli cuneesi per il Nuovo Mondo: quell’America simboleggiata dal porto di Ellis Island e da quei volti in bianco e nero con valigie di cartone e cappotti sdruciti immortalati nelle foto dell’epoca. Ma il loro pensiero ostinato e contrario, il vivere la loro condizione di cittadini del mondo in uno Stato che ancora non li accettava e le loro rivendicazioni di giustizia sociale li portarono sulla sedia elettrica del braccio della morte del penitenziario del Massachussetts, malgrado prove giudiziarie inconsistenti e contraddittorie, lacunose e la testimonianza di un altro immigrato che li scagionava pienamente. Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti dovevano morire, al di là di ogni ragionevole dubbio sulla loro colpevolezza nella commissione di una rapina con duplice omicidio. Le idee dei due anarchici italiani andavano bruciate con le fiamme di una scarica elettrica: triste rievocazione di altri roghi; di altre idee scomode e pericolose. Una storia amara, una pagina nerissima scritta dalla non-giustizia e rievocata anche dalla cinematografia impegnata degli anni ’70 del regista Giuliano Montaldo nella celebre pellicola «Sacco e Vanzetti» con Gian Maria Volontè e Riccardo Cucciolla. Magistrale come sempre fu l’interpretazione di Volontè nell’arringa finale di Bartolomeo: un inno alla libertà di tutti gli uomini, alla tolleranza, al rispetto della dignità dell’uomo in quanto membro della società e in quanto lavoratore. Anche quel film e la colonna sonora di Ennio Morricone e di Joan Baez per la Ballata di Sacco e Vanzetti ebbe il pregio di scuotere le coscienze, dando una accelerata alla revisione del processo che culminerà poi nelle scuse ufficiali che gli Stati Uniti faranno solo nel 1977. E l’occasione di riparlare del caso Sacco e Vanzetti per ribadire con fermezza l’impegno contro la pena di morte e a favore della vita, sarà offerta il 30 novembre prossimo con il convegno in programma al Maschio Angioino di Napoli dal titolo «Insieme per la vita», organizzato dalla Coalizione Italiana Contro la Pena di Morte Onlus nell'ambito del Progetto Giovani ed ILL-Legalità del CSV Napoli. Un momento di riflessione che nasce in sinergia con l'associazione «Sacco e Vanzetti» e la Comunità di Sant'Egidio, promotrice della Giornata Internazionale "Città per la Vita- Città contro la Pena di Morte” che ricorda l'anniversario della prima abolizione della pena di morte dall'ordinamento di uno stato europeo, avvenuta nel 1786 da parte del Granducato di Toscana. «Le testimonianze di Fernanda Sacco, ultima nipote di Nicola Sacco e autrice di un libro sulla storia umana e giudiziaria dei due anarchici ingiustamente uccisi – come spiegano gli organizzatori – e le testimonianze di Joaquin Josè Martinez, innocente incarcerato per tre anni nel braccio della morte della Florida, la presenza di personaggi sinonimo di cambiamento nella politica, come il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, così come di attivisti simbolo della battaglia in favore della legalità, saranno il motore di un dibattito per il riconoscimento dei diritti umani universali, indispensabili per il raggiungimento dei principi di eguaglianza e legalità». Insieme per ricordare Nicola e Bartolomeo, contro la barbarie della pena di morte.
INSIEME PER LA VITA Le istituzioni, la chiesa, il volontariato, in favore della legalità e per l'abolizione della Pena di morte Mercoledì 30 novembre 2011 ore 9.30 Sala dei Baroni - Maschio Angioino, via Vittorio Emanuele III - Napoli
Presentazione dell'evento e Lettura del Saluto di S.E. Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli
On. Luigi De Magistris L'impegno della Città in difesa della legalità e dei diritti umani nel mondo. Sen Felice Belisario Lo Stato (non) uccide: l'abolizione della pena di morte nel mondo, prossimo obiettivo dell'ONU dopo la moratoria Fernanda Sacco I miei ricordi di una tragedia familiare Matteo Marolla Dalla moratoria all'abolizione della pena di morte: Se non ora quando? Mario Marazziti Non c'è giustizia senza vita Joaquin Josè Martinez Innocente, incarcerato per 3 anni nel braccio della morte della Florida.
Arianna Ballotta Da un'esperienza personale, l'importanza della solidarietà concreta ai condannati a morte
Modera: Nello Mazzone de ‘IL MATTINO' premio giornalisti contro la camorra 2011 Seguirà dibattito e risposte alle domande degli intervenuti. Durante il Convegno sarà presentato il nuovo portale web sulla legalità della Coalit.
morte della Florida.
Arianna Ballotta Da un'esperienza personale, l'importanza della solidarietà concreta ai condannati a morte
Modera: Nello Mazzone de ‘IL MATTINO' premio giornalisti contro la camorra 2011 Seguirà dibattito e risposte alle domande degli intervenuti. Durante il Convegno sarà presentato il nuovo portale web sulla legalità della Coalit.
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