Cinema: E' morto Alain Delon, icona del Cinema del '900 |
Scritto da Redazione |
Domenica 18 Agosto 2024 10:28 |
Ci ha lsciati Alain Delon, una delle ultime icone del Cinema del '900 tra i sex symbol più osannati del XX Secolo e annoverato tra i più grandi attori francesi di tutti i tempi. La sua «bellezza derivata dall'aspetto ammaliante, dal viso angelico e dagli occhi di ghiaccio ipnotizzanti», gli ha permesso di interpretare uomini cupi, misteriosi, solitari, che molto spesso si rivelavano persino autobiografici del loro interprete.
Giovinezza Alain Fabien Maurice Marcel Delon nasce l'8 novembre 1935 nel comune francese di Sceaux (nell'Hauts-de-Seine). Figlio di Fabien Delon (1904-1977), direttore di un piccolo cinema di quartiere, Le Régina, e Édith Arnold (1911-1995), una giovane commessa di farmacia. La famiglia Delon è originaria di Saint-Vincent-Lespinasse, del Tarn e Garonna; suo bisnonno paterno Fabien Delon (1829-1909), fu decorato con la Legion d'onore nel 1892, mentre sua nonna, Marie-Antoniette Evangelista, sposò Jean-Marcel Delon, un esattore di Prunelli di Fiumorbo. La leggenda familiare vuole gli Evangelista imparentati con i Bonaparte. Nel 1939, quando Alain ha appena 4 anni, i genitori divorziano e il padre praticamente scompare per diversi anni. Nonostante il grande affetto, è proprio la madre ad affidare Alain a una famiglia adottiva, il cui padre è guardia carceraria della prigione di Fresnes. In quel periodo Alain è spettatore della fucilazione del collaborazionista Pierre Laval,esperienza che da un lato lo turba, ma dall'altro lo affascina. A 8 anni, non potendo più restare con la famiglia adottiva e non potendo tornare dalla madre, vive nel collegio di suore a Issy-les-Moulineaux dove incontrerà uno dei suoi più cari amici, Gérard Salomé, con cui trascorrerà tutta la giovinezza. A causa del suo carattere perennemente ribelle, dovuto per sua stessa ammissione al trauma subito dalla separazione dei genitori, ottiene brutti voti a scuola, e per questo motivo è costretto a cambiare diversi istituti. All'età di 14 anni lascia la scuola; sua madre, risposatasi con un maestro salumiere, Paul Bologne, lo indirizza come apprendista salumiere nella macelleria del patrigno, in cui Alain si trova subito a suo agio, diventando in breve uno dei dipendenti più proficui. Sempre all'età di 14 anni recitò in Le Rapt, un cortometraggio girato dal padre di uno dei suoi amici. All'età di 17 anni, sovvertendo tutti gli iniziali obiettivi di diventare maestro salumiere e prendere il posto del patrigno, decide di arruolarsi nella marina francese e nel 1953 viene destinato in Indocina, nel Sud-est asiatico, nell'ambito del corpo di spedizione militare francese nella guerra d'Indocina. Dopo 5 anni viene congedato, dopo aver totalizzato ben 11 mesi complessivi di prigione per indisciplina. Tornato in Francia nel 1956, Delon deve affrontare una situazione di ristrettezza economica, svolgendo i lavori più disparati quali il facchino, il commesso, il cameriere nei quartieri malfamati di Montmartre e Halles; per sua stessa ammissione, finì per fare il bohémien sempre a Montmartre. Grazie alla passione per la giovane attrice Brigitte Auber si allontana da questo mondo e fa la conoscenza dell'attore Jean-Claude Brialy che lo invita al Festival di Cannes, dove la sua bellezza candida e al tempo stesso glaciale non passa inosservata. Si trasferisce a Roma, dove condivide l'appartamento con Gian Paolo Barbieri, che diventerà un famoso fotografo, e gli viene proposto un contratto che lo potrebbe portare a Hollywood a patto di imparare l'inglese. Nonostante Alain inizi un corso di inglese in Francia, il viaggio salta quando il regista e sceneggiatore francese Yves Allégret lo convince a lavorare per lui. L'esordio nel cinema e i primi successi Allégret fa esordire Alain nel film Godot (1957). Nello stesso anno il giovane attore entra nel cast del film Fatti bella e taci, in cui duetta per la prima volta con Jean-Paul Belmondo, mentre il primo vero ruolo da protagonista arriverà nel 1958 con L'amante pura, sul cui set conosce l'attrice austriaca Romy Schneider con la quale, nonostante la reciproca diffidenza iniziale, intesse una lunga relazione sentimentale. Giovani, belli e di successo, sono la coppia d'oro del cinema francese e il pubblico li segue con interesse sia al cinema sia sui giornali. Nonostante il film con la Schneider non venga apprezzato dalla critica, Delon è ancora l'attore principale in due pellicole di Michel Boisrond: Le donne sono deboli e Furore di vivere entrambi usciti nel 1959, in cui interpreta la parte del giovane rubacuori, bello e fascinoso. Tuttavia sarà grazie a René Clément che Alain Delon conoscerà il primo vero successo da protagonista, con Delitto in pieno sole, tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, che gli vale infatti la consacrazione a star: il film otterrà ottimi incassi e farà conoscere il nome di Delon anche oltre i confini francesi. In un'intervista televisiva l'attore ha dichiarato che fu lui a imporsi per ottenere il ruolo da protagonista, il regista infatti l'aveva chiamato per un altro ruolo. L'incontro con Luchino Visconti è una tappa fondamentale per la consacrazione internazionale. Nel 1960 infatti è uno dei protagonisti del capolavoro del regista italiano Rocco e i suoi fratelli, ove incarna un personaggio puro e tollerante, così lontano da quelli che diventeranno i suoi ruoli tipici. Il film ottiene un successo clamoroso, vincendo il Leone d'argento a Venezia, facendo sì che Visconti prenda Delon sotto la sua ala, diventando uno dei principali mentori per l'attore. Convince infatti sia Delon sia Romy ad affrontare un testo teatrale a Parigi, la prima volta sul palcoscenico per entrambi. In Italia Delon si afferma immediatamente anche in altre opere di grande valore artistico, come L'eclisse (1961) di Michelangelo Antonioni, in cui Delon duetta con Monica Vitti rispolverando il personaggio del rubacuori già adottato in Francia con René Clément; al Festival di Cannes il film vince il Premio della giuria. Nello stesso anno viene chiamato nuovamente da Clément per la commedia Che gioia vivere (1961), incentrato sulle avventure di due giovani alla vigilia della Marcia su Roma. Partecipa a un episodio della commedia Le tentazioni quotidiane (1962) di Julien Duvivier. L'anno successivo arriva la consacrazione internazionale: con Il Gattopardo di Luchino Visconti Delon interpreta il principe Tancredi Falconeri e recita insieme a personalità come Burt Lancaster e Claudia Cardinale. Premiato con la Palma d'oro al Festival di Cannes, il film ottiene un'eco internazionale e contribuisce a plasmare l'icona di Delon, che si aggiudica una candidatura ai Golden Globe come miglior attore debuttante. In questo periodo Delon, nuova stella cinematografica, sta eclissando Romy che si sta dedicando prevalentemente al teatro. Il ritorno in Francia Consacrato definitivamente come uno dei più grandi attori del momento, Alain Delon viene spesso citato da più parti come l'uomo più bello del mondo: affermatosi in Italia, l'attore successivamente torna in Francia per affermare la sua icona anche in patria. In questi anni ha l'occasione di recitare con Jean Gabin, da lui considerato il suo idolo e punto di riferimento cinematografico, in Colpo grosso al casinò (1963) di Henri Verneuil: inizialmente il ruolo di Delon venne affidato a Jean-Louis Trintignant, ma Delon pur di lavorare con Gabin si offre di lavorare gratuitamente, nonostante la contrarietà dei produttori della Metro-Goldwyn-Mayer, accontentandosi dei diritti di sfruttamento all'estero. Il legame con la Schneider si interrompe bruscamente e, nel 1964, Delon sposa l'attrice Francine Canovas che prenderà il nome d'arte di Nathalie Delon; da lei avrà il figlio Anthony, prima del divorzio avvenuto nel 1969. Seguiranno i film Il Tulipano Nero (1964) di Christian Jaque, uno dei maggiori successi dell'anno al botteghino e Crisantemi per un delitto (1964), nuovamente di Clément. In quegli anni Delon comincia a recitare anche in tre o quattro pellicole all'anno: le più degne di nota sono Tre passi nel delirio (1967), nell'episodio William Wilson diretto da Louis Malle, e il kolossal Parigi brucia? (1966) ancora di Clément. Alla metà degli anni sessanta Delon recita per la prima volta in tre produzioni hollywoodiane che ottengono un certo successo di pubblico, L'ultimo omicidio (1965) di Ralph Nelson, accanto ad Ann-Margret e Van Heflin, Né onore né gloria (1966) di Mark Robson, insieme a Anthony Quinn, e Texas oltre il fiume (1966) di Michael Gordon, in cui condivide la scena con Dean Martin. Tuttavia la vera consacrazione in Francia arriverà grazie a Jean-Pierre Melville che lo chiama per impersonare il sicario Frank Costello in Frank Costello faccia d'angelo (1967): la sua interpretazione del samurai diviene una delle più celebri della sua filmografia e contribuirà a delineare nelle pellicole successive il classico personaggio di duro hard boiled, affascinante e dal destino spesso segnato, indipendentemente dall'appartenenza ora alla malavita ora alla polizia. Il successo di Alain Delon negli anni settanta fa nascere in Francia una rivalità mediatica con l'altra stella francese, Jean-Paul Belmondo. Oltre che in Italia, viene chiamato a lavorare per grandi produzioni hollywoodiane, ma senza mai sfondare veramente; mentre in Francia è uno degli attori più redditizi assieme a Louis de Funès e al suo collega-rivale Belmondo. In questo stesso periodo tenta l'avventura teatrale ma si lancia anche in altre avventure: compra il ristorante "La Camargue" a Nizza e produce il film L'insoumis diretto da Alain Cavalier. Gli anni del polar Ormai affermato e molto popolare, Delon diviene uno dei volti principali del genere "polar" (un genere ibrido fra poliziesco e noir), l'equivalente francese del poliziesco all'italiana. Il punto più alto del polar lo raggiungerà con Il clan dei siciliani (1969) di Henri Verneuil, in cui condivide nuovamente la scena con Jean Gabin: qui Delon veste i panni di Roger Sartet, sicario professionista che s'innamora della moglie del figlio del potente boss Vittorio Malanese (Gabin): il film fu un successo sia in Francia sia negli Stati Uniti d'America e in Canada. Non mancano, per contro, recitazioni di maniera, come Addio Jeff! (1968) in coppia con la compagna Mireille Darc, e parti in film più leggeri come La piscina (1969); per quest'ultimo film Delon rifiuta Monica Vitti come partner femminile, imponendo a sorpresa la sua ex compagna Romy Schneider. Nello stesso anno è coinvolto nelle indagini sul misterioso omicidio della sua guardia del corpo, una storia che svela retroscena di sesso e droga nel suo entourage e che finisce per accrescerne la fama di attore difficile. Tuttavia l'episodio incrina solo momentaneamente la sua immagine: nel 1970 infatti esce Borsalino, primo film interpretato in coppia con Jean-Paul Belmondo, che si rivelerà il più grande successo finanziario dell'anno in Francia (oltre 35 milioni di euro incassati), grazie soprattutto al feeling della coppia di due degli attori più popolari di quel periodo. Borsalino è inoltre il primo film prodotto dallo stesso Delon, tramite la sua Adel Productions. Nello stesso anno collabora nuovamente con Jean-Pierre Melville in I senza nome in cui è protagonista assieme a Gian Maria Volonté e Yves Montand: all'uscita il film viene accolto con freddezza dalla critica internazionale, ma verrà rivalutato anni dopo ed etichettato come uno dei migliori lavori del regista francese. Nel 1971 si cimenta anche nel genere comico, anche se con scarsi risultati, con il film L'uomo di Saint Michel, in cui recita assieme all'ex moglie Nathalie Delon. Lavora al fianco di Charles Bronson, Toshirō Mifune e Ursula Andress nel western Sole rosso, mentre ritrova interesse per il cinema d'autore nel 1972 con La prima notte di quiete, diretto da Valerio Zurlini: nei panni del professore Daniele Dominici, che s'innamora di una sua alunna, Delon regala al pubblico una delle sue interpretazioni più personali, similmente a quanto aveva fatto anni prima per il ruolo di Frank Costello, nonostante alcuni contrasti con il regista Zurlini durante la lavorazione del film. Recita in ruoli altrettanto complessi il L'assassinio di Trotsky (1972) e in Mr. Klein (1976), entrambi di Joseph Losey; nel primo interpreta il sicario Ramón Mercader, celebre per l'uccisione di Lev Trockij, mentre nel secondo interpreta un collezionista d'arte che scopre l'esistenza di un uomo con il suo stesso nome che cerca di rubargli l'identità, ruolo considerato da molti tra i suoi migliori nonostante il fiasco al botteghino. Dalla metà degli anni settanta l'attore francese recita quasi esclusivamente o in polizieschi violenti, in cui i caratteri divengono sempre più stereotipati e monocordi (Morte di una carogna del 1977), oppure in produzioni internazionali di minore rilievo (Airport '80 del 1979). Da segnalare tuttavia nel 1974 Borsalino and Co., il sequel di minor successo di Borsalino, in cui stavolta non divide più la scena con Belmondo bensì con Riccardo Cucciolla, e l'anno dopo Zorro (1975) di Duccio Tessari dove interpreta il celebre giustiziere mascherato. Nel 1968 inizia una relazione con Mireille Darc, durata fino al 1983. L'esordio di regista e la vittoria del César Nonostante l'opposizione di una certa critica il pubblico continua a seguire i suoi film. Come produttore si ritiene soddisfatto tanto da dichiarare che se nel titolo compare la parola "flic" il successo è assicurato. Uno dei maggiori successi come produttore giunge nel 1976 con Flic Story, assieme a Jean-Louis Trintignant e nuovamente sotto la regia di Jacques Deray. Negli anni ottanta gira, insieme con l'attrice italiana Dalila Di Lazzaro, il film Tre uomini da abbattere, ancora con la regia di Jacques Deray. Inoltre nel 1981 prende parte alla coproduzione multinazionale del film Nido di spie, rivelatosi uno dei più alti incassi della storia del cinema sovietico, con oltre 47,5 milioni di spettatori.[14] Dello stesso anno è il suo esordio alla regia con Per la pelle di un poliziotto, da lui anche scritto e prodotto, e interpretato con la futura compagna Anne Parillaud: il film ottiene un buon successo al botteghino, anche se non esaltante come si prevedeva. Con Ornella Muti e Jeremy Irons gira il film di ispirazione letteraria Un amore di Swann (1994), diretto da Volker Schlöndorff e tratto dall'omonima opera di Marcel Proust: il barone di Charlus è un uomo vinto, immerso nei ricordi, sopraffatto dalla nostalgia e dal disprezzo dei tempi moderni, e si aggiunge alla nuova lista di personaggi che l'attore impersonerà per i successivi anni, ovvero quello dei vinti, degli illusi, degli uomini falliti. Per alcuni personaggi, l'attore porta la sua esperienza personale legata alla recente perdita del suo primo amore Romy Schneider, avvenuta nel 1981. Un amore di Swann vince due premi César. L'anno successivo prende parte al film Notre histoire (1985) di Bertrand Blier, per cui riceve l'unico e tardivo premio César in carriera come miglior attore protagonista, in un ruolo che però non è quello di poliziotto ma nemmeno di un delinquente, bensì quello di un meccanico alcolizzato che si infiltra nella vita di una donna, interpretata da Nathalie Baye, che per certi versi è anch'egli un vinto come il barone di Charlus. Nello stesso anno si trasferisce in Svizzera, ottenendone la cittadinanza verso la fine degli anni novanta, con la nuova compagna che gli ha dato due figli. Il declino A seguito di alcuni flop commerciali come Il passaggio (1986) e la serie televisiva I pianoforti di Berlino (1988) e della doppia paternità, nei primi anni novanta Delon comincia ad apparire sempre meno sul grande schermo e i ruoli che recita sono prevalentemente secondari. L'unico ruolo da protagonista di questo periodo è ne Il ritorno di Casanova (1992), in cui interpreta il celebre avventuriero in esilio a Venezia: il film viene ben accolto dalla critica ma è un fallimento al botteghino internazionale. Negli anni novanta gli incassi dei suoi film sono modesti, tanto che nel 1997 l'attore dichiara di volere chiudere la sua carriera, ma in seguito accetta di lavorare nuovamente per il cinema e la televisione. Di un certo rilievo sono in questo periodo le partecipazioni in Nouvelle vague (1991) di Jean-Luc Godard, in Cento e una notte (1995) di Agnès Varda e nell'ironico Uno dei due (1998) di Patrice Leconte, nuovamente al fianco di Belmondo, film nei quali si allontana definitivamente dal genere polar. Ritrova inoltre Jacques Deray sul set di L'orso di peluche (1994), ma che non ha lo stesso successo delle collaborazioni precedenti. Nel 1995 riceve a Berlino l'Orso d'oro alla carriera. In questo periodo s'intensifica la sua attività teatrale, dove ottiene maggiori consensi. Dopo l'annuncio del ritiro, nei primi anni duemila l'attore partecipa a una sola pellicola sul grande schermo, Actors, diretto nuovamente da Bertrand Blier, in un divertente coro con alcune delle maggiori stelle del cinema francese di tutti i tempi. Concluso dopo 15 anni il legame con Mireille Darc, l'attore per un breve periodo ha una relazione con l'attrice Anne Parillaud per poi legarsi verso il 1988 alla modella di origine olandese Rosalie van Breemen, che gli darà due figli, Anouchka, nata nel 1990, e Alain-Fabien, nato nel 1994. La nuova famiglia comporta l'allontanamento definitivo di Delon dal cinema. Gli anni duemila: la malattia e il definitivo ritiro Solo nei primi anni duemila, l'attore esordisce in televisione (sino ad allora aveva interpretato un solo film per la TV nel 1978) accettando la proposta di Jean-Claude Izzo di tornare a indossare i panni del poliziotto tormentato, quelli di Fabio Montale della polizia di Marsiglia, in cui l'attore riesce a tornare al successo. La scelta di Izzo di far impersonare Montale, uomo di idee progressiste, di scegliere come interprete principale Delon, notoriamente simpatizzante della destra, desta non poche polemiche tra l'opinione pubblica. Nel 2004, l'attore prende parte a un'altra miniserie su Frank Riva, personaggio analogo a quello di Montale, ma di successo inferiore. Nel 2005, in concomitanza con la crisi sentimentale e la separazione dalla compagna Rosalie, Delon rivela alla stampa la sua lotta contro la depressione, malattia che lo ha portato sull'orlo del suicidio. A tal proposito rivela: «Vivo davanti ai miei occhi la scena di quel momento. Il difficile non è farlo, è riflettere per non passare all'azione. Farlo è un gioco da ragazzi». A causa della malattia è costretto a rinunciare alla pièce teatrale Les montagnes russes di Eric Assous. Nel medesimo anno, riceve la Legion d'onore dalle mani del presidente Jacques Chirac per il suo contributo all'arte cinematografica mondiale. Nel 2008 torna al cinema interpretando con autoironia Giulio Cesare in Asterix alle Olimpiadi. Nel monologo iniziale, Cesare rievoca la sua vita passata, ma non fa altro che rievocare la carriera di Delon stesso che, con un laconico e sfrontato «Ave me», si congeda definitivamente dal grande schermo. In un'intervista a I migliori anni di Carlo Conti nel 2009, l'attore dichiara di aver sconfitto la depressione che lo aveva afflitto. Afferma, inoltre, di conservare un grande ricordo degli attori e dei registi italiani con cui ha lavorato e, in particolare, cita come suo amico lo scomparso attore Renato Salvatori. Nonostante il ritiro dal cinema continua a calcare le scene teatrali. Nel 2007, sul set di Sur la route de Madison, dal romanzo I ponti di Madison County di Robert James Waller, ritrova la sua ex compagna Mireille Darc, mentre, nel 2014, recita con la figlia Anouchka Delon nella pièce Une journée ordinaire a Cannes. Inoltre riceve numerosi riconoscimenti alla carriera, come nel 2011 al Festival di Acapulco, mentre nel 2012 ottiene il Lifetime Achievement Award - Parmigiani al Locarno Film Festival. A maggio del 2017 annuncia a sorpresa di tornare al cinema, recitando in un ultimo film dopo quasi dieci anni dall'ultima apparizione sul grande schermo. La pellicola in questione sarà diretta da Patrice Leconte e vedrà anche l'attrice Juliette Binoche. A proposito del suo ritiro, Delon ha dichiarato: «Ho l'età che ho. Ho fatto la carriera che ho fatto. Ora, voglio chiudere il cerchio. Organizzando incontri di boxe, ho visto uomini che si sono pentiti di aver fatto un combattimento di troppo. Per me, non ce ne sarà uno di troppo». Il 19 maggio 2019, al Festival di Cannes 2019, riceve la Palma d'oro onoraria. Un mese dopo circa viene colto da un ictus, seguito da un'emorragia cerebrale. Morte Alain Delon è deceduto, a causa di un linfoma, nella sua casa a Douchy-Montcorbon il 18 agosto 2024: l'annuncio è stato dato dai figli. Vita privata Nel 1958 ha iniziato una relazione con l'attrice Romy Schneider, conosciuta sul set di L'amante pura. La relazione tra i due si concluse nel 1964. Inoltre, nel 1962, ha un flirt con la cantante Nico, ma Delon non ha mai riconosciuto la paternità del figlio, nato nel 1962, Christian Aaron Boulogne, il quale dopo i primi anni di vita vissuti con la madre Nico, venne adottato dalla madre di Delon. Degno di rilievo è il rapporto di Delon con la cantante italofrancese Dalida, con cui negli anni sessanta ha avuto una passionale storia d'amore; in seguito i due resteranno ottimi amici e incideranno nei primi anni settanta il brano Paroles paroles. L'attore dirà di «avere amato terribilmente questa donna». Il 13 agosto 1964 Delon ha sposato l'attrice Nathalie Delon, dalla quale ha avuto il suo secondo figlio, Anthony Delon (nato nel 1964), anch'egli attore, che lo renderà nonno nel 1986 della modella Alyson Le Borges. I due divorziano nel 1968. Nei due mesi precedenti al matrimonio Delon ha intrapreso relazione con l'attrice Marisa Mell che, secondo alcune fonti, avrebbe lasciato il giorno prima del matrimonio con Nathalie. Dal 1968 al 1983 ha avuto una relazione con l'attrice Mireille Darc conosciuta durante le riprese di Addio Jeff. Durante gli ultimi anni di relazione con la Darc, Delon ha portato avanti alcuni flirt con le attrici Veronique Jannot, Sylvia Kristel, Sydne Rome e Dalila Di Lazzaro. Successivamente l'attore è stato brevemente legato all'attrice Anne Parillaud, dal 1982 al 1984, e a Catherine Pironi. Nel 1987 ha iniziato una relazione con la modella olandese Rosalie van Breemen dalla quale ha avuto due figli: Anouchka Delon (nata nel 1990) e Alain-Fabien Delon (nato nel 1994). Nel 2001 i due si sono lasciati. Nel terzo millennio Alain Delon ha trovato una nuova compagna: una donna giapponese di nome Hiromi. Alain Delon non ha mai autorizzato nessuna biografia sulla sua persona, nonostante nel tempo siano stati realizzati alcuni documentari inerenti al suo passato tormentato Filmografia Cinema Attore Godot (Quand la femme s'en mêle), regia di Yves Allégret (1957) Fatti bella e taci (Sois belle et tais-toi), regia di Marc Allégret (1958) L'amante pura (Christine), regia di Pierre Gaspard-Huit (1958) Le donne sono deboli (Faibles femmes), regia di Michel Boisrond (1959) Furore di vivere (Le chemin des écoliers), regia di Michel Boisrond (1959) Delitto in pieno sole (Plein soleil), regia di René Clément (1960) Rocco e i suoi fratelli, regia di Luchino Visconti (1960) Che gioia vivere (Quelle joie de vivre), regia di René Clément (1961) Amori celebri (Amours célèbres), regia di Michel Boisrond (1961) L'eclisse, regia di Michelangelo Antonioni (1962) Le tentazioni quotidiane (Le diable et les dix commandements), regia di Julien Duvivier (1962) Il Gattopardo, regia di Luchino Visconti (1963) Colpo grosso al casinò (Mélodie en sous-sol), regia di Henri Verneuil (1963) L'amour à la mer, regia di Guy Gilles (1964) Il Tulipano Nero (La Tulipe noire), regia di Christian-Jaque (1964) Crisantemi per un delitto (Les félins), regia di René Clément (1964) Il ribelle di Algeri (L'insoumis), regia di Alain Cavalier (1964) Una Rolls-Royce gialla (The Yellow Rolls-Royce), regia di Anthony Asquith (1964) L'ultimo omicidio (Once a Thief), regia di Ralph Nelson (1965) Né onore né gloria (Lost Command), regia di Mark Robson (1966) Parigi brucia? (Paris brule-t-il?), regia di René Clément (1966) Texas oltre il fiume (Texas Across the River), regia di Michael Gordon (1966) I tre avventurieri (Les aventuriers), regia di Robert Enrico (1967) Frank Costello faccia d'angelo (Le samouraï), regia di Jean-Pierre Melville (1967) Diabolicamente tua (Diaboliquement vôtre), regia di Julien Duvivier (1967) William Wilson, episodio di Tre passi nel delirio (Histoires extraordinaires), regia di Louis Malle (1968) Nuda sotto la pelle (Naked under Leather), regia di Jack Cardiff (1968) Due sporche carogne - Tecnica di una rapina (Adieu l'ami), regia di Jean Herman (1968) La piscina (La piscine), regia di Jacques Deray (1969) Addio Jeff! (Jeff), regia di Jean Herman (1969) Il clan dei siciliani (Le clan des siciliens), regia di Henri Verneuil (1969) Borsalino, regia di Jacques Deray (1970) I senza nome (Le cercle rouge), regia di Jean-Pierre Melville (1970) Madly, il piacere dell'uomo (Madly), regia di Roger Kahane (1970) L'uomo di Saint-Michael (Doucement les basses), regia di Jacques Deray (1971) Sole rosso (Soleil rouge), regia di Terence Young (1971) L'evaso (La veuve Couderc), regia di Pierre Granier-Deferre (1971) La prima notte di quiete, regia di Valerio Zurlini (1972) L'assassinio di Trotsky (The Assassination of Trotsky), regia di Joseph Losey (1972) Notte sulla città (Un flic), regia di Jean-Pierre Melville (1972) L'uomo che uccideva a sangue freddo (Traitement de choc), regia di Alain Jessua (1973) Scorpio, regia di Michael Winner (1973) La mia legge (Les granges brûlées), regia di Jean Chapot (1973) Tony Arzenta (Big Guns), regia di Duccio Tessari (1973) Due contro la città (Deux hommes dans la ville), regia di José Giovanni (1973) L'arrivista (La race des 'seigneurs), regia di Pierre Granier-Deferre (1974) Esecutore oltre la legge (Les seins de glace), regia di Georges Lautner (1974) Borsalino and Co. (Borsalino and Co.), regia di Jacques Deray (1974) Zorro, regia di Duccio Tessari (1975) Flic Story, regia di Jacques Deray (1975) Lo Zingaro (Le Gitan), regia di José Giovanni (1975) Mr. Klein (Monsieur Klein), regia di Joseph Losey (1976) Il figlio del gangster (Comme un boomerang), regia di José Giovanni (1976) La gang del parigino (Le gang), regia di Jacques Deray (1977) Quel giorno il mondo tremerà (Armaguedon), regia di Alain Jessua (1977) L'ultimo giorno d'amore (L'homme pressé), regia di Édouard Molinaro (1977) Morte di una carogna (Mort d'un pourri), regia di Georges Lautner (1977) Lo sconosciuto (Attention, les enfants regardent), regia di Serge Leroy (1978) Airport '80 (The Concorde: Airport '79), regia di David Lowell Rich (1979) Histoire d'amour (Le toubib), regia di Pierre Granier-Deferre (1979) Tre uomini da abbattere (3 hommes à abattre), regia di Jacques Deray (1980) Nido di spie (Tegeran-43), regia di Aleksandr Alov e Vladimir Naumov (1981) Per la pelle di un poliziotto (Pour la peau d'un flic), regia di Alain Delon (1981) Il bersaglio (Le choc), regia di Robin Davis (1982) Braccato (Le battant), regia di Alain Delon (1983) Un amore di Swann (Un amour de Swann), regia di Volker Schlöndorff (1984) Notre histoire, regia di Bertrand Blier (1984) Ventiduesima vittima... nessun testimone (Parole de flic), regia di José Pinheiro (1985) Il passaggio (Le passage), regia di René Manzor (1986) Ne réveillez pas un flic qui dort, regia di José Pinheiro (1988) Nouvelle vague (Nouvelle Vague), regia di Jean-Luc Godard (1990) Coreografia di un delitto (Dancing Machine), regia di Gilles Béhat (1990) Il ritorno di Casanova (Le retour de Casanova), regia di Édouard Niermans (1992) Un crime, regia di Jacques Deray (1993) L'orso di peluche (L'ours en peluche), regia di Jacques Deray (1994) Les cent et une nuits de Simon Cinéma, regia di Agnès Varda (1995) – cameo Le jour et la nuit, regia di Bernard-Henri Lévy (1997) Uno dei due (Une chance sur deux), regia di Patrice Leconte (1998) Actors (Les acteurs), regia di Bertrand Blier (2000) Asterix alle Olimpiadi (Astérix aux jeux olympiques), regia di Frédéric Forestier e Thomas Langmann (2008)
Televisione Le chien – film TV (1962) Le Bel Indifferent – film TV (1978) I pianoforti di Berlino (Cinéma) – serie TV (1988) Fabio Montale - Delitti sotto il sole – serie TV (2002) Il leone (Le lion), regia di José Pinheiro – film TV (2003) Frank Riva – serie TV (2004) Un mari de trop – film TV (2010)
Regista e Sceneggiatore Per la pelle di un poliziotto (Pour la peau d'un flic) (1981) Braccato (Le battant) (1983)
Teatro Peccato che sia una sgualdrina di John Ford, regia di Luchino Visconti, Théâtre de Paris di Parigi (1961) Les Yeux crevés di Jean Cau, regia di Raymond Rouleau, Théâtre du Gymnase Marie-Bell di Parigi (1968) Variazioni enigmatiche di Éric-Emmanuel Schmitt, regia di Bernard Murat, Théâtre Marigny di Parigi (1996) Variazioni enigmatiche di Éric-Emmanuel Schmitt, regia di Bernard Murat, Théâtre de Paris di Parigi (1998) Les Montagnes russes di Éric Assous, regia di Anne Bourgeois, Théâtre Marigny di Parigi (2004) I ponti di Madison County da Robert James Waller, regia di Anne Bourgeois, Théâtre Marigny di Parigi (2007) Lettere d'amore di A. R. Gurney, regia di Alain Delon, Théâtre de la Madeleine di Parigi (2008) Une journée ordinaire di Éric Assous, regia di Jean-Luc Moreau, Théâtre des Bouffes-Parisiens di Parigi (2011) Une journée ordinaire di Éric Assous, regia di Anne Bourgeois (2013) – tour francese
Riconoscimenti Golden Globe 1964 – Candidatura al miglior attore debuttante per Il Gattopardo
Bambi 1987 – Vinto
David di Donatello 1972 – David speciale alla carriera
Festival internazionale del cinema di Berlino 1995 – Orso d'oro alla carriera
Festival di Cannes 2019 – Palma d'oro onoraria
Premio César 1985 – Miglior attore per Notre histoire
Premio Flaiano 1999 – Premio alla carriera |