Coppa Europa 2020 e Tokyo 2020 - La Leggenda dello Sport Italiano - Il Punto del Direttore |
Scritto da Giovanni Di Cecca |
Lunedì 09 Agosto 2021 11:15 |
Noi giornalisti viviamo il presentismo, scriviamo di fatti in tempo reale (o quasi), raccontiamo, tramite le nostre cronache, la storia del tempo intorno a noi.
Ma quando queste cronache, le immagini, i video, insomma i documenti presenti, avanzano nel tempo, l'età avanza, le rughe iniziano a segnare il nostro corpo, i nostri visi, la barba ed i capelli scoloriscono, si perdono in un pettine, in una spazzola, allora il nostro presentismo diventa storia, leggenda.
Ci sediamo sulla nostra sedia, sulla nostra poltrona preferita, chiudiamo gli occhi e cerchiamo di ricordare visi, volti, aneddoti, le persone che abbiamo avuto intorno nei giorni dell'esultanza.
Fotografie, che saranno anche impeccabili nei nostri PC futuristici, ma che nella nostra mente diventano col tempo virate, ingiallite, ma nitide ed indelebili nell'anima e nei cuori, ci riporteranno a quell'estate del 2021.
Tra qualche decennio, sarà ricordata come la Leggenda della Rinascita Italiana, quella della rivalità estrema tra Italia e Gran Bretagna, a più riprese incrociate dopo la altrettanto leggendaria notte di Wembley che ci ha regalato la Coppa Europa (dopo 53 anni dalla prima e 9 dalla seconda finale persa contro la Spagna nel 2012), la leggendaria finale tra Matteo Berrettini e Novak Đoković che valeva la finale del Torneo di Wimbledon a Londra (poco prima della finalissima di Coppa Europa).
Ma quando nella mente, l'asse temporale si sposterà di qualche giorno in avanti, in quel connubbio tra Mito, Leggenda, Storia, ovvero le Olimpiadi, le guance non potranno non rigarsi di qualche lacrima di gioia, di nostalgia.
Un po' come accade nel film Premio Oscar Momenti di Gloria, epico film sulle Olimpiadi di Parigi del 1924, dove la voce narrante di Lord Andrew Lindsay (personaggio fittizio, probabilmente ispirato alla figura di Lord David George Brownlow Cecil Burghley, VI marchese di Exeter) che al funerale di Harold Abrahams (morto nel 1978) iniziava con: "Esaltiamo gli uomini famosi ed i nostri padri che ci generarono. Tutti questi uomini furono onorati nella loro genrazione, e furono gloria del loro tempo..."
Noi, cronisti, spettatori, tra qualche decennio, quando ricorderemo i 10 minuti più folli della Storia Olimpica Azzurra, 2 medaglie d'Oro leggendarie nel Salto in Alto e nella Corsa dei 100m, rivedremo ancora i volti inalterati dal tempo di Marcell Jacobs, di Gimbo Tamberi, del loro abbraccio, della plastica istantanea di Jewel Samad che immortala il passaggio sul traguardo di Filippo Tortu e di Nethaneel Joseph Mitchell-Blake (GB) nella altrettanto leggendaria 4x100m dove vincemmo l'oro, che hanno fatto leggenda ed è stata da sprono a tutta la compagine Azzurra per riuscire dove sembrava impossibile. Ne esalteremo le gesta, li onoreremo e li ricorderemo immortali come solo l'Olimpiade può rendere eterni gli uomini e le loro gesta (come accadde per Acanto di Sparta o Astilo di Crotone nei Giochi antichi). Il 2021 con tutti i suoi drammi, i suoi dolori, ci ha dato la grazia di 2 mesi epici, immortali, eterni...
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