Rinnovare Napoli. Senza un progetto. |
![]() |
Scritto da Paolo Carotenuto |
Lunedì 09 Maggio 2011 11:50 |
Per tali ragioni tutti i candidati a sindaco si presentano come il nuovo, portatori di un rinnovamento che è esigenza ineluttabile per disegnare un futuro di riscatto. Intanto, l’unica cosa certa è che questo rinnovamento dovrebbe passare dalla ricandidatura di ben 48 dei 60 consiglieri uscenti, molti dei quali direttamente coinvolti nel governo della città nella passata consiliatura.
L’immagine di Napoli è quella di una città mortificata, umiliata, ma non al punto da far riemergere il suo orgoglio. Le candidature dei principali contendenti sono arrivate alla conclusione di un lungo e sofferto travaglio che ha coinvolto i principali partiti. Nessuno degli aspiranti sindaci ha lavorato e presentato un progetto concreto per la città, frutto di anni di impegno e lavoro sul territorio. L’improvvisazione era individuabile nei raffazzonati siti di presentazione sin dalla loro pubblicazione, nei quali – per giustificare l’assenza di un programma – si è usata la formula, fin troppo abusata, di aprire uno spazio rivolto ai cittadini per scrivere insieme la proposta di governo. Perché "partecipazione è condivisione", perché "partecipazione è libertà". E anche un po' retorica illusione. In questo modo i temi caldi del dibattito politico si sono trasformati in banali e retorici slogan figli di una comunicazione politica standardizzata, con un tema al giorno affrontato nei vari incontri pubblici. Così in sequenza ogni candidato si è cimentato nell’affrontare il tema dei rifiuti, della circolazione, dello sviluppo imprenditoriale, del rilancio del turismo, di Bagnoli, dello sport, dei giovani, delle donne, della cultura e così via. Tutti con una ricetta semplice, immediata, in grado di rivoltare la città come un calzino. La mancanza di risorse, usata insistentemente dalla passata giunta per motivare il più totale immobilismo, è un aspetto che nessuno dei candidati tocca: oggi “Napoli è un paradiso e servirebbero pochi giorni per farlo riemergere”, ma dopo l’insediamento a Palazzo S. Giacomo del nuovo sindaco, si può star certi, la città tornerà a mostrarsi per quella che è, un inferno senza speranze nel quale non si riescono a garantire le condizioni minime di vivibilità. |