Maradona a Napoli - Il punto del Direttore |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Martedì 17 Gennaio 2017 11:05 |
Quello che mi ha fatto un bel po' strano è stato il commento che alcuni colleghi hanno fatto su Maradona, ovviamente elogiando il giocatore e sminuendo l'uomo, per il suo comportamento.
Non diciamo poi quello che ho sentito anche sul conferimento della Cittadinanza onoraria: "Ma come? dopo tutto quello che ha fatto?, la droga, bell'esempio ai ragazzi...." e via discorrendo. Secondo me le parole di de Magistris nell'intervista rilasciata alla WebTV del Comune sintetizza in poche parole il concetto (riferito alla cultura, ma estendibile): Maradona ha dimostrato che Napoli ce la poteva fare contro le grandi potenze del calcio nazionale. La ricaduta, in termini sociali che economici è stata altissima, anche perché moltissimi ragazzi hanno sperimentato la scuola calcio, le regole, lo sport come passione. Non tutti si sono salvati, ma Maradona ha fatto il "miracolo laico" di far salvare almeno una parte di generazione, quella nata dalla metà degli anni '70 dai problemi della strada, dalle cattive compagnie, ecc. Poi c'è stato l'altro "miracolo laico", per la prima volta dalla fondazione della S.S.C. NAPOLI, lo scudetto, quell'agognato tricolore, scendeva da Roma, dove si era fermato negli prima della Guerra sotto Mussolini, e poi solo nel 1983, per andare del Golfo più bello del mondo. Maradona era riuscito dove tutti prima di lui avevano fallito. Non solo, ma anche il suo essere "scugnizzo" nell'anima, di essere stato poverissimo ed aver avuto tramite il calcio il suo riscatto personale, è riuscito a trainare una squadra del sud (l'unica) al Tricolore per la prima volta nella storia del calcio italiano. I Napoletani, che lo hanno sempre visto uno di loro (sorpattutto le fasce più disagiate) si sono immedesimate in lui, e lui col suo guitto, lo sguardo, la capacità di giocare come solo lui ha saputo fare nella storia, ha riscattato la città portandola fino in Europa, lì dove nessuno era mai giunto prima in maglia Azzurra. Poi si può parlare dell'uomo, ma anche quello va contestualizzato nel tempo. E a Napoli, è storia, tra la NCO di Cutolo, il clan Giuliano a Forcella, e il resto della malavita che attanagliava (ed attanaglia) la città, era ovvio e facilissimo cadere in tentazione, soprattutto per una personalità come la sua. Forse anche questo è alla base del "Successo di Maradona" tra i napoletani che lo hanno visto non solo come D10s del calcio, ma anche e soprattutto come uomo, uomo napoletano, uomo del sud con le sue tentazioni, le sue cadute, ed i suoi ritorni. Platini, Van Basten, Matthäus, grandissimi giocatori della sua epoca, se mai fossero venuti a Napoli, non avrebbero lasciato l'impronta di Maradona, ed al contempo, Maradona alla Juventus, Milan o Inter, forse, non avrebbe mai fatto quelle magie che è riuscito a fare con la maglia Azzurra e l'albiceleste della Nazionale Argentina, perché in entrambi i casi vendicava un popolo dalle angherie, dalle frustazioni (mitico il gol contro l'Inghilterra, schiaffo Argentino per l'invasione delle isole Falklan o Malvinas a seconda di come si legge). Maradona Re di Napoli, culto immortale tramandato di padre in figlio, per almeno 2 generazioni e forse per molte altre a venire, come l'uomo che in 7 anni portò Napoli dall'Iinferno al Paradiso
Photogallery (10 Maggio 1987 - I Scudetto) Photo by Salvatore Di Cecca / MagnaPicture.com --- Courtesy Archivio Storico Privato dicecca.net per MONITORE NAPOLETANO
Photogallery (29 aprile 1990 - II Scudetto) Photo by Salvatore Di Cecca / MagnaPicture.com --- Courtesy Archivio Storico Privato dicecca.net per MONITORE NAPOLETANO
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