Aspettando il N° 36 - Dicembre 2010 |
Scritto da Giovanni Di Cecca |
Giovedì 02 Dicembre 2010 22:02 |
- Il Caso Spazzatura e l’Orgoglio Napoletano - Il Monitore Napoletano nel XXI Secolo - Il Monitore Napoletano e l'Unità d'Italia
Da quando ho deciso di riprendere in mano il Monitore Napoletano, ho sempre pensato a come iniziare questa avventura, come iniziare il primo articolo dopo 211 anni.
Poi mi sono detto, ci penso ancora un po’ e rimando al Numero 36 a febbraio.
Ma allora questa copertina e queste immagini?
Il Monitore Napoletano, come è noto, è stato l’organo di stampa della sfortunata Repubblica Partenopea del 1799, dove, purtroppo e come al solito, pochi intellettuali (per di più aristocratici) spinti dal fermento rivoluzionario della Francia del 1789 decisero di fare il grande salto e passare da conservatori a giacobini.
Come è altrettanto noto dopo solo poco più di cinque mesi (dal 23 gennaio 1799 all’8 luglio 1799) a Castel Sant’Elmo che fu teatro della vittoria prima e della sconfitta dopo dei giacobini, iniziò e finì questa tragica avventura.
Da quello che la storia riporta, la capitolazione era palese e, tutto sommato non vi erano vie di fuga.
Eleonora, e chiedo scusa ai lettori se mi permetto di chiamarla per nome, non come un personaggio storico, ma come veramente un’amica e collega alla quale sono succeduto alla direzione di questo periodico, nelle ultime righe del Numero 35 del Monitore Napoletano scriveva:
Un Padrone di Bastimento venuto da Gaeta oggi dopo pranzo, e procedente da Genova, ha dato le seguenti notizie al Cittadino Gerolamo Passaro.
In Tolone sono pronti alla vela 30. Vascelli, e 10 fregate fra Spagnuole, e Francesi, ed a tale effetto si è fatta a Genova, e nel suo Littorale una requisizione di Marinaj, i quali hanno ordine da Tolone di trovarsi al più presto al Golfo Spezia.
Una Battaglia data da' Francesi colla disfatta degli Austro‑Russi.
Quattordicimila Liguri in ajuto all'Armata Francese. arrivato a Gaeta un Generale scortato da 400. Francesi.
La Squadra Spagnuola del Ferrol è alla vela.
Giungono altre notizie più circostanziate, che daremo nel foglio seguente.
E. F. P.
Ma un foglio seguente… non vi fu mai!
Eleonora fu arrestata e il 20 agosto 1799, impiccata in Piazza Mercato a Napoli, in quanto il “privilegio” della ghigliottina era appannaggio esclusivo della Nobiltà Napoletana, e Lei, non era Napoletana!
Da allora il Monitore entrò nella sua prima fase di giornale clandestino, poi di documento storico, ed infine, forse, di mito.
Di tutte le copie che si sono salvate, la più completa è oggi disponibile alla Biblioteca Nazionale di Napoli, un’altra copia a stampa si trova in libreria ad opera di Mario Battaglini, una ulteriore copia è disponibile sul Web ad opera del sito repubblicanapoletana.it ed in fine, una qui, forse nella sua collocazione più ovvia, nell’archivio di un giornale del XXI Secolo, ovviamente diverso da quello dei secoli precedenti, ma volutamente il più simile possibile nella forma, nei caratteri, nella obbiettività (spero) a quello originale dell’ultimo anno del XVIII Secolo.
Il Caso Spazzatura e l’Orgoglio Napoletano
La Napoli che visse e conobbe Eleonora, come tutti i suoi amici (Gaetano Filangeri, Gennaro Serra di Cassano, Vincenzo Cuoco, Carlo Lauberg, Mario Pagano, Luisa Sanfelice, Ignazio Ciaia, Domenico Cirillo, Giuseppe Leonardo Albanese, Vincenzio Russo, Francesco Caracciolo, Michele Granata,…) che oggi sono più noti per le strade a loro intitolate o agli istituti (come l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici a Palazzo Serra di Cassano) che per le loro gesta, era una capitale culturale e politica ma anche una delle città più civili ed evolute del tempo.
Il Popolo Lazzarone è sempre esistito, a Napoli come in tutte le altre città del mondo, ma esisteva anche una società di illuminati (la Loggia Massonica di Napoli è una delle più antiche d’Italia, se non la più antica, che aveva come esponente di spicco Raimondo di Sansevero, Lauberg ed altri) che davano lustro alla Capitale del Regno più grande e ricco d’Italia.
Del resto se lo “Stupor Mundi” l’Imperatore Federico II di Svevia decise di fondare a Napoli il primo ateneo laico del mondo, una ragione ci deve pur essere, no?
Nei due secoli che il Monitore è passato da gazzetta a mito, Napoli, ha visto al contempo prima il suo declino e poi la sua caduta inesorabile ed inarrestabile.
La fascia nera a fondo della immagine della copertina dell’anno (che spiegherò dopo) con la scritta Napoli 2010 non è stata posta li a caso solo per dare risalto alla scritta!
Nel 2008 ebbi la “fortuna” si essere testimone e raccontare la fase più nera (almeno così credevo) dell’emergenza rifiuti a Napoli ed in Campania sull’allora organo di stampa non ufficiale dei Giovani UDC che era nuovaeuropa.it e su quello ufficiale noipress.it (attualmente non più attivo)
Mai e poi mai avrei pensato di rivedere le stesse scene più gravi e più sconce dopo solo 2 anni e mezzo.
E allora mi sono detto dove è andato a finire l’Orgoglio Napoletano?
È ormai solo un affare di costume come essere ammuinatori casinari, volgari e triviali, oppure c’è ancora un po’ di civiltà in questa città?
Esistono ancora persone illuminate capaci di dare un po’ di lustro a questa ameba informe fatta di subumani sottosviluppati?
Io sono certo di si!!!
È vero che esiste una crisi economica di tali dimensioni che, forse, non è neanche paragonabile a quella del 1929, ma è vero anche che se non decidiamo noi tutti cittadini (che le pecore che seguano il gregge!!!) di riprenderci in mano la nostra città e le nostre vite, non potremo più chiamarci cittadini né tantomeno potremo sperare di che qualcuno ci aiuti a risolvere il problema della spazzatura che attanaglia Noi, la nostra città i nostri monumenti e soprattutto la nostra dignità!!!
Napoli 2010 - Il Caso Spazzatura
Il Monitore Napoletano nel XXI Secolo
Il Monitore Napoletano si pone come obiettivo quello di essere il più obiettivo ed oggettivo possibile, come fu nelle intenzioni di Eleonora nel XVIII Secolo.
Credo che a volte per affrontare i guai di oggi si deve dare uno sguardo a ciò che è avvenuto nel passato.
Giovan Battista Vico, altro illuminato napoletano del XVIII Secolo che morì 45 anni prima della Rivoluzione Francese e 55 prima di quella napoletana, dai suoi studi trasse una massima che è vera ieri come oggi: Corsi e Ricorsi storici!
Forse il Monitore fu davvero all’epoca solo un registro degli accadimenti del tempo, ma oggi può essere (spero) uno strumento per cercare di convogliare quelle energie positive che vorrebbero cambiare il tutto.
Certo è, che così non si può più andare avanti!!!
Ed allora questo numero speciale, un Supplemento al Numero 35 possa essere il motore del nuovo tempo e lo startup di una nuova civiltà
Ammetto che l’idea non è proprio delle più originali, in quanto Time Magazine lo fa da diversi anni!
Noi non pubblichiamo cartaceamente il giornale, ma ogni anno quando andiamo a portare all’emeroteca il compendio annuale (ovviamente scaricabile dal sito), scegliamo l’immagine della notizia più significativa dell’anno e la mettiamo in copertina.
Quest’anno non poteva non essere la il Caso Spazzatura, anche perché come gli altri giornali hanno commentato è la crisi più grave della storia della Città di Napoli (peggio di quello del 2008) e la più grave della storia italiana dall’Unità d’Italia, di cui nel 2011 ricorre il 150° anniversario.
Il Monitore Napoletano e l’Unità d’Italia
Non so se il gruppo che ebbe la folle idea di realizzare la Repubblica Napoletana avrebbe visto di buon occhio la creazione di uno Stato Nazionale chiamato Italia, oppure avrebbero preferito una federazione di Repubbliche autonome, confederate in una Nazionale.
Del resto nel 1776 Washington guidò gli Americani verso la libertà, contro gli Inglesi, e diede inizio alla Federazione degli Stati Uniti d’America, che ancor oggi, in linea di massima è rimasta tale.
Non potremo mai saperlo! Né forse, dopotutto, ci interesserebbe più di tanto, dato che se il corso storico avesse mantenuto il suo iter e gli accordi violati da quel “cadavere ambulante” di Nelson, i protagonisti della Repubblica Partenopea avrebbero avuto quasi 100 anni!!!
Ma, oggi nel XXI Secolo, dove l’Unità Nazionale vacilla in balia dei Regionalismi, il Monitore non prenderà posizione ferree sull’Unità o meno, anche perché dopo 150 anni (e credo che mi si possa contraddire poco) il concetto di Unità Nazionale, per Napoli e per il Sud Italia è stato forse il freno più che il volano.
I Savoia non ebbero l’intelligenza di studiare ed apprendere ciò che i Borboni, nel bene e nel male, avevano dato come leggi. Applicarono lo Statuto Albertino e basta (spero) senza valutare le conseguenze che tale imposizione avrebbe generato sulle popolazioni del Sud che avevano un altro stile di vita (mi si passi il termine).
Per il centocinquantennale, staremo a vedere, e se possibile cercare anche di proporre soluzioni che possano essere il volano di spinta al problema storico della città e del sud: Il Lavoro, compatibile con la fucina delle intelligenze che questo disastrato ex Regno delle due Sicilie ha sfornato e sforna tutt’oggi!!!
Giovanni Di Cecca
2 dicembre 2010 |