Vinton Cerf (Google) - Lancia l'allarme sul Dark Digital Age |
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Scritto da Giovanni Di Cecca, acm |
Domenica 15 Febbraio 2015 14:53 |
A farsi portavoce di quello che serpeggia da anni nel mondo degli informatici è Vinton Cerf (foto a sinistra), insieme a Robert Kahn l'inventore del portocollo IP (standard IEEE 802.x), sul quale viaggia la nostra civiltà, in modo vertiginoso negli ultimi 10 anni.
Cerf e Kahn oltre ad essere stati premiati nel 2004 con il Turing Award (il Nobel dell'Informatica dato ogni anno dall'ACM Association for Computing Machinery, la più antica e prestigiosa associazione di informatica del mondo fondata nel 1947) sono stati insigniti della Presidential Freedom Medal dall'allora Presidente Bush jr.
Dal 2005 Vinton Cerf è Chief Internet Evangelist (capo-evangelista di Internet) di Google.
In una sua intervista al Daily Telegraph, Cerf dice «Se non si trova una soluzione, il Ventunesimo secolo sarà un enorme buco nero» il Dark Digital Age.
Ed aggiunge “Se avete una foto alla quale tenete davvero, stampatela”
Un consiglio dato più dalla saggezza che altro.
Ma c'è davvero una soluzione?
Prima di rispondere voglio fare almeno una considerazione.
In qualche modo i nostri archivi (intendo quelli statali, pubblici e privati) sono pieni di dati che essendo scritti non tutti su altiblasonati pezzi di carta o pergamena, se non ben curati da tecnici esperti hanno la grande probabilità di deperirsi nel corso del tempo.
Chiunque a casa può avere delle stampe (libri ad esempio) stampati 40 o 50 anni fa (se non di più o di meno) e notare come il tempo, il sole, gli agenti atmosferici hanno ingiallito la carta.
Da quando la stampa è diventata super economica, ovviamente, si è badato molto alla quantità che alla qualità.
Lo stesso problema (anche qui facile verifica in casa) si verifica con le stampe fotografiche (soprattutto le Polaroid di felice memoria se non ben conservate al buio, eppure...) dopo 10 anni, se lo sviluppo non è stato fatto bene, e non sono state conservate bene, è ovvio che la stampa, soprattutto alla luce tende a sbiadire.
Quindi già oggi, i nostri ricordi possono essere a serio rischio.
Alla domanda di cui sopra c'è possibilità di non perdere i dati, la risposta, paradossalmente è si, usando il digitale!
Soprattutto lo standard digitale
Prendiamo ad esempio floppy da 5,1/4" o 3,5", sono ormai residuati archeologici di modernariato.
In dicecca.net, abbiamo fatto nel corso del tempo un porting progressivo di tutti i tipi di dati che avevamo su antichi supporti (ovviamente solo produzione PC, quella del caro vecchio e compianto Commodore 64, è altra storia) su altri supporti più consoni e moderni (HDD esterni, cloud in modo particolare)
Con l'avvento della fotografia digitale cheap & defined, le cose sono un po' cambiate.
In primo luogo abbiamo su telefonini di oggi molte immagini che spesso non copiamo in locale (ad esempio un buon hard disk esterno), e poi molto spesso non copiamo le immagini dalla camera digitale su hard-disk esterno (credendo in modo errato che i PC/Mac hanno dischi eterni ed esenti da difetti).
In dicecca.net abbiamo immaginato l'unica soluzione possibile: gli standard de facto:
JPG alta definizioni per immagini da conservare (tipicamente quelle delle foto digitali)
TIF non compresse per immagini ad alta ed altissima definizione
PDF per i documenti a stampa definitiva
Doc e Docx per i documenti Word, anche se, per quanto paradossale possa essere il formato TeX e LATeX (plain text con tag si formattazione) sono gli standard più efficaci, a meno di un compilatore ISO per gli standard CD e DVD
Solo i filmati sono un po' l'arcano ancora, poiché, forse, l'unico standard possibile è l'MP4, poiché è il più diffuso.
Un caso emblematico si standard saltato è stato il Kodak Photo CD, promosso da Kodak negli anni '90 del XX Secolo, che, anche a seguito del fallimento della ditta, non è stato più supportato. Per fortuna avevo una copia di un programma molto vecchio che mi ha consentito di convertire i dati in TIFF ad alta definizione e poi anche in JPG Quindi, altra cosa che diceva Vinton Cerf è quella di avere copia anche dei programm di antica data per poterli usare (casomai in macchina virtuale)
In ultimo, aggiungiamo, se si dispone di un cloud affidabile e è bene avere una copia a remoto, in quanto il problema del crash dei dati, è gestito meglio (strutture RAID contro single Hard Disk) e quindi è più raro (quasi impossibile) perdere i dati che fanno parte della nostra vita. Esempio di foto scattata nel 1980 e riportata in digitale (ridotta) Questa fotografia (diapositiva 35mm Kodak Ektachrome) presenta un decadimento, congelato al 2015 dai bit. Lo scatto originale (effettuato con macchina 12Mpx, modalità full hd) consente, quantomeno di non perdere la sinogola (gruppo/i) di fotografie anche se il master tende a decadere. A questo punto, per non cadere nei cosiddetti bit putridescenti (o in putrefazione), se domani lo standard sarà xyz (inventata di sana pianta), si dovranno convertire in quel nuovo formato Operazione lunga, ma necessaria, perché come detto, i nostri ricordi, anche su carta Kodak, posso reggere a lungo, ma non sono eterni... Short URL: http://2cg.it/1ht |