Napoli - E' morto Antonio Juliano, la grande bandiera Azzurra degli anni 70 |
Scritto da Redazione |
Mercoledì 13 Dicembre 2023 13:14 |
Ci ha lasciati oggi la più grande Bandiera Azzurra del nostro calcio: Antonio Juliano. Nato a Napoli il 26 dicembre 1942, ha militato per 17 stagioni al Napoli di cui 12 da Capitano Suoi i primi successi Azzurri: due Coppe Italia (1961-62 e 1975-76), una Coppa delle Alpi (1966) e una Coppa di Lega Italo-Inglese (1976), e suo il grande rammarico per quello scudetto mancato del campionato 1974-1975 dietro la Juventus per soli due punti, persa per un gol di core 'ngrato, Jose Altafini, ex cannoniere Azzurro.
Anche la SSC Napoli si unisce al cordoglio per la perdita del grande calciatore Azzurro, in una nota apparsa sul sito: Il mondo del Calcio e la città di Napoli piangono la scomparsa di Antonio Juliano, figura storica e bandiera azzurra. Juliano ha segnato un’epoca indelebile prima da calciatore e poi da dirigente. Cresciuto nelle giovanili, ha vestito per 17 anni la maglia del Napoli diventandone capitano e simbolo generazionale. Dopo aver vinto la prima Coppa Italia giovanissimo nel 1962, fu il primo napoletano a conquistare la Coppa Italia da capitano nel 1976. Centrocampista di talento e personalità, Juliano ha fatto parte anche della Nazionale Campione d’Europa del 1968 e vice Campione del Mondo nel 1970, giocando tre Mondiali e disputando la finale contro il Brasile in Messico. Il suo legame con il Napoli non si staccò mai anche quando smise di giocare. Divenne dirigente azzurro e sotto la sua carica di Direttore Generale arrivò l’acquisto di Diego Maradona. Fiero figlio di Napoli e icona della fedeltà azzurra, Juliano lascia una eredità sportiva ed emotiva che resterà per sempre nella memoria. Il Presidente Aurelio De Laurentiis, i dirigenti, lo staff tecnico, la squadra e tutta la SSC Napoli si uniscono al dolore della famiglia per la scomparsa di Antonio Juliano, indimenticabile capitano ed eterna bandiera azzurra. La scheda Antonio Juliano (Napoli, 26 dicembre 1942 – Napoli, 13 dicembre 2023) è stato un dirigente sportivo e calciatore italiano, di ruolo centrocampista. Ha legato la sua carriera agonistica alla squadra della sua città, il Napoli, nel quale militò dal 1961 al 1978 per 17 stagioni, di cui 12 da capitano, e rimanendo a lungo il calciatore azzurro con più presenze in tutte le competizioni; con i partenopei ha vinto due Coppe Italia (1961-62 e 1975-76), una Coppa delle Alpi (1966) e una Coppa di Lega Italo-Inglese (1976). Con la nazionale si è laureato campione d'Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970. È morto il 13 dicembre 2023 all'età di 80 anni. Caratteristiche tecniche Gianni Brera così definiva il Napoli di Vinicio: "Il suo gioco si fonda sulla regia di Juliano, al quale i devoti gregari portano palla con assoluta diligenza. Il Capitano Azzurro fornisce, anche se a flebile ritmo, prestazioni stupende". Carriera Giocatore «Uno che mi piaceva moltissimo era Antonio Juliano, Totonno. Un tipo tosto, persona autentica, con un temperamento da condottiero. Giocava un calcio concreto, senza concedere spazio alla teatralità. Un "napoletano atipico", lo hanno definito, perché era il contrario dello stereotipo partenopeo.» (Dino Zoff, Dura solo un attimo, la gloria) Crebbe calcisticamente nel principale club della sua città, il Napoli, compiendo tutta la trafila dalle giovanili fino alla prima squadra, alla quale fu aggregato nella stagione 1961-1962, sotto la guida tecnica di Bruno Pesaola. Fece il suo esordio assoluto nella semifinale di Coppa Italia di quell'anno vinta contro il Mantova. L'anno successivo, l'esordio in Serie A, il 17 febbraio 1963, avvenuto in Napoli-Inter 1-5. Da allora, e fino a tutto il 1977-1978, rimase a Napoli, compresi due campionati cadetti consecutivi, collezionando 355 incontri in Serie A e 39 in B, secondo per presenze totali solo a Giuseppe Bruscolotti; 72 incontri in Coppa Italia e 39 tra Coppa UEFA e Coppa delle Coppe. Pur non vincendo mai lo scudetto Juliano, divenuto nel 1966 capitano degli azzurri a ventitré anni, guidò la squadra a risultati sportivi di rilievo: due secondi posti, nel 1967-1968 alle spalle del Milan di Nereo Rocco, e nel 1974-1975 dietro alla Juventus, e tre terzi posti, il primo dei quali conseguito da neopromossa nella stagione 1965-1966 alle spalle di Inter e Bologna, i club che avevano vinto gli ultimi due campionati; a essi si aggiunse la vittoria nella Coppa Italia 1975-1976. Lasciò il Napoli nell'estate del 1978 per giocare l'ultima stagione della sua carriera nel Bologna, in cui fu decisivo ai fini della salvezza conquistata in extremis, realizzando una rete al Torino. Nazionale Juliano esordì in nazionale il 18 giugno 1966 a Milano contro l'Austria (1-0) e fu convocato tra i 22 che parteciparono al campionato del mondo 1966 in Inghilterra anche se non fu mai utilizzato. Fu quasi sempre schierato nelle partite di qualificazione al campionato d'Europa 1968, la cui fase finale si disputò in Italia, e fu proprio allo Stadio San Paolo di Napoli che giocò la semifinale di quell'edizione del campionato, contro l'Unione Sovietica, il 5 giugno 1968. Fu in campo anche allo Stadio Olimpico di Roma il successivo 8 giugno nella prima delle due finali contro la Jugoslavia, quella terminata 1-1 che obbligò alla ripetizione, poi vinta 2-0 (nella quale fu tra coloro che non presero parte avendo giocato solo due giorni prima), che diede all'Italia il titolo di campione d'Europa. Nel successivo campionato del mondo 1970 fu impiegato in una sola occasione, a Città del Messico, nei 16 minuti terminali della finale Brasile-Italia 4-1 in sostituzione di Bertini. Convocato per il campionato del mondo 1974 in Germania Ovest, non fu tuttavia mai schierato. Il suo 18º e ultimo incontro in nazionale fu a Rotterdam il 20 novembre 1974, sconfitta 3-1 contro i Paesi Bassi nel girone di qualificazione al campionato d'Europa 1976. Dopo il ritiro Tornato da dirigente al Napoli, curò l'acquisto di Ruud Krol e la sessione di mercato che nel 1984 portò all'ingaggio, dal Barcellona, dell'argentino Diego Armando Maradona, precedentemente scoperto da Lamberto Doni. Dopo il ritiro è stato anche opinionista nella trasmissione televisiva Number Two in onda sull'emittente televisiva campana Canale 34 Telenapoli e condotta da Ivan Zazzaroni. Controversie Nel novembre del 2012, intervenendo al convegno Il calcio tra regole, lealtà sportiva ed interessi (criminali?), l'ex capitano del Napoli stupì la platea di avvocati e magistrati dichiarando che prima dell'ultima giornata del campionato 1977-78 Napoli-Milan si accordò con l'allora capitano dei rossoneri Gianni Rivera affinché la partita terminasse in parità (1-1 il risultato finale, a segno Bigon per il Milan al 74' e Vinazzani per il Napoli al 90'). Le squadre con quel pareggio si qualificarono entrambe per la Coppa UEFA. Rivera successivamente dichiarò di non ricordare l'episodio specifico. |