Coronavirus - PANDEMIA ITALIA: 76 CONTAGI, 2 VITTIME, 5 REGIONI SOTTO OSSERVAZIONE, 10 COMUNI IN QUARANTENA |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Domenica 23 Febbraio 2020 01:22 |
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E' una pandemia in Italia, il 7° paese mondiale per numero di contagi da Coronavirus Covid-19. E' stata un'escalation in sole 24 ore con un Paziente 1 e non un Paziente 0, che dovrebbe essere stato il primo a contagiare il 38enne di Covido che ha propagato il virus in tutto il Nord. Le notizie si inseguono, ma allo stato non è chiaro l'origine e la diffusione della pandemia se non una gara podistica che il 38enne ha fatto, e che, ipoteticamente, potrebbe aver innescato un effetto a catena devastante.
Infatti il 78enne, Adriano Trevisan, deceduto a Vo' Euganeo in provincia di Padova, non era andato in Cina né aveva avuto contatti, da quanto si apprende con persone cinesi. Va comunque detto che l'uomo, ricoverato già da una decina di giorni per precedenti patologie, è morto all'ospedale di Schiavonia (Padova). "Non c'è stato neppure il tempo per poterlo trasferire", ha detto il governatore Zaia. 76 al momento, ma a questo punto potrebbero essere molti di più i contagiati ripartiti in 5 regioni: Lombardia, Veneto, Piemonte, Umbria, Emilia Romangna e Lazio (i due cinesi in visita). 10 comuni isolati tra Lodi e Piacenza in via precauzionale: Betonico, Castiglione d'Adda, Castelgerundo, Maleo, Terranova dei Passerini, Codogno, San Fiorano, Somaglia, Fombio, Casalpusterlengo. Il Covid-19 ferma anche la Seria , rinviate le gare di Inter, Atalanta e Verona Nessuna manifestazione sportiva avrà luogo domani in Veneto e Lombardia. Lo annuncia il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora al termine del Consiglio dei ministri. In una lettera inviata al presidente del Coni, Giovanni Malagò, Spadafora - sulla base delle decisioni del cdm - chiede al n.1 dello sport italiano «di farsi interprete presso tutti i competenti organismi sportivi dell'invito del governo di sospendere tutte le manifestazioni sportive di ogni grado e disciplina previste nelle Regioni Lombardia e Veneto per la giornata di domenica 23 febbraio 2020». «Il governo si appresta ad emanare misure urgenti per fronteggiare e contenere in modo particolarmente incisivo i casi di contagio da Coronavirus - si legge nella lettera a Malagò - Tali misure comprendono anche il mondo sportivo per l'esigenza di prevenire rischi e tutelare al meglio la salute di tutti coloro che, a vario titolo, partecipano alle manifestazioni e alle competizioni. In attesa del perfezionamento dei provvedimenti e della piena ed efficace attuazione degli stessi, su conforme avviso del Consiglio dei ministri, per ragioni di cautela e massima precauzione, Le chiedo di farsi interprete presso tutti i competenti organismi sportivi dell'invito del governo di sospendere tutte le manifestazioni sportive di ogni grado e disciplina previste nelle Regioni Lombardia e Veneto per la giornata di domenica 23 febbraio 2020. Tale invito non è da estendere agli atleti e gruppi di atleti dei quali siano programmate, per la stessa giornata, trasferte fuori dalle predette Regioni, salvo che i medesimi atleti e gruppi di atleti provengano dalle aree geografiche già indicate dalle autorità sanitarie quali focolai di contagio. Confido nella massima collaborazione di codesto Comitato nazionale e dell'unità di impegno da parte di tutti i soggetti che esercitano responsabilità nel sistema sportivo». Dal CDM Speciale che il Premier Conte ha effettuato, si è giunti alla seguente definizione: Divieto di allontanamento e di ingresso nelle aree 'focolaio' del virus, che saranno presidiate dalle forze di polizia e, in caso di necessità, anche dai militari, con sanzioni penali per chi viola le prescrizioni. Stop alle gite scolastiche in Italia e all'estero, sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche - a partire da tutte quelle previste per domani in Lombardia e Veneto, compresa la serie A - quarantena con "sorveglianza attiva" per tutti coloro che sono stati in contatto con casi confermati del virus. E ancora, chiusura di scuole, negozi e musei, stop a concorsi, attività lavorative private e degli uffici pubblici, fatti salvi i servizi essenziali, limitazione per la circolazione di merci e persone. "Abbiamo adottato un decreto per tutelare la salute degli italiani, che è quella che ci sta più a cuore e che nella gerarchia dei valori costituzionali è al primo posto" dice il premier Giuseppe Conte ripetendo più volte che gli italiani "devono avere fiducia" della politica e delle istituzioni scientifiche, che stanno facendo tutto il possibile. Le misure di cui parla il presidente del Consiglio riguardano al momento i dieci comuni del lodigiano individuati già ieri, dove vivono oltre 50mila persone, e l'area di Vo' Euganeo, in provincia di Padova. Saranno, a tutti gli effetti zone rosse: non si entra e non si esce. Non solo: all'interno delle zone focolaio "l'accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l'acquisto di beni di prima necessità - dice il decreto - è condizionato all'utilizzo di dispositivi di protezione individuale".
E a tutti coloro che hanno avuto "contatti stretti con casi confermati" dovrà essere applicata la "misura della quarantena con sorveglianza attiva". Ma come si farà a far rispettare il divieto? Il decreto prevede che siano le forze di polizia a garantire "l'esecuzione delle misure" e, "ove occorra", si potrà ricorrere anche all'utilizzo dei militari. "Il mancato rispetto delle misure di contenimento è punito ai sensi dell'articolo 650 del codice penale", che prevede una multa e l'arresto fino a 3 mesi. Misure pesantissime, dunque, che potranno essere estese anche ad altre aree nel caso fosse necessario. "Dobbiamo essere flessibili anche perché non è detto che le misure prese oggi siano utili domani" ha ammesso il premier. Non ci sarà, invece, la sospensione di Schengen, come aveva chiesto Matteo Salvini quando il governo ha informato l'opposizione delle misure che sarebbero state prese.
"Adotteremo sempre misure nel segno dell'adeguatezza e della proporzionalità. Ora non ci sono i presupposti per chiedere la sospensione della libera circolazione delle persone. E' una misura draconiana e sproporzionata rispetto alla necessità di contenere contagio. E poi cosa vogliamo fare dell'Italia un lazzaretto? Non ci sono le condizioni", ha detto chiaramente Conte rivendicando come il governo intero si assume "la piena responsabilità politica" delle scelte fatte. Il premier ha anche annunciato che nei prossimi giorni il governo varerà un altro decreto contenente però le misure economiche e di ristoro che dovranno essere messe in campo per far fronte alla sospensione di tutte le attività nelle aree focolaio. Il percorso per arrivare al testo approvato a tarda sera, però, non è stato così liscio. Nel corso del Cdm ci sono state diverse discussioni tra le varie anime del governo, con alcuni che chiedevano una linea dura e altri che, invece, fino alla fine hanno tentato di evitare che intere zone del paese diventassero, di fatto, delle zone off limits per tutti. Tra questi il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che proprio dal lodigiano proviene.
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