I Giganti di Napoli gettati nel fango |
Scritto da Giancarlo Nobile |
Giovedì 24 Maggio 2012 00:02 |
Circa un anno fa, il Monitore Napoletano fece uscire un articolo sullo stato di conservazione dei resti dei Martiri della Repubblica Napoletana del 1799 (clicca qui). La Consulta Napoletana per la Laicità dello Stato, ci ha mandato il seguente articolo, e visto che il silenzio regna sovrano su questo scandaloso, ennesimo, attacco alla Repubblica Napoletana, lo proponiamo, sperando che il Comune di Napoli faccia proprio e si adoperi affinché i resti dei protofondatori dello Stato Italiano possano riposare in pace. Si attribuisce al grande fisico Isaac Newton la frase «Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti». I giganti indicati da Newton erano tutti gli uomini di cultura del passato, erano i tanti uomini di genio che gli avevano permesso di formulare le leggi della fisica che avrebbero cambiato il mondo umano, su quei giganti si può vedere al di là del piccolo orizzonte della quotidianità e nutriti dalla loro conoscenza comprendere meglio ciò che gli occhi vanno scoprendo.
Vi è un popolo, quello Napoletano, che ha rifiutato i suoi giganti, che li tiene gettati da secoli nella melma dopo averli uccisi e vilipesi. Può un città aver un presente ed un futuro se agisce così? Una città, una società che non ricorda i suoi figli migliori e rifiuta i momenti più alti della sua storia è una città, una società che non ha presente e non ha la visione giusta per costruire il futuro.
Ma chi sono questi giganti?
Sono i grandi illuministi dello settecento napoletano che portarono alla brevissima ma stupenda esperienza della Repubblica Napoletana del 1799. L’abortita rivoluzione del 1799, portata avanti dalla sparuta nobiltà e da pochi borghesi lungimiranti e colti che guidarono una Rivoluzione Democratica che ancora una volta la Chiesa e il potere regio dei Borboni blocca volendo congelare la storia.
La controrivoluzione guidata dal Cardinale Ruffo con i suoi sanfedisti spazzò definitivamente qualsiasi possibilità alla città di agganciarsi all’Europa. La modernità, l’intero progetto illuminista, democrazia, eguaglianza, liberalismo politico, separazione tra stato e religioni, parità dei sessi, secolarismo erano per i sanfedisti opera del demonio, essi si sentivano, tramite il re, agenti di dio in un mondo corrotto dai peccati della ragione. Ma quelle idee erano e saranno le fondamenta per le Democrazie Liberali d’oggi. La conseguenza tragica della sconfitta della Repubblica Napoletana del 1799 fu la morte orribile di titani del pensiero come Mario Pagano che scrisse la prima Costituzione Laica d’Europa, Elenora Pimentel Fonseca donna che si ribellò alla condizione femminile e divenne prima giornalista e direttrice di un giornale il MONITORE NAPOLETANO, Domenico Cirillo insigne medico aprì le porte a Napoli delle prime ricerche della patologia moderna, e tanti altri uomini che avrebbero potuto far vivere Napoli come città pienamente europea. La fine tragica di quella esperienza fu più che un momento storico, fu il congelarsi della storia di una città: l’epitaffio lo scrisse la stessa regina Carolina che guidò la repressione: ‘mai la cultura è stata così lontana dalla corte’ e il generale inglese Moore esclamò: ‘’Non v’è alcuna parte ormai del mondo così priva di spirito pubblico’’.
Così Napoli rimarrà bloccata nella sua lenta agonia, staccata dal mondo civile, nel suo essere ‘un paradiso abitato da diavoli’, nella mancanza di consapevolezza dei cittadini di vivere una società con la responsabilità che ciò comporta, nel suo dover essere governata dagli ‘ipocondriaci’ e incolti Borbone che avevano in odio la borghesia e si legarono a filo doppio con il popolino e con il suo governo le consorterie familiari: la camorra.
I giganti che fecero quella esperienza di Democrazia e Libertà furono uccisi e gettati nelle segrete della chiesa del Carmine e li sono stati ignominiosamente lasciati per secoli senza che la città si curi di darne una giusta sepoltura, senza che la città costruisca un Memoriale per ricordare i suoi figli migliori
In questi anni è sorto un movimento guidato dalla Consulta napoletana per la laicità delle Istituzioni ( Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. – www.napolilaica.it) per far si che questa vergogna possa essere sanata e quei martiri possano aver il riconoscimento di tutta la città e che si possa costruire un Memoriale in onore a questi giganti e promulgare il 21 gennaio, giorno della proclamazione di quella Repubblica Napoletana, ‘giornata civica’ in modo che tutti i cittadini di questa città arenati nella quotidianità che frena la visione dell’orizzonte del futuro possano salirne sulle spalle dei sui Giganti e come diceva Newton guardare lontano |