I Martiri del 1799 nel fango del Carmine e i resti di Vico ai Girolamini: una triste storia. |
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Scritto da Nicola Terracciano |
Giovedì 13 Ottobre 2011 11:12 |
Ha fatto scalpore in questi giorni la notizia di un preteso rinvenimento dei resti di Giambattista Vico, il grande filosofo napoletano di livello europeo e mondiale, al quale giustamente si dovrebbe dare il massimo onore civile, accanto a quello intellettuale, che Napoli a Lui ha dato con ricerche memorabili e centri di studi (basti citare i nomi di Croce e di Piovani). Se il tutto fosse stato compiuto con il rigore, con professionalità estrema, da persone con competenze riconosciute anche per altre imprese, se fosse stata l'operazione preparata, discussa, in sedi opportune e doverose, non vi sarebbe nulla da obiettare e saremmo i primi a gioirne e darne riconoscimento. Poiché si tratta degli stessi "esperti", in massima parte, che si resero responsabili della ricognizione dei resti dei Martiri del 1799 al Carmine, il 6 febbraio del 2009, che non produsse né riconoscimenti al luogo di sepoltura dei martiri, nè alla lunga e seria ricerca storica di Antonella Orefice, né rispetto di procedure scientifiche, né seguito di rigorosi accertamenti, riteniamo che si tratta dell’ennesimo episodio di ‘napoletanità negativa, tragica’, trattandosi dei ‘poveri resti’ di Grandi, che meriterebbero ogni cauta, attenta, umanissima, tenera ‘pietas’ e non l’approssimazione dilettantesca e il sensazionalismo. Si ripete: se si vuole fare cosa seria, degna della Napoli nobile che pure è esistita, esiste ( in minoranze sparute) e può esistere, i casi del Carmine e dei Girolamini siano pianificati e portati avanti col massimo rigore scientifico, la massima cautela umana e civile." |