Calcio - E' morto Carletto Mazzone, allenò Roma e Napoli |
Scritto da Redazione |
Sabato 19 Agosto 2023 22:32 |
* L'inizio del 92° Campionato di Serie A vede la scomparsa di unn grande allenatore di calcio come Carlo Mazzone, che ha allenato sempre con la grinta giusta le su squadre e che ha saputo valorizzare campioni di grandissimo livello come Francesco Totti, Roberto Baggio, Pep Guardiola (che gli dedicheròà la vittoria della Champions League) e Marco Materazzi. Un allenatore di altri tempi, vestito in tuta che prima di tutto padre putativo di molti dei suoi ragazzi e poi allenatore.
*Brescia, stadio Mario Rigamonti, 30 settembre 2001. L'allenatore bresciano Carlo Mazzone (al centro) corre in segno di sfida sotto la curva avversaria, vanamente placcato dai membri della sua panchina, nel finale del derby Lombardo tra Brescia e Atalanta (3-3), valevole per la 5ª giornata del campionato italiano di Serie A 2001-2002 e pareggiato dai padroni di casa al 90+2' dopo essere stati sotto di due gol per larga parte del secondo tempo: Mazzone motivò quel gesto come risposta agli insulti che la curva atalantina aveva rivolto alla madre per tutta la gara. Si riconosce il suo vice, Leonardo Menichini (a sinistra).
La scheda Carlo Mazzone (Roma, 19 marzo 1937 – Ascoli Piceno, 19 agosto 2023) è stato un allenatore di calcio italiano. Era conosciuto con il soprannome di Sor Carletto o Sor Magara per via del caratteristico e spiccato accento romanesco. Detiene il record di panchine in Serie A, con 792 partite (797, calcolando anche 5 spareggi), nonché il primato di presenze ufficiali in panchina, con 1278. Nel 2019 gli è stata intitolata la nuova tribuna Est dello Stadio Cino e Lillo Del Duca di Ascoli Piceno, e nello stesso anno è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano. Carriera Giocatore Dopo aver giocato nelle giovanili della Roma, giocò una stagione nel Latina (dilettanti) collezionando 25 presenze. Esordì in Serie A il 31 maggio 1959 in Fiorentina-Roma (1-1), e giocò l'ultima di campionato Roma-Talmone Torino (4-1). L'anno seguente passò, sempre in Serie A, alla SPAL. Nello stesso campionato si trasferì in Serie C, rinforzando le fila del Siena. L'anno seguente andò alla Del Duca Ascoli, club in cui giocò per nove anni, dal 1960 al 1969, e dove collezionò 219 presenze, quasi tutte da capitano. La sua ultima stagione da calciatore, quella 1968-1969, fu anche la sua prima da allenatore, sempre dei bianconeri. Allenatore Nella stagione 1968-1969 il presidente Costantino Rozzi, in attesa di trovare un nuovo allenatore per la Del Duca Ascoli, gli affidò temporaneamente per due volte la conduzione della prima squadra; il 24 novembre 1968 avviene l'esordio in panchina in sostituzione di Malavasi, poi il 4 maggio 1969 al posto di Capello e fino alla fine del campionato di Serie C. Nel campionato seguente Mazzone, nella penultima giornata di andata, sostituì fino al termine della stagione l'allenatore Eliani; portò la squadra per la prima volta nella sua storia in testa al campionato, sfiorando la promozione. Passato alla Fiorentina, vi rimase per tre anni, vincendo nel 1975 la Coppa di Lega Italo-Inglese e classificandosi al terzo posto nel campionato 1976-1977. Passato al neopromosso Catanzaro nel 1978, alla guida del club calabrese raggiunse due salvezze in massima serie. Tornò nel 1980 all'Ascoli per altre cinque stagioni, guidando la squadra a un sesto posto nel campionato 1981-1982 e a quattro salvezze consecutive. Dopo una breve parentesi al Bologna nel 1985-1986 in Serie B, senza riuscire a centrare per pochi punti l'obiettivo della promozione, passò al Lecce, in Serie B, subentrando a dieci giornate dal termine. Il campionato fu molto combattuto nelle fasi conclusive, con Pescara e Pisa promosse direttamente (con 44 punti) e tre squadre a un solo punto di distacco. Lecce, Cesena e Cremonese si affrontarono dunque in tre gare di spareggio, più un'ulteriore finale fra Cesena e Lecce che vide prevalere i bianconeri. Mazzone centrò l'obiettivo della promozione in Serie A l'anno successivo, con il secondo posto a due punti dalla capolista Bologna. L'esperienza con il Lecce proseguì per altri due anni in Serie A, con due salvezze: la prima con un nono posto, la seconda per un solo punto. Mazzone nell'estate 1993, alla presentazione come nuovo tecnico della Roma. Dopo una breve parentesi al Pescara, nel 1991 firmò per il Cagliari, dove rimase per due anni. Il sesto posto del 1992-1993 con i sardi (e conseguente loro qualificazione alla Coppa UEFA dopo 21 anni) gli valse la chiamata alla Roma. I tre anni con i giallorossi furono caratterizzati da un settimo posto e due quinti posti. Durante la sua permanenza a Roma, inoltre, Mazzone lanciò in prima squadra Francesco Totti. Tornò a Cagliari nel 1996 subentrando dopo sei giornate a Gregorio Pérez, ma non riuscì a salvare i sardi, battuti nello spareggio dal Piacenza, dalla retrocessione in Serie B. Nel 1997 provò l'esperienza al Napoli, dove diede le dimissioni dopo quattro partite di campionato. Nel 1998 approdò nuovamente al Bologna, appena privatosi di Roberto Baggio, ma con Giuseppe Signori. Guidò i rossoblu alla vittoria dell'Intertoto e arrivò fino alle semifinali di Coppa UEFA e di Coppa Italia. Nel 1999 passò quindi al Perugia, dove fu uno dei pochi allenatori a completare un campionato intero con la squadra del vulcanico presidente Luciano Gaucci. Mazzone alla seconda esperienza sulla panchina del Cagliari nella stagione 1996-1997; al suo fianco, lo storico vice Leonardo Menichini (a sinistra). Nel 2000 Mazzone venne chiamato alla guida del Brescia, dove poi, convinto proprio da Mazzone, arriverà Roberto Baggio, il quale al momento della firma con le rondinelle fece apporre sul contratto una clausola che gli avrebbe permesso di rescinderlo nel caso in cui Mazzone avesse cambiato squadra. Di rilievo fu in quella stessa stagione il cambio di ruolo, impresso ad Andrea Pirlo da mezza punta a regista di centrocampo, perché chiuso in avanti da Baggio. Questa soluzione sarebbe stata ripresa nel 2002 da Carlo Ancelotti al Milan,[8] dove il trequartista era Rui Costa, e avrebbe portato il giocatore bresciano a laurearsi in quel ruolo campione del mondo nel 2006. Il binomio Mazzone-Baggio portò il Brescia alla serie record di quattro salvezze consecutive e la qualificazione alla Coppa UEFA sfiorata nel 2001, quando il club lombardo fu sconfitto dal Paris Saint-Germain nella finale dell'Intertoto. Il 30 settembre 2001 fu memorabile quanto controversa la polemica corsa di Mazzone verso la curva dei tifosi dell'Atalanta, dove il tecnico festeggiò il gol del 3-3 siglato da Rinaldi (autogol seguito a una punizione calciata da Roberto Baggio). Torna per la terza volta al Bologna nel 2003-2004, dove ottiene una salvezza e una retrocessione dopo gli spareggi alla fine della stagione 2004-2005. L'anno seguente, esattamente il 7 febbraio 2006 è chiamato ad allenare il Livorno, sesto in Serie A, per sostituire Roberto Donadoni. La sua prima partita da allenatore del Livorno è quella che vede opposta la sua squadra all'Ascoli, sua ex squadra, con la sfida terminata col punteggio di 0-0. Mazzone ha concluso il rapporto con la società toscana alla fine della stagione e a quasi 70 anni di età. Il successivo 18 marzo, in occasione di Livorno-Juventus, ha eguagliato il record di 787 presenze in panchina in Serie A di Nereo Rocco e lo ha successivamente battuto, giungendo a fine stagione a 792 presenze in serie A. Quella sulla panchina del Livorno è stata l'ultima esperienza del tecnico romano. Dopo il ritiro Mazzone ha allenato ininterrottamente per circa 38 anni e ha stabilito il record di panchine nella storia del calcio italiano, con 1.278 panchine ufficiali.[10] Nel 2009, in occasione della finale di Champions League tra Barcellona e Manchester Utd, fu invitato alla partita da Pep Guardiola, allenatore del Barcellona e suo ex giocatore nel Brescia: Mazzone accettò volentieri dichiarando apertamente di tifare per la squadra spagnola. Guardiola, al termine della partita, dedicò la vittoria a Paolo Maldini, ritiratosi da poco, e proprio al suo maestro Carlo Mazzone, dicendosi orgoglioso di averlo avuto come tecnico, nonché di ispirarsi al suo credo calcistico.[11] Terminata la carriera da allenatore, nel 2008 appare in un piccolo cameo interpretando sé stesso nel film L'allenatore nel pallone 2, in cui dialoga a bordo di un treno con l'allenatore della Longobarda Oronzo Canà, personaggio cinematografico interpretato da Lino Banfi. Il 2 novembre 2022 esce su Prime Video il docufilm su Mazzone Come un padre, di Alessio Di Cosimo con interviste, tra gli altri, a diversi suoi giocatori come Roberto Baggio, Marco Materazzi, Pep Guardiola, Francesco Totti, Andrea Pirlo, Giuseppe Giannini, Giuseppe Signori, Dario Hubner, Gigi Di Biagio, Claudio Ranieri e i gemelli Antonio ed Emanuele Filippini. È morto ad Ascoli Piceno, dove si era stabilito da tempo, il 19 agosto 2023 all'età di 86 anni. Record Record di presenze da allenatore in Serie A (792; 797 considerando anche 5 spareggi).
Palmarès Allenatore Club Competizioni nazionali Campionato italiano Serie C: 1 Ascoli: 1971-1972 (Girone B) Torneo di Capodanno: 1 Ascoli: 1981
Competizioni internazionali Coppa di Lega Italo-Inglese: 1 Fiorentina: 1975
Coppa Intertoto UEFA: 1 Bologna: 1998
Individuale Panchina d'oro alla carriera: 1 2002 Inserito nella Hall of Fame del calcio italiano nella categoria Allenatore italiano 2020
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