Stampa - E' morto Arrigo Levi, aveva 94 anni |
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Scritto da Redazione | ||||||||
Lunedì 24 Agosto 2020 10:39 | ||||||||
E' morto a 94 anni il Giornalista e Scrittore Arrigo Levi, colonna del Corriere della Sera ed ex direttore de La Stampa di Torino Il giornalista, scrittore e conduttore televisivo è morto stanotte nella sua casa romana. Era tornato a casa dopo un lungo ricovero dovuto a problematiche legate all'età: in ospedale quando aveva sentito approssimarsi la fine ha cantato l'inno d'Israele e una filastrocca modenese, legata probabilmente alla sua infanzia.
I funerali saranno in forma privata a Modena nei prossimi giorni. La scheda Arrigo Levi (Modena, 17 luglio 1926 – Roma, 24 agosto 2020) è stato un giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano. Biografia
L'esilio in Argentina
Appartenente a una famiglia della Comunità ebraica di Modena, il padre Enzo era un noto avvocato, ricordato negli annali dell'automobilismo per aver redatto l'accordo fondativo che sancì la nascita della Scuderia Ferrari. La madre, Ida Donati, discendeva da Donato Donati, mercante arrivato a Modena nel XVII secolo da Finale Emilia, che aveva introdotto il grano saraceno nel Ducato estense. Lo zio materno Pio Donati, avvocato antifascista, era deputato del Partito Socialista Italiano ed a causa della sua ostilità al regime era stato costretto all'esilio in Belgio, morendovi nel 1927.
Nel 1942 Arrigo è costretto a trasferirsi con i genitori in Argentina per sfuggire alle persecuzioni delle leggi razziali. A Buenos Aires inizia gli studi universitari e nel 1943 comincia la carriera giornalistica, come collaboratore de L'Italia libera, giornale del Partito d'Azione.
La carriera giornalistica
Dopo la guerra è tornato con la famiglia dall'Argentina a Modena, appena in tempo perché suo padre potesse partecipare, il 2 giugno 1946, al Referendum istituzionale. A Modena ha completato gli studi universitari, laureandosi in Filosofia, e ha continuato la sua carriera giornalistica presso il giornale "Unità Democratica" diretto da Guglielmo Zucconi. Trasferitosi in Israele si è arruolato volontario nelle brigate del Negev e ha partecipato alla prima guerra arabo-israeliana, scrivendo corrispondenze dal conflitto per i quotidiani Libertà e Gazzetta di Modena (con direttore ancora Guglielmo Zucconi), nonché per la rivista socialista Critica Sociale diretta da Ugo Guido Mondolfo.
Rientrato in Italia si è successivamente trasferito a Londra, dove ha lavorato al programma "Radio Londra" presso la BBC. Successivamente è stato corrispondente del quotidiano torinese «Gazzetta del Popolo». Dal 1953 al 1959 ha inviato le sue corrispondenze da Roma al quotidiano «Corriere d'Informazione», edizione pomeridiana del «Corriere della Sera».
Gli incarichi più importanti
Nel 1960 si è trasferito a Mosca. Qui, fino al 1962, è stato corrispondente del Corriere della Sera e poi, fino al 1966, è stato corrispondente de Il Giorno. Nel 1966 è passato alla Rai, dove ha condotto il telegiornale fino al 1968 (e fu questa un'innovazione, in quanto fino ad allora i telegiornali erano stati "letti" da speaker professionisti e non da giornalisti). È tornato alla carta stampata nel 1969, come inviato del quotidiano torinese La Stampa, incarico che ha ricoperto fino al 1973, quando è diventato direttore dello stesso giornale e del quotidiano del pomeriggio Stampa sera. È rimasto a Torino fino al 1978. Dal 1979 al 1983 ha collaborato con il Times, curando la rubrica di problemi internazionali. Nel 1988 è diventato capo editorialista del Corriere della sera e dal 1998 al 15 maggio 2013 è stato consigliere per le relazioni esterne del Quirinale, prima con Carlo Azeglio Ciampi e poi con Giorgio Napolitano.
La televisione
Oltre al telegiornale, al quale si è dedicato nella metà degli anni sessanta, Levi ha legato il suo nome a molte trasmissioni televisive, in gran parte realizzate per la Rai. Tra queste: Tam Tam (1981), Punto sette e Punto sette, una vita. In seguito ha lavorato per Canale 5, guidando il programma Tivù Tivù con Angelo Campanella (dal 1987 al 1988). In seguito è ritornato in Rai, con le trasmissioni I giorni dell'infanzia (1993), Emozioni Tv (1995) e Gli archivi del Cremlino (1997), della quale è stato anche autore. Nel 1999, su Raiuno, ha condotto C'era una volta la Russia.
Opere
Onorificenze e riconoscimenti
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