Campi Flegrei - Uno studio pubblcato su Communications Earth & Environment ipotizzerebbe la crosta meno elastica |
Scritto da Giovanni Di Cecca |
Venerdì 09 Giugno 2023 13:33 |
Secondo la rivista specializzata Communications Earth & Environment di Nature nel lavoro di Christopher Kilburn, professore di Vulcanologia presso l’ University College London (UCL), da Stefano Carlino, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Osservatorio Vesuviano (INGV-OV), da Nicola Alessandro Pino, primo ricercatore INGV-OV e da Stefania Danesi, primo ricercatore INGV Sezione Bologna, ci sarebbe la possibilità di uno stop alla crescita dei Campi Flegrei in quanto la crosta terrestre sarebbe meno elastica
Secondo lo studio "la rottura è preceduta da variazioni ripetibili del tasso di sismicità con il movimento del suolo, che tracciano la quantità di stress applicato che viene rilasciato dai terremoti locali. Una sequenza di rottura si è sviluppata attraverso quattro episodi di sollevamento del suolo nella caldera dei Campi Flegrei in Italia: nel 1950-1952, 1969-1972, 1982-1984 e dal 2004. Nel 2016 avevamo previsto che l'approccio alla rottura sarebbe continuato dopo un ulteriore sollevamento di 30-40 cm nel punto di maggior movimento. Abbiamo aggiornato la nostra analisi con nuovi dati sui cambiamenti nel numero di terremoti locali con quantità di movimento del suolo. Qui dimostriamo che gli eventi successivi hanno confermato la nostra previsione e che i disordini hanno cambiato la struttura della crosta dei Campi Flegrei." E ancora: "Regimi evolutivi di deformazione L'inquietudine dei Campi Flegrei rappresenta una perturbazione dal suo stato di equilibrio dinamico di cedimento di fondo. La quantità di perturbazione è data dal sollevamento corretto, h cor , per il quale la subsidenza di fondo è stata rimossa dal movimento del suolo osservato 4 , 15 , 26 (vedi Metodi). Seguendo i nostri studi precedenti 4 , quindi, abbiamo utilizzato h cor per indagare la fonte dei disordini. La sismicità è quasi cessata durante la subsidenza dopo il 1984 ed è riemersa solo dopo l'inizio del lento sollevamento del suolo nel 2005. Gli eventi di TV sono stati sporadici fino al 2015-2016, dopodiché sono diventati più frequenti prima di stabilizzarsi nel 2020 a un tasso medio di circa 175 eventi al mese (con un range da circa 100 a 250; Fig. 2 ). Nell'aprile 2022, il terreno era tornato alla sua posizione alla fine della crisi del 1982-1984." In coclusione, secondo lo studio iIl susseguirsi degli episodi di sollevamento degli ultimi decenni ha causato un progressivo indebolimento nella crosta della caldera dei Campi Flegrei. Dalla ricerca risulta che la crosta della caldera flegrea sta attraversando un progressivo passaggio da una fase “elastica” a una “inelastica” L’attività della caldera è causata da movimenti di fluidi che si troverebbero a circa 3 chilometri di profondità e che potrebbero essere costituiti sia da magma che da gas di natura vulcanica. Secondo gli autori – riporta l’INGV – la causa dell’attuale sollevamento potrebbe essere di origine idrotermale, ma non è possibile escludere completamente un eventuale contributo magmatico. La darsena di Pozzuoli che da diverso tempo ha un abbassamento della profondità potrebbe essere correlato a questo effetto bradisismico ed esserne l'indicatore (Photo story, febbraio 2023). La ricerca pubblicata ha una valenza essenzialmente scientifica, priva al momento di immediate implicazioni in merito agli aspetti di protezione civile, rappresentando un contributo potenzialmente utile in futuro per affinare gli strumenti di previsione e prevenzione di protezione civile. Al momento i risultati della ricerca non hanno alcuna implicazione diretta su misure che riguardano la sicurezza della popolazione.
Video - Simulazione INGV dell'Eruzione Pliniana del Super Vulcano dei Campi Flegrei
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