Green Hill la porta dell'Inferno |
Scritto da Virginia Bellino |
Lunedì 05 Dicembre 2011 11:32 |
“Il compito più alto di un uomo è sottrarre gli animali alla crudeltà”
(Emile Zola)
“Vivisezione: nessuno scopo è cosi alto da giustificare metodi cosi indegni”
(Albert Einstein)
GREEN HILL: leggendo questo nome si è tentati di pensare a bucoliche immagini di verdi colline, dove ci si possa rilassare immersi nel verde e dove l’amore per la natura e le sue creature possa trovare libera espressione. E invece no, perché purtroppo le clamorose cronache delle ultime settimane collegano questo nome ad una ben più orribile e cruenta realtà, quella di un canile – lager situato a Montichiari, in provincia di Brescia. In via ufficiale, dentro questa struttura è ospitato un allevamento privato di cani di razza Beagle, ma l’amara realtà è ben diversa, e può essere efficacemente riassunta dalla ragione sociale dell’azienda, che cosi recita:
“allevamento, acquisto, produzione, commercio, importazione, esportazione, pensionamento e stabulazione la stabulazione indica un qualunque confinamento di animali in spazi controllati costruiti o ricavati artificialmente, nei quali sono garantite e monitorate le funzioni vitali) di animali di piccola e media taglia, di ceppi rari, nonché di ceppi geneticamente portatori di alterazioni atte a consentire modelli di patologie umane, di mangimi per animali e di diete speciali per animali. Gli interventi di microchirurgia per la preparazione di gruppi di animali atti ad essere utilizzati per ricerche di carattere specifico farmaco dinamico. Allestimento di modelli sperimentali di valutazione biologica per la determinazione dei livelli di contaminazione ambientale sia di origine organica, fisica e chimica da effettuarsi dietro commissione di strutture sia private che pubbliche, sia nell’ambito di progetti finalizzati alla tossicologia ambientale e all’igiene dell’ambiente e del lavoro.
L’allestimento e l’effettuazione di studi di tossicologia, cancerogenesi e mutagenesi per conto terzi, volti tanto a molecole e possibile impiego farmacologico, cosmetico ed ambientale che a prodotti e a sostanze di qualsiasi genere”
Parole dotte ed altisonanti che però possono essere riassunte in un unico TERRIBILE termine: VIVISEZIONE. Ecco la sorte a cui sono destinati i cani di GREEN HILL. Cani dunque che vengono allevati in questo canile-lager e poi venduti a vari laboratori sparsi in tutta Europa che effettuano vivisezione e sperimentazione. Da un punto di vista giuridico, la struttura si presenta perfettamente a norma, ma da molti giorni ormai, i mass media raccolgono denunce di ogni genere circa le condizioni critiche in cui sono tenuti gli “ospiti” di questa struttura, cani nati per morire, e, nell’attesa, condannati a vivere una vita di atroci sofferenze.
Si calcola che da questo “allevamento”, che secondo la legge regionale 33/09 dovrebbe ospitare circa 200 cani, mentre attualmente ne ospita un numero che oscilla tra 2500 e 3000, partano ogni mese circa 250 cani destinati alla vivisezione, a subire ogni sorta di torture in nome del progresso scientifico. Ma è davvero questo il prezzo da pagare per il progresso? Siamo davvero sicuri che l’uomo, usando opportune combinazioni di impegno ed intelligenza non sia davvero in grado di trovare una valida alternativa che costi meno in termini di sofferenza? Ecco, questa forse è la domanda che ogni uomo di buona volontà dovrebbe porsi. Intanto il popolo degli ambientalisti e animalisti si è mobilitato alla grande da tutta Italia ormai già da molti giorni, aiutato dai mass media che hanno dato voce a questo popolo dei guerrieri di madre natura che si stanno battendo con tutte le forze per strappare questi infelici alla loro vita intrisa di lacrime e sangue.
Appelli sono stati lanciati da alcune trasmissioni come STRISCIA LA NOTIZIA, STUDIO APERTO e TG1, e su YouTube sono moltissimi i video realizzati da chi vuole cercare di sensibilizzare quante più persone possibili su questo buio capitolo che, ahimè, rischia di restare tale se si lasciano spegnere i riflettori. E anche Facebook, il popolare social network, non si tira certo indietro con molte pagine e gruppi che cercano di diffondere l’appello contro GREEN HILL.
L’esercito di madre natura sta cercando in tutti i possibili modi e con tutti gli strumenti a disposizione di fare in modo che quei riflettori non si spengano, portando avanti manifestazioni di protesta di ogni genere, compreso anche uno sciopero della fame promosso dagli attivisti. In particolare, su YouTube è presente un video contenente un accorato appello, secondo cui STRISCIA LA NOTIZIA è disposta a sostenere la battaglia per la chiusura di GREEN HILL solo se in tanti chiameranno o manderanno una mail ai seguenti recapiti:
Telefono: 800 055 077
Mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Coraggio dunque, guardiamo dritto negli occhi i nostri amici a 4 zampe, quegli amici che con tutta la tenerezza e la dolcezza di cui il loro piccolo cuore è capace allietano la nostra vita, ci aspettano quando la sera torniamo a casa correndoci incontro perché NOI siamo il loro mondo, amici che quando stiamo male per un qualsiasi motivo ci sfiorano con quella zampetta morbida che lenisce più di mille aspirine quasi come a volerci sussurrare “hey, coraggio che ce la fai”, guardiamoli negli occhi e poi alziamo il telefono e mandiamola una mail, perché altri amici simili a quelli che abbiamo accanto, al sicuro vicino a noi, stanno soffrendo le pene dell’inferno e forse questo nostro piccolo gesto magari potrebbe aiutarli. Qualcuno forse potrà pensare il nostro è un piccolo gesto che nulla cambia, e dunque è inutile farlo, perché sarebbe la solita ennesima perdita di tempo, ma a tal proposito mi viene in mente una delle mie citazioni preferite, che cosi recita:
Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell'oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all'oceano mancherebbe (Teresa di Calcutta)
E chissà che tante gocce non lo formino davvero l’oceano necessario a lavare via la sofferenza dalla vita di quei cuccioli. Perché dunque non provarci? |