Bagliori di Crisi di Governo |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Giovedì 06 Dicembre 2012 17:44 |
Un anno in cui abbiamo imparato a conoscere e temere termini come spread, tripla A e così via. Archiviate le Primarie del PD (che non abbiamo volutamente seguito in quanto ci ha dato più l’idea di un video Game di Fantapolitica che la scelta di un vero candidato a sfidare il candidato del PdL, forse ancora Silvio Berlusconi, nelle imminenti elezioni politiche la cui data è ancora un rebus), sembra che da oggi si faccia sul serio. A Palazzo Madama, i senatori del PdL si sono astenuti dal votare (ma presenti per non far mancare il numero legale) il decreto Sviluppo. Premesso che il Governo Monti I, è un governo tecnico con appoggio del PD, PdL, UDC e IDV, FLI (fino al 16/12/2011), ApI, Radicali Italiani, MpA, Fareitalia, PID, PLI, PRI, Liberal Democratici, AdC, PSI, MAIE, questa astensione pesa come è più di un macigno, poiché il PdL rimane comunque il partito di maggioranza relativa in entrambe le camere Il decreto passa con solo 127 voti al senato, i contrari 17, gli astenuti 23 Cosa è successo?
Sembra che la scintilla che abbia fatto traballare la già, tutto sommato, instabile situazione politica del Governo Tecnico a causa delle scelte impopolari che stanno stritolando l’economia nazionale, è stata un’affermazione del Ministro Corrado Passera stamane alla trasmissione Agorà su RAI Tre: «Non posso entrare nelle dinamiche dei singoli partiti ma come Italia dobbiamo dare la sensazione che il Paese va avanti. Tutto ciò che può fare immaginare al resto del mondo, ai nostri partner, che si torna indietro non è bene per l'Italia».
Non viene fatto alcun nome, ma il tornare indietro, sembra indicare un possibile ritorno del Cavaliere in prima persona nell’arena politica. Da mesi, ormai, l’ex Presidente Berlusconi sembra intenzionato a ritornare sulla scena politica dalla quale aveva deciso di andarsene dopo la caduta del suo ultimo governo a causa della spread che era salito all’insostenibile livello di 570 punti base.
Le voci dei protagonisti: Gasparri (PdL): «Il Pdl non parteciperà al voto pur garantendo il numero legale», era stato l'annuncio del capogruppo al Senato Maurizio Gasparri intervenendo in Aula in vista del voto di fiducia al dl Sviluppo. La scelta da parte del Pdl di non partecipare al voto sulla fiducia al decreto legge vuol esprimere, ha spiegato Gasparri, il «passaggio a una posizione di astensione del nostro gruppo nei confronti del governo». Finocchiaro (PD): Il Pd: Monti vada al Quirinale. «Quanto è successo è un fatto politico del quale non possiamo che aspettarci una soluzione da parte del presidente della Repubblica», ha detto nell'Aula del Senato la capogruppo del Pd Anna Finocchiaro. «Quando un momento di crisi si manifesta con tanta crudezza e acutezza - sostiene - solo nelle mani del presidente della Repubblica può essere rimessa la questione. Monti deve consigliarsi con chi in questi anni è stato il primo garante delle Istituzioni italiane e della affidabilità e della credibilità dei governi del Paese». Bersani (PD): «Il Pdl ha trasferito la confusione dentro di sé ad una confusione di sistema e questo rischia di tradursi in non affidabilità per il Paese». Così il leader Pd Pier Luigi Bersani dopo la mancata partecipazione al voto del Pdl in Senato. Per il Pd «non si è ancora in campagna elettorale», ha aggiunto Bersani. «Bisogna capire se si è trattato di una astensione su un voto o di una astensione politica. Farò il punto della situazione con i capigruppo e staserà si capirà, in un un modo o nell'altro, se la maggioranza c'è. Per noi prima viene l'Italia e la lealtà a Monti» ha continuato Bersani. Casini (UDC): «Siamo all'irresponsabilità allo stato puro». Così il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, commenta la decisione del Pdl di non partecipare al voto sul dl sviluppo. «Qualcuno di vuole riportare alla follia di dove eravamo» continua Casini che aggiunge: «così è tornato Berlusconi». Monti: Il governo ha «lavorato sodo non solo in Italia» per mettere il nostro paese «in sicurezza e per evitare che dall'Italia si propagassero nuovi incendi all'Eurozona». «Il contributo che l'Italia ha cercato di dare, e credo di poter dire ha dato, all'avanzamento positivo della costruzione europea - ha detto Monti - è stato quello di cercare di metterci a lavorare molto sodo non solo in Italia per adeguarci a tutti i criteri in particolare a quelli richiesti dall'eurozona per mettere l'Italia in posizione di sicurezza e per evitare che dall'Italia si propagassero nuovi incendi all'Eurozona. E penso che in buona misura ci siamo riusciti». Lo ha detto il premier Monti in un intervento video al congresso Pde a Bruxelles, aggiungendo di pensare «che in buona misura ci siamo riusciti». Schifani (PdL, Presidente del Senato) «È un fatto non indifferente, informerò il presidente della Repubblica». Lo dice il presidente del Senato, Renato Schifani, nel chiudere i lavori dell'Aula fino a martedì prossimo, assicurando che per parte sua «non si sottrarrà sul da farsi» e informerà i senatori. Nel frattempo, a contrattazioni ancora aperte a Milano, con il deciso rialzo dello spread tra il Btp e il Bund tedesco dopo che il PdL ha detto che non parteciperà al voto di fiducia al decreto Sviluppo. La forbice tra i due titoli si è allargata fino a 327 punti base, dai 310 di ieri, per poi tornare indietro verso quota 322. Piazza Affari intanto peggiora e perde oltre l'1%. Intanto il decreto passa all'esame della Camera dei Deputati |