Napoli - Fiaccolata per il terzo anniversario della morte del D10S |
Scritto da Giovanni Di Cecca | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Domenica 26 Novembre 2023 12:06 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sono già passati 3 anni dall'improvvisa morte del D10S, eppure a Napoli il mito, l'idea stessa che sia un immortale c'è sempre, ed ancor di più è diventato una sorta di controparte laica di San Gennaro, uno spirito guida che trascende le generazioni che lo hanno conosciuto, ammirato nella sua venuta a Napoli, soprattutto vista dalla Città con l'aura del Libertadores. Spiegarne le motivazioni di tale culto mistico, è difficile sia per chi osserva cinicamente dall'esterno della città ma credo che sia difficile spiegarlo anche da chi vive a Napoli da sempre ed è cresciuto nelle vie del Centro Antico.
Si può dire che Maradona è, cioè è la trsfigurazione fisica stessa di buona parte della cittadinanza (che è da sempre chiamata lazzarona) e che vede in lui un suo pari, un suo simile, che riesce (pardon, è riuscito) con la sua infinita classe a riscattare la stessa Città dai soprusi delle altre città del Nord in particolare, specialmente in un periodo storico complesso come gli anni '80 e '90 Infatti non va dimenticato il contesto storico in cui Maradona viene a Napoli. In quel periodo, a differenza di oggi, la Nostra Città era sempre sui telegiornali per la guerra di Camorra che sia era innescata nella lotta per il potere tra la NCO (= Nuova Camorra Organizzata) di Raffaele Cutolo e le altre famiglie che si erano spartiti il territorio. Non solo, l'altro grande problema che c'era erano la mancanza di lavoro, di prospettive di vita ed il Nord era visto come l'unica soluzione di poter esprimere le proprie capacità. Un'applicazione della famosa frase di Eduardo de Filippo: "Fuitavenn' 'a Napule!", che personalmente non ho mai condiviso nella forma e nel metodo! Come nella più famosa Disfida di Barletta del 1503, Maradona si fece carico di riscattare l'onore della Città che lo aveva accolto come un Re, come un Dio, riscattò nel calcio quello che era diventata la sua città. Riscattò soprattutto quella popolazione "lazzarona" che in lui aveva visto un suo simile, e che fuori dalla Città erano trattati come persone senza dignità senza diritti. Come ebbi a dire al TG4 qualche mese fa che era in diretta da Largo Maradona, quei due scudetti vinti nel 1987 e 1990 furono i due BigBang della rinascita Napoletana.
Furono la vittoria di Davide contro Golia (la triplice del Nord: Inter-Milan-Juve), furono il riscatto sociale di un intero popolo, quello del Sud, sparso in ogni parte del Mondo che finalmente poteva stare a testa alta tra le grandi città del Nord. Fu infine la Coppa UEFA, la ciliegina sulla torta di quel grandissimo periodo, ormai lontano. Aver dato la zampata vincente anche tra le Big d'Europa (all'epoca la Coppa UEFA era una Mini Champions Odierna, visto che raccoglieva le seconde e terze classificate dei Campionati Europei), fu la consacrazione che Napoli era in Italia ed era degno di rispetto. L'altro grande aspetto fu la coerenza el D10S, pur avendo sirene consistenti per andare ad altre squadre più grandi e blasonate (Silvio Berlusconi in particolare lo voleva portare al Milan), ma Maradona non volle tradire la fiducia del suo popolo. Il resto è storia. Tardivo, e non solo dal mio punto di vista, la cittadinanza onoraria che per fortuna ebbe in vita:
E quindi non c'è da meravigliarsi che Napoli a distanza di tanti anni ha il suo Tempio Laico che è lo Stadio Diego Armando Maradona ed il suo luogo di culto a Largo Maradona ai Quartieri Spagnoli. Maradona è, ovunque, nelle nostre menti, nelle nostre anime, e soprattuto è Napoli in tutte le sue forme. Un nume tutelare che ci accompagna ovunque, perfino sul Presepe...
Photogallery - Napoli - Fiaccolata per il terzo anniversario della morte del D10S - 25-11-2023 Photo by Giovanni Di Cecca / MagnaPicture.com --- Archivio Storico dicecca.net - MONITORE NAPOLETANO
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