Sanremo 71 - Oggi al via la kermesse senza pubblico |
Scritto da Giovanni Di Cecca |
Martedì 02 Marzo 2021 23:07 |
Ci sono eventi momenti nella storia collettiva di un popolo, qualche volta del mondo stesso, che fanno da spartiacque epocale. Lo fu l'11 settembre 2001 con l'attacco alle Torri Gemelle di New York, lo sono stati i vari terremoti più o meno disastrosi di questi ultimi anni, per non parlare della Caduta del Muro di Berlino nel 1989 o l'Omicidio Kennedy più indietro nel tempo.
Paradossalmente il Festival di Sanremo 2020, 70a edizione della kermesse sonora più famosa d'Italia (per la cronaca vinse Diodato con Fai Rumore), che come al solito ha lasciato lo strascico di "normali" polemiche, fu l'ultimo (o quasi) momento di pura "normalità" che tutti noi ricordiamo Giusto un mese dopo (era il 9 marzo 2020) la Pandemia aveva sovrastato tutti noi e qui, nel Bel Paese, calavano i DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) che di fatto decretava che tutto quello che conoscevamo come mondo era finito. "Pochi giorni, forse un mesetto e finisce tutto" era il pensiero più in voga. E' passato un anno, ma sembra un secolo o forse più. Dopo un anno ed un mese (quasi) ritorna sul Palco dell'Ariston il Festival (più amato ed odiato) della Canzone Italiana. Amadeus nel suo incipit esordisce: «Quest'anno il cuore batte più forte rispetto all'anno scorso. [...] L'ho fatto con tutto me stesso, pensando a chi vive di musica, tv, spettacolo, al Paese reale che sta lottando per ritrovarsi». «Non ho spettatori in sala - spiega mentre la regia spazia sulla platea vuota (sotto) - ma avrò applausi registrati e mi rincuora pensare che siano vostri, da casa» La Pandemia che ha stravolto le nostre vite è entrata a gamba tesa anche nell'ultimo avamposto psicologico di normalità che conoscevamo fino all'anno scorso. Nel corso dei suoi 71 anni il Festival amato, criticato, osannato e detestato, ha raccontato il nostro paese ed il suo evolversi, segnandone come un metronomo, i tempi. Alla fine poco importa se il brano che vincerà sarà generazionale o la breve fiammella di qualche mese che evapoerà in estate per lasciare spazio ad altro, ma Sanremo è li che ci ricorda la triste realtà ma ci riporta alla memoria quel barlume di Felicità (come cantavano Albano e Romina Power nel 1982) che è parte della nostra vita. E poi... Sanremo è Sanremo... |