Varicano - Bendetto XVI molto malato - Il Papa: "Pregate per lui" |
Scritto da Giovanni Di Cecca |
Mercoledì 28 Dicembre 2022 18:03 |
All'Udienza del Mercoledì alla Sala Nervi in Vaticano, Papa Francesco ha detto che l'ex Pontefice Benedetto XVI è molto malato e che le sue condizioni di sono aggravate. Stando ai media vaticani, lo stesso Sommo Pontefice è andato a trovarlo al monastero Mater Ecclesiae, dove l'ex Pontefice è assistito dai medici.
Da quasi 10 anni, ormai, da quel fatidico annuncio nel Concistoro dell'11 febbraio 2013, quando annunciò al mondo le sue intenzioni di abbandonare il soglio di Pietro, il primo pontefice dal 1415 a farlo (Papa Gregorio XII), vive nella struttura di Santa Marta in Vaticano, isolato dal mondo. Molto si è speculato sulle sue dimissioni, di cui, di fatto resta ancora un mistero il motivo per abbandonare un così importante incarico. Papa Ratzinger fu eletto, ma non subito come si immaginava, dopo la morte di Papa Giovanni Paolo II, che aveva traghettato la chiesa nel XXI Secolo, e soprattutto nel III Millennio, colui che aveva fatto cadere il Muro di Berlino che divideva l'Est dall'Ovest e di conseguenza tutti i regimi comunisti che avevano segnato il mondo dalla fine della II Guerra Mondiale. Il Conclave che seguì la morte di Papa Giovanni Paolo II (divenuto santo il 27 aprile 2014 per mano di Papa Francesco), mise davanti ai Cardinali Joseph Ratzinger e Jeorge Mario Bergoglio. Il Conclave del 2005 La sera del 18 aprile le votazioni si aprirono avendo quella del cardinale Ratzinger come unica candidatura organizzata in grado di contare su un blocco di voti sicuri. Le previsioni dei vaticanisti più informati oscillavano fra i 30 e i 50 voti già sicuri per lui. Molto inferiori alle aspettative della vigilia furono gli elettori orientati verso il cardinale Carlo Maria Martini, ex arcivescovo di Milano.
Il primo scrutinio, che non era scontato avvenisse entro la giornata, ebbe esito negativo: alle ore 20:05 uscì dal comignolo della Cappella Sistina la fumata nera. Le prime indiscrezioni sulle votazioni furono pubblicate poche settimane dopo il conclave. Andrea Tornielli indicava che nel primo scrutinio Ratzinger avesse ottenuto 40 voti, Martini 30. Secondo Lucio Brunelli, invece, al secondo posto dietro Ratzinger si sarebbe collocato il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, con Martini fermo a 9 voti; vi sarebbero stati anche 6 voti per Ruini, 4 per Sodano e una trentina di voti dispersi.
Il giorno successivo, 19 aprile, i sostenitori di Ratzinger si concentrarono sul vasto blocco degli incerti. I cardinali dalla parte di Camillo Ruini fecero sapere che il loro piccolo pacchetto di voti si sarebbe riversato su Ratzinger. Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, poteva invece contare su tutti i voti dei cardinali provenienti dall'America latina, esclusi solo il colombiano Alfonso López Trujillo, avversario della teologia della liberazione, e il cileno Jorge Medina Estévez, responsabile dell'edizione cilena della rivista Communio, creatura teologica di Ratzinger. Prevalse allora, sul fronte opposto a Ratzinger, l'orientamento a sostenere il porporato argentino, e anche i cardinali che al primo turno avevano votato per Martini si convinsero a puntare su Bergoglio.
Al secondo scrutinio i voti per Ratzinger, come previsto, aumentarono rispetto al giorno prima, ma anche Bergoglio ottenne un numero di preferenze non trascurabile. Al terzo scrutinio a Ratzinger mancarono pochissimi voti per essere eletto, ma i sostenitori di Bergoglio decisero di resistere a oltranza, sperando di portare a una situazione di stallo continuo che avrebbe reso necessaria la messa da parte del cardinale tedesco e la ricerca di un nuovo candidato. Anche Martini era della stessa idea e, sospettando il blocco duraturo di Ratzinger, prevedeva un cambio di candidati per il giorno successivo
In termini concreti sembra che, al terzo turno, i sostenitori di Bergoglio fossero riusciti a far ottenere al cardinale argentino 40 voti: poiché i votanti erano 115 e poiché per essere eletti erano necessari i due terzi dei consensi, ossia 77 voti, a Bergoglio bastava mantenere quei 40 voti per rendere aritmeticamente impossibile l'elezione di Ratzinger, che, nel caso, si sarebbe potuto fermare al massimo a 74 (dato che non poteva votare per sé stesso). A questo punto sembra che sia stato l'atteggiamento dello stesso Bergoglio a far capire a molti suoi sostenitori che fosse meglio desistere, per evitare una spaccatura nel conclave. Diversi cardinali del blocco di Bergoglio, quindi, allo scrutinio successivo, si sarebbero arresi e avrebbero dato a Ratzinger i voti che gli mancavano per l'elezione.
Alle 17:50 del 19 aprile, dopo il quarto scrutinio, dal comignolo della Sistina si levò la fumata bianca. Poco più di un'ora dopo, alle 18:53, il cardinale protodiacono Jorge Medina Estévez si affacciò dalla loggia della Basilica di San Pietro e, con la tradizionale locuzione Habemus Papam, comunicò l'elezione di Joseph Ratzinger, che scelse il nome di Benedetto XVI. Nel primo, breve saluto rivolto ai fedeli riuniti in piazza San Pietro, Benedetto XVI non mancò di ricordare il suo amico e predecessore Giovanni Paolo II:
«Cari fratelli e sorelle, dopo il grande papa Giovanni Paolo II i signori cardinali hanno eletto me, un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà, e Maria, sua Santissima Madre, starà dalla nostra parte. Grazie.» Il resto è storia contemporanea, che abbiamo trattato in prima pagina. |